CULTURA: TORRENTI, AUGURI A BORIS PAHOR, ESEMPIO DI ONESTÀ E LIBERTÀ

Trieste, 25 ago – “Rivolgo a Boris Pahor, scrittore triestino
di lingua slovena e caratura internazionale, i miei migliori
auguri in occasione dei suoi 103 anni, che oltre a testimoniare
la sua straordinaria longevità sono anche un dono per tutta la
comunità del Friuli Venezia Giulia. Pahor, infatti, con i suoi
scritti e i suoi interventi pubblici, soprattutto nelle scuole,
trasmette in maniera diretta, chiara e senza distorsioni o
interpretazioni di convenienza ciò che sono stati i traumi del
secolo scorso. Ogni sua parola stimola riflessioni nelle quali
altrimenti sarebbe difficile addentrarsi”.

Con queste parole l’assessore regionale alla Cultura, Gianni
Torrenti, rende omaggio allo scrittore e saggista triestino, nato
il 26 agosto 1913.

“A sette anni – ricorda Torrenti – Pahor dal colle di Scorcola
vide il rogo del ‘Narodni dom’, simbolo degli sloveni di Trieste.
Da allora è cresciuto in lui il senso di forte opposizione a
qualsiasi politica repressiva. Questo suo testardo e
straordinario amore per la libertà lo ha portato, come recita il
titolo di un suo libro, a dire tre volte “No”: no al fascismo, no
al nazismo e no a quella forma di comunismo antiliberale e
calpestatrice delle identità nazionali”.

Proprio sul diritto a parlare la propria lingua e a manifestare
liberamente la propria appartenenza etnica Pahor ha fondato il
suo pensiero politico che si rispecchia in molti suoi libri. Il
più conosciuto di tutti, e anche il più tradotto, rimane
Necropoli, la testimonianza autobiografica dei mesi passati in
diversi campi nazisti tra il 1944 e il 1945.

Lo scrittore fu infatti deportato in Germania dopo l’arresto,
avvenuto a Trieste, da parte di collaboratori del regime nazista
sloveni, per via della sua adesione al fronte di Liberazione
sloveno. Tornò nella città natale dopo un lungo periodo di
convalescenza in Francia, Paese al quale è ancora oggi molto
legato e grazie al quale i suoi scritti hanno attirato
l’interesse di tutta Europa.

Malgrado la fama internazionale degli ultimi decenni, lo
scrittore triestino ha continuato a perorare molte cause locali,
quali il diritto all’uso dello sloveno e la conservazione della
memoria dei crimini perpetrati dal regime fascista. Negli ultimi
anni, in particolare, Pahor si è adoperato affinché non si
cancellino le tracce di diversi campi di internamento italiani.

“La biografia di Pahor è piena di atti coraggiosi e di battaglie
politiche. Tutto va ricordato, trasmesso e custudito. Ma Pahor
non è solo passato, è anche presente e futuro grazie al suo
esempio di intransigenza morale e incorruttibile onestà morale e
dignità etica, paragonabile al suo coetaneo recentemente
scomparso Stephane Hessel”, conclude Torrenti
ARC/PV/ppd

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