Effetto Covid sul terziario: persi 5000 posti di lavoro

Sono circa 5mila i posti di lavoro andati in fumo nel 2020 nel terziario del Friuli Venezia Giulia, il comparto maggiormente penalizzato dalla pandemia. Altri 40mila lavoratori sono stati considerati a rischio a inizio 2021, ma fortunatamente, a metà anno, si è registrata una “tenuta” dell’indicatore congiunturale relativo ai livelli occupazionali. Sono alcuni dei dati emersi in un incontro con la stampa degli Enti bilaterali del Terziario e del Turismo del Fvg, che hanno commissionato a Format Research e Ires Fvg un’indagine sugli effetti dell’emergenza Covid in regione. «Abbiamo erogato contributi economici a sostegno dei lavoratori messi in cassa in deroga e Fis e anche alle imprese per l’acquisto di dispositivi di sicurezza, per far fronte all’impatto negativo prodotto dalla pandemia – afferma il presidente degli Enti bilaterali Mauro Agricola, con il vicepresidente Fabio Pillon –. Si tratta di una somma di circa 700mila euro, comprensivi del co-finanziamento pari al 50% da parte degli Enti nazionali. Per il terziario si sono impegnati 356mila euro, mentre per il turismo l’esborso è stato di 323mila euro. Queste iniziative hanno visto l’impegno di diverse strutture, quanto a gestione, elaborazione e coordinamento; a tal proposito, mi sento di ringraziare tutta l’organizzazione dei Comitati territoriali degli Enti che si sono prodigati per rendere snello e veloce l’iter delle domande presentate».

«In una regione in cui il saldo occupazionale anche nei primi mesi del 2021 resta positivo, il terziario è sicuramente uno dei settori economici più colpiti dall’emergenza – commenta l’assessore al lavoro Alessia Rosolen –. Accompagnare le imprese e i lavoratori di questo settore nelle trasformazioni in atto nel mercato del lavoro è una nostra priorità. La collaborazione con le associazioni di categoria c’è già e siamo pronti a ragionare assieme su quali azioni mettere in campo a partire dalla nuova programmazione regionale del Fse 2021-27. Nel Piano “Apprendiamo & Lavoriamo in Fvg”, il documento che accompagnerà le politiche di formazione e occupazione per i prossimi sette anni – continua Rosolen – abbiamo già introdotto alcune importanti novità tra cui la formazione continua per le imprese al fine di sostenere l’adattamento dei lavoratori occupati all’innovazione dei processi organizzativi e dei servizi e un maggiore coinvolgimento delle aziende nell’incrocio domanda e offerta».
A fornire un quadro della situazione sono stati il direttore scientifico di Format Research Pierluigi Ascani, e il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo, che congiuntamente curano l’Osservatorio congiunturale sull’andamento dell’occupazione nel terziario in regione.
Format Research, che ha realizzato 1.536 interviste alle imprese e 1.000 ai lavoratori occupati nel settore, ha evidenziato i numeri dell’impatto della pandemia sull’occupazione e sottolineato le conseguenze dell’emergenza sui livelli occupazionali, già ben visibili. A causa della crisi da Covid un terzo dei lavoratori del terziario del Fvg ha visto peggiorare la propria condizione economica e il 56% di questi non riesce a identificare quando sarà possibile tornare alla situazione pre-emergenza (il 12% teme addirittura di non riuscire più a tornarci). Nel complesso, sono circa il 7% i lavoratori che temono di perdere definitivamente il proprio posto di lavoro ora che è terminato il blocco dei licenziamenti e oltre la metà immagina di avere difficoltà a trovare una nuova occupazione e di dover ricorrere ad ammortizzatori sociali.
Tra gli altri contenuti del report di Format, l’analisi su smart working (il 41% delle imprese del terziario Fvg vi ha fatto ricorso in pandemia e, di queste, il 62% intende continuare a farlo anche in futuro), e.commerce (il 49% dei consumatori Fvg ha incrementato i proprio acquisti online durante la crisi; il 70% delle imprese del terziario Fvg ha un sito web aziendale), welfare aziendale (il 44% del campione ha previsto soluzione di conciliazione vita-lavoro in favore dei propri collaboratori negli ultimi 18 mesi), fabbisogni formativi (il 48% dei lavoratori ha partecipato ad attività di formazione negli ultimi due anni).

Da parte dell’Ires Fvg è arrivato quindi il dettaglio dei posti di lavoro persi nel 2020 (1.600 nel raggruppamento commercio, alberghi e ristoranti, 3.400 nelle altre attività di servizi) e  delle ore di cassa integrazione guadagni straordinaria, sempre l’anno scorso, più che raddoppiate rispetto al 2019 (da 135.639 a 361.211). L’effetto pandemia si vede tuttavia soprattutto osservando gli interventi in deroga. Nel solo terziario in Fvg nel 2020 sono stati superati i 12 milioni di ore autorizzate, cui vanno aggiunti i quasi 23 milioni di ore autorizzate nell’ambito dei Fondi di Solidarietà. Nel 2021 (periodo gennaio-settembre), ha spiegato Russo, si registra però una flessione sia delle ore di cassa integrazione autorizzate nel terziario (-26,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia di quelle relative ai Fondi di Solidarietà (-30%), a testimonianza del superamento della fase più critica. L’unica eccezione si evidenzia nel comparto turistico (alberghi e pubblici esercizi, +32,1%), che nei primi mesi di quest’anno era ancora gravato dalle restrizioni connesse alla pandemia. Approfondimenti Ires Fvg anche sulla diminuzione della propensione imprenditoriale (le imprese attive del commercio sono diminuite del 14,3% tra 2009 e 2020, mentre il turismo cresce del 6%, i servizi alla persona segnano il +14,8% e i servizi alle imprese il +11,8%) e sul lavoro autonomo, «comparto che invecchia»: nel 2010 i commercianti iscritti alla gestione speciale Inps (che comprende anche i gestori delle imprese del turismo) erano oltre 41.000 in Fvg, nel 2020 si è scesi a 36mila (il -13,3% è la diminuzione più alta d’Italia).