Covid: Riccardi, piano Asufc con ospedale e territorio per fase 2

Udine, 26 set – “Siamo preparati ad affrontare un’eventuale
recrudescenza dei contagi in un sistema che ha governato
l’emergenza senza mai fermarsi, dando risposte in funzione alle
necessità. Oggi ci sono elementi nuovi che potranno essere meglio
affrontati con i piani aziendali per il controllo dell’infezione
da Covid-19 che hanno un comune denominatore in chiave regionale
ma sono declinati territorialmente secondo dinamiche proprie di
ciascuna realtà aziendale”.

Lo ha affermato il vicegovernatore con delega alla Salute del
Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, intervenendo oggi alla
presentazione del “Piano aziendale di risposta all’emergenza
infettiva” dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale
(Asufc) nell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine.

Un documento caratterizzato da parole chiave quali
organizzazione, flessibilità e appropriatezza, con cui vengono
messe a sistema tutte le pratiche utilizzate in passato,
aggiornate le procedure in base alle evidenze scientifiche e alla
letteratura per diventare una sorta di testo unico con una parte
strutturata per la gestione di ogni emergenza infettiva e una
parte dinamica, dedicata specificamente al Covid-19. Il piano è
articolato su ciascuna delle strutture: ospedaliera e
distrettuale.

Nel suo intervento Riccardi ha sottolineato tre elementi della
fase epidemica in atto, previsti nei piani pandemici che le
singole Aziende hanno predisposto per affrontare il contagio,
ovvero l’aumento dell’età dei positivi al virus e dei sintomatici
rispetto agli asintomatici e la diminuzione dei casi da
importazione.

“Oggi registriamo una domanda sanitaria contenuta come rivelano i
dati con 18 ricoveri nei reparti di malattie infettive e 6 in
terapia intensiva – ha indicato Riccardi – ma con l’aumento del
contagio i numeri potranno crescere; rispetto quindi alla prima
fase dell’emergenza, non si potranno concentrare tutti i ricoveri
su Udine ma sarà necessario aprire alle strutture ospedaliere con
capacità intensiva di Triste e Pordenone”.

Un altro aspetto affrontato è stato il rapporto fra la domanda
ospedaliera e quella territoriale: “quest’ultima è al momento più
forte rispetto alla prima – ha precisato -, questo significa
riuscire a non pesare sulle strutture ospedaliere ma impone anche
risposte complesse fra le quali il tema dell’isolamento da
gestire con strutture che non possono essere ricondotte
esclusivamente al domicilio delle persone”.

Su questo aspetto il vicegovernatore ha rimarcato la rilevante
necessità del sistema di attivare misure per mettere in sicurezza
la salute delle persone. “In quest’ottica – ha affermato – mi
assumo la responsabilità politica di consentire al sistema di
fare quelle scelte indispensabili per tutelare la salute della
popolazione”.

Sulle scuole Riccardi ha ribadito la complessità del tema che
richiede un’alleanza fra tutti i portatori di interesse.

Ad illustrare nel dettaglio il piano è stato il direttore
generale Asufc, Massimo Braganti, che ha specificato come
“l’obiettivo è quello di utilizzare tutti gli strumenti
previsionali per affrontare l’epidemia, qualora dovessimo
trovarci di fronte a una ripresa dei contagi, massimizzando il
contenimento, favorendo il ritardo della diffusione, mitigando
gli esiti negativi della malattia e controllando la pressione sul
sistema sanitario attraverso l’organizzazione”.

L’evoluzione dell’emergenza Covid-19 e la variabilità dei setting
clinico assistenziali hanno, dunque, reso necessaria
l’elaborazione di un documento che, attraverso l’armonizzazione
dei processi e la contestualizzazione delle organizzazioni,
definisce le direttrici operative per la prevenzione del
contagio.

“Un’esigenza – ha aggiunto Braganti – che nasce dalla necessità
di capitalizzare le azioni messe in atto durante l’emergenza, i
cambiamenti strutturali attuati, i meccanismi di flessibilità
instaurati per rispondere a un contesto aziendale ampio, diffuso
ed eterogeneo per caratteristiche ambientali e
sociodemografiche”.

All’interno del piano aziendale ogni struttura operativa
aziendale ha elaborato un documento che prevede più livelli di
allerta e che è applicabile ed attuabile in ogni contesto
emergenziale di natura infettiva.

Fra gli obiettivi generali quello di collegare e armonizzare la
risposta locale alle indicazioni regionali, nazionali ed
internazionali, la costruzione di un sistema flessibile ed
efficace, pronto a rispondere in modo collaborativo e integrato
ai problemi emergenti oltre che garantire uno stato di
preparazione continua rispetto a contenuti tecnici e gestione
dell’emergenza.

Nel piano è stata scissa la parte organizzativa generale da
attivare in qualsiasi contesto epidemico/pandemico dalla parte
tecnica specifica legata alle procedure da mettere in atto sulla
base della tipologia di agente infettivo e le sue modalità di
trasmissione.

Per questo ultimo aspetto, infatti, è stata elaborata una
procedura “ad interim” specifica per la trasmissione Covid.
ARC/LP/ep

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