Giornate FAI. Cosa vedere a Udine il 19 e il 20 marzo

duomo udine
Delegazione FAI di Udine – Luogo: Udine
sabato 19 e domenica 20 marzo 2016

Duomo, sagrestia dei canonici e cappella Arcoloniani : Udine e il Patriarcato di Aquileia
La visita comprende le parti più nascoste e suggestive del Duomo. Nella sacrestia dei canonici entro otto quadrature monocrome di Pietro Antonio Novelli e Giuseppe Morelli (1792) è raccontata la storia del Patriarcato di Aquileia, dalla sua soppressione nel 1751 per risalire a ritroso a san Pietro che consacra sant’Ermacora vescovo di Aquileia. Se poi si sale nella cappella Arcoloniani, si può vedere la prima immagine quasi fotografica di Udine, da pochi anni ricomparsa in seguito a lavori di restauro, con il castello antecedente al terremoto del 1511, le case sotto il colle fino alla cerchia muraria. L’affresco è attribuito al Bellunello. Il percorso si conclude con la visita alle pale di Giovanni Antonio Pordenone.

Casa Tinghi : una casa nella sua unità
Casa Tinghi è nota per la decorazione cinquecentesca della facciata opera della piena maturità di Giovanni Antonio da Pordenone, purtroppo oggi appena leggibili. Oggi l’edificio risulta diviso in due parti: una con un intervento interno di Pomponio Amalteo, genero del Pordenone; un’altra con decorazioni del primo Ottocento. In quest’occasione è possibile visitare la casa nella sua unità. Nella parte con decorazioni ottocentesche si conserva al piano nobile un gesso di Antonio Marsure raffigurante la Morte di Epaminonda, eseguito intorno al 1828/29, unica sua opera rimasta in Udine. Il salone che ospita il gesso mostra ancora la ripartizione tipicamente neoclassica delle pareti; essa accompagna e ingloba i riquadri cinquecenteschi delle porte. Un salottino presenta un soffitto sagomato in forma di pseudovolta a botte, con vele laterali che circondano le lunette. La decorazione pittorica è da attribuirsi a Giuseppe Borsato, che a Udine lavora spesso in collaborazione con Canal, realizzata in concomitanza con la collocazione del gesso del Marsure.
La parte con la stanza dell’Amalteo è aperta al pubblico; quella con le decorazioni ottocentesche è privata.

Palazzo Antonini-Mangilli-del Torso: cultura e prestigio familiari
Prestigiosa sede di un ramo della famiglia Antonini, poi dei Mangilli e dei del Torso,il palazzo è ricco di affreschi. Un gioiello è costituito dagli affreschi di un piccolo corridoio che unisce due corpi di fabbrica, opera di Francesco Chiarottini, ispirato a un vedutismo anticheggiante, in cui si alternano vasi su piedestallo e vedute di fantasia entro finte nicchie.
Il luogo durante l’anno è aperto per l’attività del CISM, per convegni e conferenze.

Rifugio antiaereo del Giardino del Torso
Nel vasto parco aperto al pubblico dei giardini del Torso, ricco di piante ad alto fusto e di una loggia cubica decorata a grottesche, durante i lavori di restauro è stato ritrovato un rifugio antiaereo dalla forma tubolare della seconda guerra mondiale, costruito nel 1943 per la popolazione civile. I lavori di restauro sono stati completati nel 2012.
Il rifugio è visitabile soltanto in occasione di eventi.

Palazzo Orgnani, il giardino segreto
La zona di via Girardini e via Asquini era occupata da vaste braide, dove nel tempo sono state costruite pregevoli ville e condomini, testimonianze di una Udine che cambia. Il giardino di palazzo Orgnani occupa una parte di queste braide e si presenta come un delizioso giardino all’italiana che si apre inaspettatamente dopo il sottoportico chiuso da un’architrave, retto da due belle colonne in pietra piacentina . Quasi tutti i palazzi udinesi possedevano in origine giardini e broli sul lato interno; questo è uno dei pochi che si conservano. Caratterizzato da una bella disposizione costruita sul viale che porta a una piccola fontana rotonda, è arricchito da belle sculture in pietra, verosimilmente databili ai secoli XVIII –XIX.
Il luogo durante l’anno è chiuso al pubblico.

Convento di San Francesco della Vigna
Fondato nel 1428 dai padri Francescani dell’Osservanza, fu soppresso nel 1806 dalle leggi napoleoniche ed ebbe poi vicende tormentate, da deposito a panificio fino ai bombardamenti del 1945. Oggi rimangono tre lati del suggestivo chiostro con archi dalle belle proporzioni e lacerti di affreschi settecenteschi nelle lunette. Della chiesa, di raffinato stile rinascimentale, originariamente a tre navate, restano il presbiterio e il coro. Attenti restauri hanno recuperato gli affreschi di Giulio Quaglio, il pittore comasco che nel periodo di permanenza in Friuli tra 1692 e 1701 fu chiamato ad affrescare numerosi luoghi di culto,e palazzi nobiliari. Un altro affresco, raffigurante due frati francescani, di autore ignoto e di difficile datazione, aumenta il fascino del luogo.