Famiglia: Fedriga, legge quadro Fvg dovrà imprimere svolta demografica

Rosolen, norma toccherà temi trasversali, da educazione a lavoro

Udine, 16 ott – “La sfida che l’Occidente deve darsi per
garantire a sé un futuro è la natalità. Questa è una delle
battaglie più importanti per dare prospettiva alla famiglia”.

Questo il concetto espresso dal governatore del Friuli Venezia
Giulia, Massimiliano Fedriga, all’apertura dei lavori degli Stati
generali della famiglia che si sono svolti in sessione plenaria a
Udine, nell’auditorium Comelli della Regione.
Fedriga ha ricordato come l’avvio del suo mandato sia stato
caratterizzato proprio dalla creazione di uno specifico servizio
per la famiglia all’interno della struttura amministrativa
regionale con cui sono state definite puntuali politiche
sostenute da ingenti contributi economici.

“C’è stato un deciso cambio di passo rispetto al passato – ha
sottolineato il governatore -; abbiamo triplicato le risorse per
l’abbattimento delle rette negli asili nido, abbiamo investito 10
milioni di euro nello sconto sul trasporto scolastico sia urbano
che extraurbano, abbiamo garantito un bonus alla natalità per
tutti gli anni dell’attuale legislatura, investito 1,5 milioni di
euro sul diritto allo studio, introdotto incentivi per le
assunzioni di mamme con bimbi di età inferiore a 5 anni,
contributi per i centri estivi e per le baby sitter e molto altro
ancora”.

Uno sforzo che Fedriga considera “ingente ma non sufficiente,
poiché richiede l’avvio di un percorso culturale di
sensibilizzazione per superare il problema della denatalità che
stiamo riscontrando a livello nazionale e in maniera più
accentuata nella nostra regione”.

I dati Istat collocano il Friuli Venezia Giulia tra le regioni
più “vecchie” di Italia: l’incidenza della popolazione anziana è
pari al 26,4%. Più di 1 persona su 4 ha superato 65 anni e il
tasso medio di fecondità è pari a 1,23 figli per donna, valore
inferiore sia al dato nazionale (1,29) sia a quello del Nordest
(1,35). A livello demografico nazionale, negli anni ’50 il
rapporto era di 2 nati per ogni morto, nel 2019 è diventato di 2
nati ogni 3 morti.

L’evento di oggi chiude un percorso partecipativo snodatosi tra
settembre e ottobre in quattro incontri (dedicati rispettivamente
a famiglia e lavoro, crescita dei figli, povertà ed esclusione
sociale, previdenza complementare e quoziente famigliare), e apre
la strada alla redazione e all’approvazione di una nuova legge
regionale sulla famiglia.

“La sfida non si esaurisce con una norma seppure il Friuli
Venezia Giulia sarà la prima regione italiana a dotarsi di una
legge organica” ha puntualizzato il governatore, cogliendo le
parole del vescovo di Udine Andrea Bruno Mazzoccato, che ha
portato i saluti di tutti i quattro vescovi della Regione in
apertura dei lavori, per aprire una riflessione sul concetto di
famiglia che starà alla base della legge: “falliremo l’intento e
non riusciremo a individuare un obiettivo chiaro se diciamo che
qualunque cosa è famiglia” ha affermato Fedriga.

All’evento ha preso parte in collegamento da Roma anche il
ministro per le Pari opportunità e famiglia, Elena Bonetti, che
ha posto l’accento sul concetto di genitorialità e di famiglia
come comunità collocata in una dimensione sociale e relazionale,
così come incluso nel Family Act approvato a giugno. Bonetti ha
inoltre confermato che dal 2021 sarà attivo l’assegno unico
universale per i figli dal settimo mese di gravidanza fino ai 21
anni. Il ministro ha quindi accolto l’invito del governatore
Fedriga a convergere i vari livelli istituzionali su un dibattito
che attiene a politiche di tutti.

A chiudere i lavori l’assessore regionale alla Famiglia, Alessia
Rosolen, che ha delineato i capisaldi della nuova norma organica
regionale. “Gli interventi saranno trasversali – ha spiegato
Rosolen – e riguarderanno l’educazione, la conciliazione e
l’inserimento nel mondo del lavoro, il sostegno economico nelle
fasi più fragili della vita”. Il presupposto della norma è il
calo demografico a cui la legge intende porre un argine. “I temi
e le azioni su cui dobbiamo concentrarci sono soprattutto quelli
del lavoro, dove le donne lavorano di più se fanno più figli e i
temi di prospettiva rispetto a cosa vogliamo per questa comunità
regionale non solo in termini di benefici economici ma di
accompagnamento nella società futura, dove la famiglia è il perno
di questa comunità” ha detto Rosolen.

In questa visione per l’assessore “la donna ha una centralità
legata al tema del lavoro, ma ce l’ha assieme all’uomo, alle reti
famigliari, al sostegno della pubblica amministrazione. Laddove
lo stato sociale è più forte la famiglia si sviluppa di più, le
donne lavorano di più e fanno più figli”.
ARC/SSA/ma

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