Economia: 20 anni di Euro, boom delle esportazioni FVG

Vent’anni di euro, 62 anni di Europa: ne valeva la pena? Alla domanda ha cercato di rispondere Confartigianato-Imprese Udine mettendo sul piatto una serie di indicatori che mostrano come sia cambiata l’economia Fvg dal lontano 1999, anno di nascita della moneta unica (entrata poi in corso il 1° gennaio 2002), al 2017. I dati dicono che nel periodo lo stock di imprese è diminuito, ma l’export a prezzi costanti verso i paesi extra Ue è raddoppiato. Se sia tutta colpa o merito della moneta unica è difficile a dirsi, certo una parte di corresponsabilità c’è, specie in settori – come l’autotrasporto – che all’euro e all’Europa hanno pagato un prezzo spesso troppo alto. I dati sono stati presentati lunedì sera a Udine, commentati da Luca Piana, giornalista di Affari e finanza, l’inserto economico de La Repubblica, che ha allargato il campo offrendo uno spaccato nazionale e internazionali sugli anni presi in esame. Anni che hanno visto una profonda mutazione dello scenario economico. Nel Belpaese le prime 10 imprese per fatturato attive nel 1999 sono radicalmente mutate nel 2017 e al primo posto della Fiat si è sostituita l’Enel. “C’erano 5 imprese manifatturiere, oggi ce ne sono appena 3, e ai primi posti abbiamo tutte società pubbliche. Siamo ancora il paese della manifattura?” ha chiesto Piana provocatorio. 

Siamo il paese delle imprese artigiane è la risposta che viene dai dati dell’Ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine. Se le imprese considerate nel loro complesso sono calate del 12% tra il 1999 e il 2018, passando da 102mila 760 a 89mila 817, 12mila 943 in meno, quelle artigiane hanno perso sì ma meno della metà. Da 29mila 747 sono passate a 28mila 113, -1.634 in valore assoluto (-5,5%). Il settore che ha pagato di più è stato quello dell’autotrasporto per cui l’Europa ha significato soprattutto concorrenza sleale dei Paesi dell’Est, una dinamica che il Fvg, per posizione, ha pagato più di tutti: le imprese perse nei primi 20 anni dell’euro sono state 1.466 (-38,3%). Come detto, a riportare la bilancia a pendere dalla parte dell’Europa, del mercato unico e dell’eurozona c’è il dato, tutto positivo, sulle esportazioni. L’export a prezzi correnti del Friuli Venezia Giulia nell’Ue 28 era pari nel 1999 a 5.2 miliardi, a 2,4 nei paesi extra Ue. Totale nel mondo: 7.6 miliardi. Nel 2017 (ultimo dato disponibile) il balzo in avanti è considerevole. Nell’Ue 28 le esportazioni dalla regione sono passate a 8,2 miliardi, a 6,5 miliardi oltre l’area Schengen. Totale: 14,7 miliardi. L’export in Europa è cresciuto del 59% a prezzi correnti e del 20% a prezzi costanti, quello extra Ue 28 del 165% a prezzi correnti e del 100% se si eliminano gli effetti dell’inflazione. “Se è vero che in questi anni c’è stata una contrazione dello stock di imprese è vero anche che il mercato unico ha consentito alle imprese di rafforzarsi in Europa giovandosene a cascata nei paesi fuori dall’Unione” ha detto Piana. Eva Seminara, presidente zonale di Confartigianato-Imprese Udine nonché promotrice, insieme al consiglio di zona, di questo appuntamento formativo sulle dinamiche macro-economiche, ha concluso l’incontro sollevando un interrogativo: “Il cambiamento c’è stato ed è innegabile. Positivo laddove ci ha consentito di rafforzare le esportazioni, negativo invece per quanto riguarda le imprese attive. Ma è dipeso dall’euro o dal contesto globale? Perché io, quando apro bottega la mattina, mi devo scontrare con un colosso come Amazon…”. Il presidente provinciale Graziano Tilatti le ha fatto eco. “La piccola impresa deve fare i conti con un contesto macro sempre più complesso e competitivo. Resto però ottimista: è stata il motore di questo paese fin dal secondo dopoguerra e spero torni ad esserlo ancora. Spero, soprattutto, che ci lascino lavorare. In Italia e in Europa”.

Imprese
TOTALI
19992018
102.76089.817
-12.943
-12,6%
Imprese
ARTIGIANE
20002018
29.74728.113
-1.634
-5,5%