ECONOMIA: AUTONOMIE REGIONALI PER LA QUALITA' DELLA CRESCITA

Trento, 3 giugno – Le specialità sono costrette a essere ambiziose, per la loro storia, per la necessità di continuare a essere virtuose, e oggi anche perché allo sviluppo bisogna affiancare la qualità della crescita.

Ne sono consapevoli i presidenti della Provincia di Trento e della Regione Friuli Venezia Giulia, Ugo Rossi e Debora Serracchiani che, affiancati dal governatore della Lombardia Roberto Maroni, hanno dato vita all’incontro Le Regioni per la crescita, moderato dalla giornalista economica Nunzia Penelope, in apertura della prima giornata dell’undicesima edizione del Festival Economia Trento.

Autonomie, che “devono essere in presa diretta con le sfide globali” come aveva sottolineato Ugo Rossi inaugurando ieri sera la manifestazione (promossa da Provincia, Comune e Università), che per Serracchiani sono e restano diverse – anche per garantire crescite durature e sostenibili nel rispetto di differenze molto forti, ha osservato lo stesso Rossi – e che il Friuli Venezia Giulia ha declinato negli ultimi anni soprattutto nel senso dell’accessibilità, delle relazioni internazionali, della semplificazione.

Si può essere “speciali” quanto si vuole, ha poi aggiunto, ma se non hai le competenze giuste ed eccellenti, non si va lontano, ricordando, ad esempio, le nuove prospettive del Porto di Trieste, l’impegno per nuovi collegamenti viari e ferroviari, lo snellimento della burocrazia (FVG oggi seconda Regione per la riduzione del peso burocratico per le imprese, ha detto), le nuove alleanze internazionali, con il recente accordo stretto con la Baviera e le proiezioni nate a inizio anno a Teheran in campo logistico, industriale e in Ricerca&Sviluppo.

Un’autonomia, quella del Friuli Venezia Giulia, che partiva da basi “pesanti”, come un conflitto mondiale che aveva colpito duramente tutti i territori, che leggeva il suo futuro ancora all’insegna dell’emigrazione nel mondo, che doveva portare sulle spalle la tragedia sociale e produttiva del sisma del maggio 1976, ma che sempre dalla sua istituzione si era dimostrata virtuosa e con i conti in ordine: un’autonomia, ha dichiarato, che ha bisogno di essere esercitata quotidianamente, anche magari anticipando scelte nazionali, e che il Friuli Venezia Giulia più che mai ora vuole esercitare puntando per ripartire su un’utile opera di rammendo delle cose esistenti.

Specialità, quelle di Trento e FVG, “parecchio invidiate” da Maroni e che oggi, sempre secondo il presidente della Lombardia, debbono rimanere ed essere ampliate: autonomie che dovrebbero essere messe a disposizione di tutte le aree territoriali “che se lo meritano”, all’insegna comunque solo di una crescita puntata sulla qualità, hanno poi concordato Maroni e Rossi.

E una specialità, ha aggiunto il governatore lombardo, che non è né vantaggio né privilegio, una condizione che anzi deve trovare ulteriori valorizzazioni in Italia (solo se strumentale allo sviluppo di un territorio però). Il presidente Maroni ha quindi posto l’accento sullo stretto rapporto della Lombardia con il Trentino e il Friuli Venezia Giulia (assieme ad Alto Adige, Veneto, Piemonte, Val d’Aosta e Liguria) nell’ambito della nuova strategia macroregionale europea dedicata al comprensorio alpino (EUSALP) puntando sulla Cooperazione tra cinque Paesi comunitari, due Nazioni extra Unione Europea e complessivamente 48 realtà regionali.

ARC/RM/ppd

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