Economia: anche dal Friuli contro i Voucher per l’agricoltura

Parteciperà anche una delegazione della nostra regione al presidio nazionale organizzato a Roma nei giorni 24, 25 e 26 luglio, per esprimere contrarietà e fermare la reintroduzione dei voucher in agricoltura, lo dichiarano Claudia Sacilotto, Fabrizio Morocutti e Pier Paolo Guerra, segretari regionali rispettivamente di FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL.

Il ripristino dei voucher, soprattutto in agricoltura, con il ‘Decreto dignità’ facendolo quasi passare come la panacea per l’occupazione è per le scriventi sbagliato oltre che fuorviante. Infatti – ne sono convinti – Sacilotto, Morocutti e Guerra – con la reintroduzione dei voucher, in campo agricolo, si otterrà l’effetto contrario: perdita di tutele e aumento della precarietà. Non bastasse i controlli per debellarne l’abuso è sempre stato vanescente….

I salariati agricoli a tempo determinato o comunemente definiti ‘avventizi agricoli’, nella nostra regione dai dati Inps, sono ben 14.564 nel 2017 mentre nel 2016 erano 12.298.

Merita rammentare, per chi non ne fosse a conoscenza, che il contratto a termine agricolo:

  • non ha mai avuto ‘vincoli’ rispetto al numero massimo di contratti a cui il lavoratore può essere soggetto: tanto, che ci sono lavoratori che hanno iniziato e ultimato così la loro vita lavorativa … andando in seguito anche in pensione;

  • non ha ‘vincoli’ di giorni di sospensione da rispettare tra un contratto e l’altro;

Eh si! È proprio un contratto di assunzione con diritti e doveri ! mentre il voucher è tutt’altra cosa !

E proprio per la flessibilità connaturata da sempre al settore agricolo, che il contratto a tempo determinato in agricoltura è la regola. Infatti, sempre nella nostra regione, il 90% dei dipendenti occupati in agricoltura sono interessati da questa tipologia di ‘avventiziato’.

Il settore agricolo si caratterizza per una ‘naturale’ discontinuità delle prestazioni lavorative che giustifica la disciplina di favore in tema di prestazioni previdenziali proprio per la peculiarietà del lavoro svolto, caratterizzato da una spiccata ‘stagionalità’ data dalle colture e dall’oggettivo condizionamento del fattore atmosferico che determina anche la maturazione dei prodotti.

Ci sono voluti anni di lotte sindacali per poter ottenere queste norme previdenziali che supportino i lavoratori/lavoratrici agricoli. Infatti con un minimo di giornate lavorate e dichiarate dalle aziende all’Inps, lavoratrici e lavoratori possono aver diritto al riconoscimento di prestazioni previdenziali, quali il pagamento della malattia, della maternità e congedo parentale; dei permessi legge 104, della disoccupazione agricola, degli assegni nucleo familiare. Ultimo ma non certo meno importante: la maturazione e il diritto alla pensione.

Con i voucher invece non si ha diritto a nulla di tutto questo! E, non bastasse, le trattenute che vengono effettuate… non ‘erogheranno’ alcuna prestazione ! … della serie, soldi trattenuti ai lavoratori, versati all’Inps per fare cassa, ma che non daranno alcuna riscontro ai lavoratori.

E, a quanti sostengono che i pensionati non vogliono ‘essere assunti’… stiano tranquilli ! I voucher per ‘pensionati’ e ‘studenti’ non sono mai stati eliminati…