Friuli: CGIL chiede più sicurezza sul lavoro

Rafforzare la prevenzione, la formazione e i controlli sulla sicurezza su tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia, con particolare attenzione alle piccole aziende, prive di rappresentanti sindacali per la sicurezza, e al settore degli appalti, dove maggiore è l’esposizione al rischio infortuni. Queste le richieste al centro della campagna straordinaria per la sicurezza lanciata da Gianpiero Turus, Maurizio Marcon ed Ezio Tesan, segretari dei sindacati metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil del Friuli Venezia Giulia, che questa mattina a Pasian di Prato (Udine) hanno riunito in assemblea Rsu e Rls (rappresentanti per la sicurezza), alla presenza dei segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil.

Al centro dell’assemblea il varo di un’iniziativa che prevede, da parte del sindacato, un impegno straordinario di delegati e Rls per monitorare l’andamento infortunistico e le condizioni di sicurezza azienda per azienda, ma anche una serie di rivendicazioni “forti” da portare avanti non soltanto nei confronti delle aziende e delle forze imprenditoriali, ma anche nei confronti della Regione, delle aziende sanitarie, dell’Inail e delle Direzioni territoriali del lavoro. Rivendicazioni che «diventeranno parte integrante – come annunciato questa mattina a Pasian di Prato dai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Villiam Pezzetta, Alberto Monticco e Giacinto Menis – di una piattaforma regionale sulla sicurezza, che il 19 giugno verrà illustrata agli esecutivi unitari delle tre confederazioni, per essere successivamente presentata a tutte le parti in causa, a partire dalla Regione e dalle associazioni imprenditoriali.

«Il drammatico aggravarsi dell’andamento infortunistico, con 8 casi mortali dall’inizio dell’anno e dopo un 2017 che aveva già fatto segnare un incremento sia dei casi mortali (26, +30%) sia degli infortuni totali (+1,3%) – scrivono i segretari regionali in una nota congiunta firmata da Cgil-Cisl-Uil e dai sindacati metalmeccanici – è l’effetto combinato di una timida ripresa economica e occupazionale e soprattutto di un peggioramento generale delle condizioni di lavoro, con una progressiva diffusione della precarietà e del ricorso agli appalti, senza dimenticare gli effetti della riforma Fornero e del drastico prolungamento della vita lavorativa».

Da qui, per i sindacati, la necessità di un «rinnovato e straordinario impegno sul fronte della prevenzione», anche attraverso lo stanziamento di risorse dedicate per potenziare le attività di ispezione sul lavoro delle Aziende sanitarie, per la formazione di lavoratori e Rls, per l’istituzione di rappresentanti per la sicurezza di sito, in tutti quei contesti dove il forte ricorso agli appalti concentra molti lavoratori appartenenti ad aziende diverse. Tra le richieste della piattaforma, sempre in tema di appalti, anche la sottoscrizione di un protocollo regionale che escluda, quantomeno da parte degli enti pubblici, il ricorso alle gare con affidamento al massimo ribasso.