DRAGON BLADE: venerdì 24 Aprile ore 20.00 al Far East Film Festival

dragon blade

Lo scontro tra civiltà diverse e un travolgente messaggio pacifista garantiscono un divertimento grandioso in Dragon Blade di Daniel Lee, un racconto high-concept incentrato sulla presenza di Romani nell’antica Cina, che mette insieme l’hongkonghese  con divi di Hollywood. La storia si svolge nel 48 a.C., nei paesaggi deserti della Cina occidentale, dove divampano le tensioni tra trentasei nazioni diverse lungo la Via della Seta. A intervenire come mediatore tra unni, uiguri, indiani bianchi e altri è la Squadra di Protezione della Via della Seta, capeggiata da Huo An (Chan), un campione di arti marziali che declama regolarmente consigli conciliatori. Le cose però si mettono male per la squadra quando sono tutti arrestati con l’infamante accusa di fare contrabbando e spediti nella remota città di Wild Geese Gate per aiutare a riparare le mura fatiscenti. È allora che arrivano i Romani.

Sotto la guida di Lucio (John Cusack), una legione romana stanca e affamata arriva in città e si prepara a conquistarla, ma l’inevitabile battaglia viene fermata da una tempesta di sabbia. Huo, sempre fautore di pace, offre loro riparo in città e Lucio accetta, mettendo in moto una collaborazione tra i Romani e gli uomini che lavorano alla massiccia opera di ristrutturazione. Mentre vengono avviati i lavori per terminare in fretta il restauro della città grazie alle capacità dei Romani nel campo delle costruzioni, si profila una nuova minaccia. La legione protegge un ragazzo cieco, Publio (Jozef Waite), e sia lui che Lucio sono braccati dal console romano Tiberio (Adrien Brody), un uomo senza scrupoli che comanda un esercito di 100.000 soldati e che progetta di conquistare la Via della Seta per l’Impero Romano.

Gli spettatori potrebbero pensare che Dragon Blade sia ispirato a fatti reali, ma il presupposto secondo cui i Romani si sarebbero spinti fino ai margini del deserto dei Gobi più di duemila anni fa rimane solo una teoria. Meglio, quindi, prendere il film di Daniel Lee semplicemente per uno spettacolo grandioso, con una novità interculturale non dissimile da quella delle recenti commedie nipponiche Thermae Romae. Daniel Lee utilizza il punto di vista dei Romani per instillare nuova vita nella stagnante epica cinese in costume, con scontri, strategie di battaglia e persino gare di bravura che acquisiscono forme e contrasti nuovi, mentre la differenza culturale è resa attraverso il canto, le opere di ingegneria e altro ancora.
L’azione in Dragon Blade comprende le grandiose scene di battaglia che ci si aspetta in questo genere di film, ma introduce anche impressionanti sequenze di combattimento utilizzando il progetto di Wild Geese Gate come sfondo e attrezzature. Le scene di battaglia e persino di tortura possono risultare brutali, ma i combattimenti di Chan seguono i dettami dell’attore che da gran tempo ha scelto di minimizzare la violenza. Si può vedere Chan colpire di piatto con la spada, per esempio, invece che squarciare effettivamente la carne.
In un film che utilizza prevalentemente il cinese mandarino e l’inglese, Chan utilizza un approccio proveniente sia dai suoi film cinesi che da quelli hollywoodiani, estendendo l’azione su larga scala dei precedenti successi di Hong Kong e aggiungendoci anche il proprio stile di inglese familiare. I due attori americani hanno ruoli distintivi: il Lucio di John Cusack ha modo di stringere un rapporto con Chan nei momenti più tranquilli, e Adrien Brody (al suo secondo film cinese dopo l’epica sulla carestia Back to 1942) ce la mette tutta interpretando un avversario odioso.
Nella versione originale distribuita in Asia, Dragon Blade è stato proiettato con un prologo ed un epilogo che incorniciano la storia, per cui il film inizia con degli esploratori dei nostri giorni che scoprono un’antica città romana in Cina, e finisce con gli stessi esploratori commossi fino alle lacrime dalla storia della città. Ma l’epopea di Lee è abbastanza convincente anche senza tale contesto aggiuntivo. L’intero film, dalle prime battaglie tra le tre dozzine di popoli fino alle scene con gli antichi romani, è imbevuto dal tema ottimista della pace da costruire tra i popoli. Il suo messaggio positivo aumenta il valore di puro intrattenimento di Dragon Blade, che ha riscontrato un’accoglienza particolarmente calorosa dal pubblico della Cina continentale, fino a ottenere il primo posto nella classifica del botteghino per tutto il periodo delle vacanze per il Capodanno Lunare.
Tim Youngs