Crisi Governo: oggi il voto su Letta, scontro Berlusconi-Alfano, il giorno del giudizio

Silvio Berlusconi conferma la linea dura: domani il Pdl dovrà votare la sfiducia al governo Letta. Una decisione presa al termine del vertice a Palazzo Grazioli con i suoi fedelissimi e che provoca il definitivo strappo con il segretario del partito Angelino Alfano.

In giornata il vicepremier aveva infatti chiesto al gruppo parlamentare del Pdl di dare la fiducia a Letta: “Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito debba votare la fiducia a Letta. Non ci sono gruppi e gruppetti”. Una dichiarazione che era arrivata al culmine di una giornata convulsa per il partito.
Le sue parole sembravano un’ultima chiamata e i falchi, per bocca di Sandro Bondi, gli avevano replicato senza giri di parole: voteremo la fiducia solo se lo chiede il Cavaliere. Mentre il ministro dimissionario Maurizio Lupi si era detto ”sempre più convinto che non questo o quel gruppo, ma tutto il nostro partito debba votare la fiducia al governo”, e Fabrizio Cicchitto si augurava ”che tutto il gruppo parlamentare del Pdl, sia alla Camera che al Senato, confermi la fiducia al governo. Non ci sono alternative più positive per il Pdl”.
E l’avvertimento chiaro di Carlo Giovanardi (”abbiamo i numeri, siamo anche più di 40”) stava a dimostrare che questa volta non si torna indietro.
Il faccia a faccia di questa mattina a Palazzo Grazioli tra Alfano e Silvio Berlusconi, dopo un vertice tra il Cavaliere e lo stato maggiore del partito, sarebbe stato decisivo per il futuro del Pdl. Raccontano di un colloquio interlocutorio: ciascuno sarebbe rimasto fermo sulle sue posizioni. Alfano avrebbe ribadito tutta la sua perplessità sullo strappo, annunciando l’intenzione di andare fino in fondo pur di sostenere il governo Letta. Una linea condivisa con la pattuglia di ministri dimissionari che ha poi incontrato a Palazzo Chigi. Dall’altro lato il leader azzurro invece avrebbe ribadito la linea dura. Tanto che in queste ore sarebbe rispuntato con forza il nome della figlia Marina per una discesa in politica.
Tra i ‘falchi’ oggi a farsi sentire è stata soprattutto Daniela Santanchè. ”Mi risulta che il segretario Alfano ha chiesto la mia testa come condizione per mantenere l’unità del Pdl-Forza Italia – ha affermato – Detto che ciò dimostra la strumentalità della protesta in corso da parte dei nostri ministri dimissionari, non voglio offrire alibi a manovre oscure e pericolose. Pertanto la mia testa la offro spontaneamente al segretario Alfano, su un vassoio d’argento, perché l’unica cosa che mi interessa per il bene dei nostri elettori e dell’Italia è che su quel vassoio non ci finisca quella del presidente Berlusconi”.
Intanto a Palazzo Chigi ritmo serrato per Enrico Letta in vista del passaggio parlamentare di domani. A partire dal “no”, come spiegano fonti di Palazzo Chigi, alle dimissioni dei ministri del Pdl. “Domani il governo, che è formalmente nella pienezza dei suoi poteri, porrà comunque la questione di fiducia in modo che ogni scelta avvenga in Parlamento, alla luce del sole, senza ambiguità e ipocrisie e senza alcuna trattativa” ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. “Soprattutto sul principio, che il presidente del Consiglio ribadirà, di netta e totale separazione tra le vicende di governo e le procedure in corso nella giunta delle autorizzazioni del Senato, nell’irrinunciabile rispetto delle regole di uno stato di diritto”, ha aggiunto Franceschini.
Letta e Franceschini questa mattina sono stati ricevuti al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ”Nell’incontro – rende noto il Quirinale – si è configurato con il presidente del Consiglio il percorso più limpido e lineare sulla base di dichiarazioni politico-programmatiche che consentano una chiarificazione piena delle rispettive posizioni politiche e possano avere per sbocco un impegno non precario di sviluppo dell’azione di governo dalle prime scadenze più vicine agli obiettivi da perseguire nel 2014″.
Il premier oggi ha incassato l’appoggio deciso del Partito democratico. La segreteria del Pd si è infatti espressa “in modo unitario”. “Noi sosteniamo Letta e lo sosterremo nell’operazione verità” di domani in Parlamento, ha detto Enzo Amendola al termine della segreteria. “Noi abbiamo preso atto di tutte le dichiarazioni che stanno arrivando su questa crisi di governo. Dalle parti sociali, da imprese e sindacati ma anche da fuori dei confini nazionali. C’è grande preoccupazione e noi sosteniamo Letta – ha ribadito – nell’operazione verità di domani. Il presidente del Consiglio parlerà in Aula, farà un discorso chiaro, e, a quel punto, vedremo chi ci sta”.