Covid, “di nuovo in salita casi, mortalità e pressione su Ssn”

Di nuovo in aumento l’incidenza settimanale dell’infezione da Covid-19, pari a 180 casi ogni 100.000 residenti. Salgono anche letalità e mortalità: nell’ultima settimana la letalità grezza apparente (rapporto decessi su positivi), a livello nazionale, è di 4,25 per 1.000 (in aumento rispetto alla precedente settimana, 3,97 x 1.000) e la mortalità grezza apparente (rapporto decessi su popolazione), a livello nazionale, è pari a 4,82% (in aumento rispetto a 4,44% precedente). E’ quanto emerge dalla 34.esima puntata dell’Instant Report Covid-19 dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altesm) dell’Università Cattolica, con il confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale. 

Si confermano – evidenzia il report – le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella seconda fase. I dati (all’11 gennaio) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (575.979) sulla popolazione nazionale è pari a 0,97% (in aumento rispetto ai dati del 4 gennaio in cui si registrava lo 0,95%). La percentuale di casi (2.289.021) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 3,59% al 3,84%. 

Nei 7 giorni tra il 9 ed il 15 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia nuovamente un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 180 ogni 100.000 residenti. 

“All’11 gennaio otto regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Puglia, Veneto, provincia autonoma di Bolzano, Marche, Friuli-Venezia Giulia e P.A. di Bolzano) si posizionano nel primo quadrante con la più elevata pressione nella P.A. di Trento sia per tasso di saturazione in area non critica che per tasso di saturazione delle terapie intensive”, si evidenzia. La Sicilia, la Sardegna, l’Abruzzo, il Molise, la Toscana, la Campania, la Calabria, la Basilicata e la Valle d’Aosta non sono a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione”, precisano gli esperti.  

 

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