Diario elettorale: Serracchiani minaccia di ritirare la candidatura. Ecco perchè

Riassumiamo per  chiarezza  il gioco che si sta consumando all’interno del partito democratico friulano.

Innanzitutto il Partito Democratico nazionale. Dopo la vittoria Bersani ha comunque deciso di dare uno stop con le ricandidature ad libitum concedendo solo una quota di deroghe. Così chi era già stato in regione  più  volte non avrebbe più potuto ricandidarsi.

  • Il senatore Pertoldi eletto nelle ultime due legislature al senato si chiama fuori dai giochi.
  • A fregare Moretton, attuale capogruppo in consiglio regionale del PD, è stato invece l’avviso di garanzia ricevuto in merito la periodo in cui era commissario della laguna di Grado e Marano. Per cui né consigliere né parlamentare
  • Altri esclusi eccellenti dal prossimo consigio regionale sono Baiutti, 20 anni da sindaco di Cassacco e in regione dal 98,  e Brussa anche lui consigliere regionale da 15 anni.

Il Partito da Roma non concede deroghe per il Friuli e nessuno dei succitati concorre quindi per il seggio alle regionali. Ovviamente rivoluzione interna  visto che poi a essere segati sono quasi tutti ex margheritini o vicini a Renzi

L’arrivo di Monti nell’agone politico smuove le acque e alcuni di questi, Pertoldi esplicitamente, meditano di passare al possibile partito che sosterrà il presidente del consiglio uscente. La lunga militanza politica dei politici in questione è anche portatrice di un buon bacino di voti che potrebbero andare dunque dispersi. Voti che potrebbero essere determinanti per le elezioni regionali nelle quali il candidato Serracchiani si trova a duellare fianco a fianco con il presidente uscente Renzo Tondo.
La Serracchiani si lancia in una difesa ufficiale e accorata dei posti che sarebbero da attribuire dal partito regionale.  ”In Friuli Venezia Giulia chiedo che tutti i posti fuori quota siano espressione del territorio, che non puo’ sopportare di essere gravato da candidature esterne”

Non basta. La Serracchiani mette sul piatto addirittura la sua candidatura ‘Le scelte del Comitato stanno minando la tenuta del Partito e mettendo in difficolta’ la mia candidatura alle regionali, sulla quale  devo percio’ mantenere aperta, mio malgrado, una riflessione’

Intanto i movimenti intorno al partito Monti – definiamolo così – si moltiplicano: l’UDC  in una riunione promossa da Anzolini si butta nella marea alla ricerca della spinta giusta. L’ambizione per il giovane sarebbe addirittura quella di un posto per la corsa al Parlamento.

In tutto questo la vecchia guardia PD rimane apparentemente in silenzio ben cosciente che a due giorni dalle parlamentari non sarà possibile rivedere la candidature. Possibile che vogliano costituire il partito regionale a firma Monti? La data delle regionali è ancora lontana (21 aprile) e c’è tutto il tempo per costruire un candidato (anche se c’è chi sostiene che il nome ci sia già chiaro e definito nella testa dei transfughi PD) in grado di mettere in croce la Serracchiani.

Nel frattempo si attendono le mosse a livello nazionale del movimento pro Monti le cui candidature pare debbano essere sottoscritte dallo stesso ex presidente del Consiglio. Nel marasma romano uno dei primi a credere nel progetto Monti è stato l’onorevole Ferruccio Saro abilissimo dottor sottile della politica che saprà ben intrecciare i giochi.

Infine giusto ricordare quella che era una voce di corridoio che scosse la politica friulana: al momento dell’insediamento del governo Monti oltre al poi ministro Clini l’altro nome sulla bocca di tutti era quello del rettore Compagno. Il suo mandato all’università (non rinnovabile) scade proprio a marzo. La professoressa ha sempre negato di volersi dare alla vita politica, ma lo diceva anche Monti

 

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