Formazione: ok a protocollo che certifica professionalità in Esercito

Fvg è la prima Regione in Italia a firmare il documento

Trieste, 9 set – Dall’installazione di impianti termici a
lavori, più o meno complessi, di falegnameria. Da interventi di
manutenzione sugli impianti elettrici a lavorazioni edili. Da
piccole operazioni domestiche alla gestione di cantieri stradali.
Sono alcuni dei potenziali ambiti di applicazione del protocollo
d’intesa firmato questa mattina nella sede della Regione di
piazza Unità d’Italia a Trieste tra il Governatore del Friuli
Venezia Giulia, l’assessore alla Formazione e il Generale di
Corpo d’Armata, comandante delle Forze operative terrestri di
supporto dell’Esercito italiano.

Si tratta di un documento finalizzato ad attivare percorsi di
formazione professionalizzanti per giovani appartenenti
all’Esercito da impegnare nelle azioni umanitarie sia in ambito
nazionale sia internazionale. Il mandato governativo affidato
alle Forze armate in generale e, nello specifico, all’Esercito,
si sviluppa anche tramite la realizzazione di attività
finalizzate ad alleviare criticità rilevanti per il benessere
delle popolazioni locali: tra queste, risultano prioritari gli
interventi nel settore infrastrutturale ed edile.

Nel corso dell’incontro la Regione ha voluto evidenziare
l’importanza di mettere a disposizione dei giovani in divisa la
possibilità di maturare un percorso di crescita che, una volta
eventualmente terminato il proprio servizio, possa essere
spendibile nel mercato del lavoro. I ragazzi possono costruire
così un proprio bagaglio professionale che potrebbe essere
facilmente trasferito in occupazione in un prossimo futuro,
soprattutto se le competenze acquisite venissero poi affinate e
trovassero una specializzazione settoriale.

La Regione, sottoscrivendo questo protocollo, certifica
l’apprezzamento rispetto alle attività già garantite dalle Forze
armate, mettendo a disposizione 200mila euro per creare nuovi
percorsi formativi concepiti espressamente per il personale
dell’Esercito di stanza sul territorio regionale. Al termine del
corso ai partecipanti verrà rilasciato un certificato che attesti
il bagaglio di competenze acquisito, nel rispetto delle normative
comunitarie e nazionali vigenti.

Sotto il profilo operativo, verrà creata una cabina di regia
composta da due rappresentanti della Regione e altrettanti
dell’Esercito, che sarà rappresentato ai massimi livelli dal
Generale di divisione e dal Generale di brigata presenti alla
sottoscrizione del protocollo. Il documento – il primo nel suo
genere ad essere firmato da una Regione in Italia – dà esecuzione
alla previsione contenuta nella legge regionale 13 di giugno
2020, che contiene l’attivazione sperimentale di percorsi
formativi tra Regione e Forze armate.

Al termine della cerimonia di sottoscrizione, la Regione ha
rilevato che questo protocollo certifica, una volta ancora, la
solidità del rapporto che lega il territorio del Friuli Venezia
Giulia e l’Esercito Italiano. Sono frequenti gli attestati di
affetto che la comunità regionale esprime per le Forze armate ed
in particolare per alcune brigate storicamente insediate e legate
al nostro territorio, basti pensare ad esempio alla Julia e
all’Ariete, così come la vicinanza affettiva che lega il Friuli
Venezia Giulia al corpo degli Alpini. Il protocollo assume quindi
una valenza anche simbolica, nel rinnovare un rapporto molto
stretto, che affonda le sue radici nei decenni passati: dal ruolo
dell’Esercito nella ricostruzione del post terremoto alla
centralità dei presìdi delle Forze armate per tutelare e
custodire i confini regionali e nazionali.

Dal canto suo il Generale di corpo d’armata ha evidenziato come
quotidianamente il personale delle Forze armate sia impegnato in
azioni a supporto della comunità, che impiega numerosi
professionisti. Alcuni esempi sono gli ospedali da campo,
allestiti da muratori, falegnami, idraulici, elettricisti
dell’Esercito oppure le recenti operazioni umanitarie compiute a
Beirut in cui sono impiegati numerosi operatori in campo
infrastrutturale. Uomini in divisa che necessitano di una
certificazione del loro operato, cosa che può essere attestata
attraverso percorsi come quelli previsti dal protocollo
sottoscritto con la Regione.
ARC/AL/ma

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