Ddl Cirinnà, chiesta l’eliminazione di ogni riferimento alla stepchild adoption e, nella disciplina delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, agli istituti del matrimonio e dell’adozione

Consiglio provinciale, approvato odg per subordinare l’iter di revisione dello statuto regionale alla conclusione della riforma costituzionale.
Ddl Cirinnà, chiesta l’eliminazione di ogni riferimento alla stepchild adoption e, nella disciplina delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, agli istituti del matrimonio e dell’adozione. 

Con 18 favorevoli, 9 contrari e un astenuto, il Consiglio provinciale ha approvato l’ordine degli giorno proposto da Fi, Ln, Udc e Federico Simeoni (Patrie Furlane – Gruppo Misto) con la richiesta di posticipare l’approvazione della modifica dello statuto di autonomia della nostra Regione in attesa che si concluda l’iter di riforma costituzionale, al fine di evitare, in caso di bocciatura del quesito referendario confermativo, una grave e illegittima difformità ordinamentale per il Friuli Venezia Giulia. Con l’ordine del giorno, inoltre, si chiede alla Presidente della Regione, vista l’attuale confusa situazione sull’iter attuativo della legge 26/2014 e relativo slittamento dei termini e costituzione delle Uti, il rinvio dei trasferimenti delle competenze e delle funzioni dalle Province alla Regione, valutando anche la situazione del personale, non solo sotto il profilo numerico ma anche per la competenza e la pluralità degli ambiti operativi. Avanzata anche la proposta di istituire un tavolo istituzionale dove, in forma partecipata, vengano valutate e approfondite le proposte di riforma degli enti locali con il coinvolgimento dei portatori d’interesse dell’intera comunità regionale. L’odg è stato illustrato dal capogruppo della Lega Nord Mauro Bordin, cui sono seguiti gli interventi di Nino Bruno (Udc) e Federico Simeoni. Contro le implicazioni della riforma statutaria (in particolare sull’obbligatorietà delle Unioni previsto dall’articolo 11) e le ripercussioni conseguenti all’intreccio con la legge 26/2014, le istituzioni delle Uti, si sono espressi Renato Carlantoni (Fi), Eros Cisilino (Ln), Marzio Giau (Fratelli d’Italia), Pietro Dri (Fi). Perplessità anche da parte di Fabrizio Dorbolò (Sel). Di parere opposto, Salvatore Spitaleri, Arnaldo Scarabelli, Alberto Soramel, Gabriele Pitassi, Franco Lenarduzzi, Andrea Simone Lerussi e Luciano Cicogna (Pd). Ampio e articolato il dibattito partito dal voto della proposta di riforma statutaria fatto dal Consiglio regionale, passando per la futura organizzazione degli enti locali in Fvg e la frammentarietà conseguente alla costituzione delle Uti, il progressivo centralismo regionale, il futuro ruolo degli amministratori locali nelle assemblee delle Unioni, le fusioni tra Comuni, i maggiori costi della riforma.

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