CULTURA: FRONTE COMUNE DELLE REGIONI SU FONDI UE E RAPPORTI CON STATO

Trieste, 28 mag – Un fronte compatto delle Regioni sul tema
della Cultura, in prossimità dei cambiamenti previsti dalla
riforma costituzionale, e sulla necessità di armonizzare il
flusso di risorse dallo Stato alle istituzioni locali.

Un’azione comune coordinata dall’assessore regionale alla Cultura
del Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti che ha riunito oggi a
Trieste i colleghi Ilaria Cavo (Liguria), Monica Barni (Toscana),
Cristiano Corazzari (Veneto), Claudia Firino (Sardegna) e
Antonella Parigi (Piemonte).

L’assessore Torrenti, che è il coordinatore della Commissione
Cultura della Conferenza delle Regioni, ha parlato dell’inizio di
un percorso per trovare pragmaticamente delle nuove modalità di
finanziamento al settore: in particolare, mentre sui teatri si
registra un compartecipazione economica ordinaria da parte dello
Stato, nell’ambito dei musei, delle biblioteche e dei festival si
marcia in ordine sparso, senza un’uniformità di sistema.

Nel corso del confronto è emerso un elemento di incertezza sugli
effetti della riforma costituzionale in atto, che potrebbe
definire un margine più ristretto di competenze regionali nella
Cultura, con il rischio di generare un calo nell’erogazione delle
risorse per il comparto. Ma in tema di cambiamenti istituzionali
è stato illustrato l’esempio del Friuli Venezia Giulia che, in
vista del superamento delle Province, ha costituito l’Ente
Regionale per il Patrimonio Culturale (ERPaC), finalizzato anche
alla gestione degli immobili e dei siti di ex competenza
provinciale.

Di giornata importante ha parlato anche la vicepresidente della
Toscana Monica Barni, la quale ha ribadito la necessità di far
sentire a livello centrale quello che è l’operato delle Regioni,
citando come esempio, fra gli altri, l’accreditamento di settanta
musei non statali messo in atto nel suo territorio.

In tema di fondi comunitari, come testimoniato dall’assessore
Ilaria Cavo, è emersa in primo luogo l’esperienza della Liguria,
che utilizza il Fondo sociale europeo (Fse) per sostenere l’avvio
di start up dedicate alla cultura.

Ma gli assessori si sono confrontati anche sulla spinosa
questione dei cosiddetti aiuti di stato e dell’interpretazione
ancora restrittiva di Bruxelles in ordine ai finanziamenti
erogati. Inoltre è stata espressa soddisfazione a quanto
affermato dall’assessore Claudia Firino sulle lingue minoritarie,
il cui finanziamento nel caso della Sardegna è stato escluso
dalla nuova definizione di aiuti di Stato.

In questo contesto l’assessore Torrenti ha introdotto l’argomento
relativo alle Imprese Culturali Creative (Icc), ovvero quella
forma giuridica che favorisce alle imprese private l’accesso ai
fondi europei in ambito culturale. L’Italia in questo lamenta una
posizione di arretratezza che deve essere superata. Un ritardo
che non attiene ai soggetti operanti sul mercato, ma che riguarda
un aspetto giuridico ancora inadeguato, che esclude il nostro
Paese da un importante flusso di risorse comunitarie.

Ma da una precisa visione strategica del Ministero, quella che
individua la Cultura come volano di sviluppo economico, è
scaturito un approfondimento sul ruolo delle Regioni nel
passaggio verso una “gestione” finalizzata alla valorizzazione.

Apprezzamento, infine, per l’iniziativa odierna è stata
manifestata anche dall’assessore Cristiano Corazzari della
Regione Veneto, il quale ha ribadito l’importanza di un rapporto
costante fra i rappresentanti delle Regioni, al fine di fare
sintesi delle linee di indirizzo per rapportarsi in maniera
autorevole con lo Stato.
ARC/GG/EP

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