Economia: in Friuli i NEET sono 40mila

Sono 40 mila, in Friuli Venezia Giulia, i giovani senza lavoro. Uno su cinque nella fascia tra i 15 e i 34 anni. Metà di loro l’impiego neppure lo cercano. Sono i cosiddetti Neet (not in education, employment or training), che non studiano, non lavorano e, soprattutto, non fanno nulla per cambiare la loro condizione.

E’ quanto emerge da un’analisi condotta dalla componente della segretaria regionale della UIL FVG Magda Gruarin, illustrata domenica 28 ottobre nel corso di un incontro su “I Giovani – Inquietudini e prospettive nella fase di un cambio d’epoca”, organizzato dal centro culturale Il Ridotto nel centro Turoldo a Coderno di Sedegliano, di cui Gruarin è stata ospite insieme al direttore artistico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine Giuseppe Bevilacqua, dal professor Claudio Freschi e da don Davide Larice.

“La disoccupazione giovanile in Italia (32,6% in crescita rispetto al 32,2% registrato a maggio) è il doppio della media europea. Il tasso nell’Eurozona è pari al 16,9% contro il 18,9% di 12 mesi fa. Nell’Unione Europea a 28 la disoccupazione è scesa al 15,2% rispetto al 16,8% registrato nel giugno 2017. I tassi di disoccupazione più bassi si sono registrati a Malta (5,5%), in Germania (6,2%) e nei Paesi Bassi (7,2%)”, illustra Gruarin nonostante le difficoltà di leggere i dati.

“Nel 2017 il numero degli occupati in Friuli Venezia Giulia si è attestato a 505.120 unità, con un trend in leggera crescita, caratterizzato dall’aumento degli occupati part-time che nella maggior parte dei casi è una scelta non volontaria. Nel conto rientrano anche i precari e i voucher. L’impatto della crisi sul mercato del lavoro – prosegue Gruarin –  è stato particolarmente marcato per i giovani: il tasso regionale di disoccupazione giovanile15-24 anni, pur passando dal 28,5% del 2016 al 25,4%del 2017, resta ancora distante dal 13,2% del 2008 e dal 6,8% della Germania”.

“Sarebbe sbagliato, scorretto e fuorviante dare un giudizio sui giovani, additarli come bamboccioni – analizza la situazione la segretaria Magda Gruarin -. Sarebbe sbagliato per due ragioni: ci sono tanti esempi positivi e siamo tutti all’interno delle dinamiche sbagliate di questa società”.

Secondo Gruarin, in questo cambio epocale che stiamo attraversando, “la trasformazione della società e del mondo del lavoro, a seguito della crisi economica, della globalizzazione e dell’avvento prorompente dell’era digitale, hanno portato a un indebolimento dell’economia, a un aumento della precarietà e all’impoverimento di tante famiglie che in realtà sono il cardine della società e un punto di riferimento e sostegno per i giovani”.

“L’offerta non riesce a garantire ai giovani l’ingresso e la permanenza nel mercato del lavoro. Le aspettative rispetto a un lavoro immediato, ben pagato e senza dover fare tanti sacrifici si scontrano al momento della ricerca del lavoro. E i giovani – conclude Gruarin – vivono un senso di impotenza e sfiducia”.