“Dobbiamo dirci tutti universitari”, con questo slogan il senatore Ferruccio Saro si schiera pro mobilitazione indetta anche dall’Università di Udine che chiede, al pari di altri Atenei d’Italia, i fondi per poter sopravvivere. “Per quanto mi riguarda, ho avviato una verifica-confronto sul tavolo romano affinché il nostro Ateneo possa contare sulle risorse sufficienti per programmare ed assicurare didattica e ricerca al passo con gli standard che ha reso grande e sta rendendo grande la nostra Istituzione”. In questa delicata fase “tutti dobbiamo essere ‘universitari’, nel senso che tutti dobbiamo indossare le vesti a difesa dell’Ateneo che non può permettersi di vedere inficiata la sua normale attività. Ricerca, didattica e futuro dei ricercatori sono il nostro futuro: senza la ricerca e senza giovani preparati la ripresa sarà ancora più lunga”. Secondo il senatore “si possono tagliare tante altre cose, ad
esempio si possono assembleare atenei di piccole dimensioni, si possono rivedere i criteri per le università esclusivamente online, si possono riorganizzare quelle università con parametri non adeguati quanto ad efficienza e qualità, ma non si possono di certo mettere in difficoltà atenei che brillano per risultati, per capacità di sfornare menti per il mercato, con un forte collegamento con il mondo della ricerca e dell’innovazione, che hanno dimostrato la lungimiranza di sapersi rinnovare sulla base delle nuove esigenze della didattica e degli sbocchi lavorativi”. Saro condivide le motivazioni della mobilitazione, convinto che “senza un’Università che funzioni con risorse consone alle necessità non ci potrà essere il rilancio dell’economia e del sistema: in nome della ricerca e in nome del futuro dei ricercatori credo che l’Istituzione universitaria di Udine, che ha saputo centrare molti obiettivi, rivelandosi un’Università moderna ed europea, e le altre come lei che presentano queste caratteristiche virtuose, debbano essere messe in
sicurezza con un percorso privilegiato”. Nel recente faccia a faccia con il rettore Cristiana Compagno, Saro ha ribadito, fra l’altro, la sua contrarietà a ipotesi di fusione con l’Ateneo triestino (“immotivato e senza vantaggi”), e i suoi dubbi relativamente al trasferimento dallo Stato alla Regione della competenza in campo universitario (“senza adeguata garanzie rischia di rivelarsi un
boomerang”).

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