Delitto Lignano: Lisandra “mai pentita”

Lisandra Aguila Rico

Il comportamento di Lisandra Aguila Rico “non presenta alcun profilo di meritevolezza, né durante l’azione criminosa né successivamente”, senza manifestare pentimento tranne quello “largamente tardivo manifestato in udienza” con la lettera di scuse nei confronti delle vittime. Lo scrive il Gup di Udine Roberto Venditti motivando la condanna all’ergastolo, pronunciata il 3 ottobre scorso al termine del processo con rito abbreviato per l’omicidio degli anziani coniugi Paolo Burgato e Rosetta Sostero.

A prescindere da chi materialmente ha inferto agli anziani coniugi di Lignano le coltellate mortali, Lisandra secondo la tesi del pm Danelon condivisa almeno in parte anche dal giudice che attribuisce con certezza a un “destrimane” l’uccisione di Burgato, per lo stesso giudice c’è stata “piena adesione di Lisandra alle condotte del fratello”. Alla massima condanna il Gup arriva applicando l’aggravante dell’uso di crudeltà e sevizie ai danni delle vittime. Le efferate violenze inflitte in quella fase, durata un’ora e mezza o due, secondo i calcoli del giudice, “non potevano essere finalizzate alla commissione della rapina” e “non avevano certo finalità di difesa”. “Erano in realtà frutto dell’ira incontrollabile e della frustrazione che seguivano al fallimento della rapina”, scrive ancora il giudice nelle 80 pagine di sentenza, ravvisando nell’azione dei due fratelli in pieno concorso “una particolare efferatezza che superava ampiamente quella necessaria e sufficiente al perseguimento del fine omicidiario”, scattato dopo che Reiver sarebbe stato riconosciuto da Burgato