
6 dicembre 2012 – da leonarduzzi.eu – Capezzone, il già presidente della Xa commissione alla camera e animatore anche in FVG, di iniziative in favore dell’impresa, è stato il primo a esprimere a stretto giro di agenzia, il suo pensiero sulla Ri-discesa in campo di Berlusconi. “Berlusconi è l’unica chance per il Paese”.
Ferruccio Saro da Martignacco invece, quando ha notato la straberia astensionista al senato è andato su tutte le furie. Astenersi equivale al voto contrario. Quindi, per il navigato senatore, il messaggio è chiaro: Berlusconi ha deciso di togliere la fiducia a Monti e frenare i bollenti spiriti dell’esuberante Passera..
Al telefono Saro è fuori di sé, “non capiscono, non sono nemmeno capaci di avere il coraggio di andare fino in fondo!!” Insiste:” E’ da pazzi, in un momento come questo far cadere il governo!!” IN realtà al Senato hanno votato a favore del dl sviluppo solo in quattro del PDL: Giuseppe Saro, Paolo Amato, Franco Orsi e Beppe Pisanu. Sembra strano, eppure Saro si trova in compagnia di Meloni, Gottardo, Contento.
Forse il senatore vede svanire il progetto centrista che stava germogliando attorno a Monti che avrebbe assicurato altri 5 anni in parlamento.
6 dicembre 2012 – da leonarduzzi.eu Ormai è una questione di ore. Astenersi al senato sul decreto sviluppo vuol dire spedire immediamente Monti da Napolitano, senza motoretta. IL governo dei tecnici non ha più la fiducia. Finalmente, qualcuno si è accorto che a Udine i consumi, a causa di Monti, sono crollati sottozero.
Ora, sorvolando sulla coda di baciapiedi che sfileranno ad Arcore alla ricerca di un sorriso, la crisi di governo che finalmenet tutte le categorie economiche si aspettavano, introduce un elemento di chiarezza cristallina per la nostra regione. Primo luogo: elezioni politiche anticipate a febbraio accorpate alla lombardia, lazio e molise; secondo, la madre di tutte le riforme, quella sulla riduzione dei regionali, rischia di non vedere la luce. Terzo, Tondo avrà tempo fino ad aprile per tarare il progetto autonomista senza correre il rischio di farsi risucchiare dal probabile successo del PD di Bersani alle politiche.
Infine, l’interrogativo che incombeva nell’aula del parlamentino regionale stasera a Trieste, era il seguente:”Che faccio? sto qui o tento Roma?” Incognite fatali che non concedono errori. Consiglieri regionali incredibilmente frastornati. Assessori regionali attaccati al telefonino e in diretto contatto con la sede nazionale del partito. Chi andrà a sostituire l’uscente? E se dovesse andar male?