Far East Film Festival 18: in prima italiana Three Stories of Love di Hashiguchi Ryosuke

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Dopo aver annunciato The Inerasable, la splendida ghost story di Nakamura Yoshihiro, il Far East Film Festival di Udine anticipa un altro gioiello della diciottesima line-up: restiamo sempre in Giappone, una delle patrie più fertili del nuovo cinema asiatico, ma abbandoniamo il J-horror per un’opera espressamente d’autore. Ed ecco l’attesissimo Three Stories of Love di Hashiguchi Ryosuke.

Uscito in patria lo scorso novembre per la Shochiku Broadcasting, il film appare subito – nei suoi 140 minuti – una lucidissima (e meravigliosa) indagine sentimentale costruita con un meccanismo narrativo quasi altmaniano. Sull’asfalto ruvido delle strade metropolitane, sotto i ponti e nelle periferie urbane, tre “personaggi in cerca d’amore” sono impegnati in una lotta quotidiana constante.

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Dal mosaico di America oggi, dunque, al mosaico di tre storie che raccontano implacabilmente la passione nelle sue declinazioni più universali e dolorose (un uomo distrutto dall’assassinio della moglie, un avvocato gay che ama non riamato, una casalinga trascurata dal marito). Tre storie che si sfiorano e una tessitura geometrica che rivela tutta l’abilità di Hashiguchi Ryosuke, classe 1962, collezionista di premi e di talenti (oltre ad essere il regista di film ben impressi nella memoria, i cult All Around Us del 2008 e Hush! del 2001, è anche sceneggiatore, attore e romanziere).

Come 0.5 MM di Momoko Ando (presentato al FEFF 17) o Be My Baby di One Hitoshi (FEFF 16), tanto per fermarci a due esempi molto recenti, Three Stories of Love – a Udine in prima italiana – restituisce perfettamente l’ampiezza delle scelte artistiche e stilistiche del Far East Film. Un Festival che, senza mai perdere di vista la propria vocazione popolare, ha sempre affiancato ai blockbuster e ai cult movie anche i migliori titoli d’essai offerti dal mercato orientale.