Gita nel cuore del ramandolo – 1 maggio 2012

Terza edizione di Borgo Clotz¦ e dintorni, nel cuore del Ramandolo: un percorso enogastronomico con degustazioni dei prodotti tipici del territorio, 3630 metri tra gusto e tradizione sui Colli Orientali del Friuli. Con il patrocinio del Comune di Nimis e del Comune di Tarcento, martedì¬ primo maggio, dalle 10 del mattino, le aziende che si incontrano sulla strada che da il nome alla manifestazione e che da Nimis porta a Sedilis“ piccola frazione di Tarcento – apriranno le porte ai visitatori e a chi si concederà una giornata fra le colline. Il panorama, che salendo acquista sempre maggior profondità sino a concedere – tempo permettendo – la vista del mare, fa da cornice alle cantine e ai vigneti dove si coltiva il verduzzo dorato, prezioso frutto dal quale, solo qui, nasce il Ramandolo, perla dell’enologia friulana. Punto di riferimento per le escursioni enogastronomiche del secolo scorso, negli ultimi decenni Borgo Clotz ha visto nascere nuove cantine che producono oggi vini sempre più raffinati, nel rispetto della tradizione. Le aziende che apriranno le porte ai visitatori sono: Agriturismo Merlino, Agriturismo da Basan, Cantina Micossi, Cantina Favite, Osteria da Tinat, Azienda Agricola Feudo dei Gelsi, Agriturismo Clotz-Casa Ferigo, Azienda Agricola Treppo Domenico, Sapori diVini (Enoteca da Alex) e Osteria Ongjarut.
Dopo il successo delle prime due edizioni, i confini di questa borgata si sono allargati: le aziende che partecipano alla manifestazione sono dieci (tre agriturismi, due osterie con cucina, una enoteca e quattro cantine) e ognuna sarà abbinata alla degustazione di un prodotto tipico regionale. Dal prosciutto di San Daniele, ai salumi della Carnia; dai biscotti di Nimis, agli insaccati d’oca; dall’aglio di Resia, all’olio di Sedilis. E, novità del 2012, le degustazioni non si limiteranno ai prodotti del Friuli Venezia Giulia. Ci sarà una delegazione di Puillac (Borgogna) che farà conoscere i loro fantastici Pinot Noire e Chardonnay, e il connubio tra il Ramandolo Docg e il Gorgonzola, con la presenza della pro loco del paese e di uno dei produttori che fornisce il famoso formaggio alla Casa Bianca.
Non mancheranno, infine, le degustazioni guidate da un enologo, che spiegherà i vini del Borgo e gli abbinamenti con i prodotti gastronomici.
Numerosi anche gli eventi collaterali: il gruppo folkloristico “Lis Primulis di Zampis” allieterà le visite con uno spettacolo itinerante. I Mascarârs di Tarcint si metteranno all’opera e realizzeranno i Tomàts, le tipiche maschere lignee del carnevale tarcentino. I più piccoli potranno divertirsi a cavalcare gli asinelli. Borgo Clotz… e dintorni: una giornata immersi nella natura di un territorio tutto da riscoprire.
LE AZIENDE DI BORGO CLOTZ… E DINTORNI
Agriturismo Merlino: gestito dai coniugi Luca e Sandra, è una sosta ideale per concedersi un buon calice di Ramandolo accompagnato da stuzzichini e da assaggi di dolci tipici, come i Ramandorlini e la Gubana.
Il primo maggio sarà possibile ammirare i maestri di Coia mentre realizzano i Tomàts – le maschere di legno tipiche del carnevale tarcentino – e la mostra di pittura di Fabio Comelli, ragazzo di Nimis che recentemente ha restaurato l’angelo del Castello di Udine. E, per i più piccoli, la possibilità di incontrare, toccare e anche cavalcare gli asinelli. Degustazioni dei prodotti del Biscottificio Pilon di Nimis e del prosciutto di San Daniele di Morgante.
Agriturismo Da Basan: Ã¨ una delle frasche tipiche friulane che, con i vini di produzione propria e la cucina casalinga, da sempre allieta chi si ferma a riposare sotto la sua pergola. Oggi Massimo e la sua arte nel suonare la fisarmonica, riportano in un’atmosfera di festa con i suoni della tradizione. Il primo maggio, l’Agriturismo Da Basan ospita l’Associazione Olivicoltori di Tarcento, che illustrerà la sua attività di divulgazione e promozione dell’olivicoltura. Un’occasione per scoprire i pregi e i difetti dell’olio. In assaggio anche il Miele dei Colli Friulani da agricoltura biologica di Alessandro Piccoli (Treppo Grande).
 
Azienda Agricola Micossi: già dagli inizi del ‘900 la frasca è tra le prime ad accogliere gli ospiti con vini di produzione propria e stuzzichini tipici. Oggi la cantina produce vini pregiati che Walter avrà il piacere di proporre, circondati da una collezione di antichi strumenti per l’enologia. In degustazione i prodotti del prosciuttificio Il Bagatto di San Daniele. Ospite della Cantina Micossi sarà Roberto Cenedella, capogruppo della sezione Alpini di Nimis, che parlerà di quanto accaduto il 25 Maggio del 1928 quando il Dirigibile Italia precipitò nei ghiacci del Polo Nord. A corredo, la proiezione delle foto della spedizione nel 2009 di Cenedella e altri cinque alpini, primi al mondo dopo ottantadue anni ad arrivare ad Alpinioya, l’isola scoperta dal capitano Gennaro Sora durante le ricerche dei superstiti della Tenda Rossa. Anche qui ci saranno i Mascarârs di Tarcint intenti nella realizzazione dei Tomàts.
Osteria da Tinat: tre generazioni all’opera. Chi in cucina, chi nel vigneto e chi in cantina: la famiglia Di Giusto fa squadra nell’offrire da sempre nell’osteria, piatti della tradizione friulana accompagnandoli con i vini della cantina. Gli gnocchi, i cjarsons e la pasta fresca sono rigorosamente fatti a mano e declinati seguendo la stagionalità dei prodotti. Il primo maggio si potrà conoscere e degustare l’aglio di Resia – che vanta il Presidio SlowFood – e si potrà assistere in diretta alla realizzazione dei Tomàts con I Mascarârs di Tarcint.
Cantina Favite: esattamente sotto l’osteria da Tinat, è l’azienda vitivinicola di famiglia. Vladimiro vi svelerà, in anteprima, l’ultimo prodotto nato: un uvaggi o rosso fatto fermentare sotto uno strato di cinque centimetri di argilla per due mesi, realizzato con la tecnica tramandata oralmente dal nonno. Non mancherà la degustazione di tutti gli altri prodotti dell’azienda. Ospite d’onore della manifestazione, la Pro Loco Gorgonzola, che illustrerà la città da cui prende il nome il famoso formaggio. Prodotto da stuzzicare e scoprire in abbinamento al Ramandolo Docg.
Feudo dei Gelsi: Oasi in mezzo al bosco, produce vini pregiati lungamente affinati in una cantina tutta da visitare. In occasione di Borgo Clotz e dintorni, l’azienda ospita una delegazione di viticoltori di Puillac (Borgogna) e i loro fantastici Pinot Noire e Chardonnay, con una degustazione guidata, alle 14.30, da un enologo e dai produttori francesi.
Agriturismo Frasca Clotz – Casa Ferigo: da molti anni la famiglia Ferigo si occupa con amore di ricevere gli ospiti che si fermano nella loro azienda. Oltre ai piatti tipici friulani, l’elegante e accogliente agriturismo propone un’originale degustazione di olio denocciolato, aceti, paté di olive con ricotta di malga, giardiniera al Balsamico di Ramandolo e vini. Il primo maggio Frasca Clotz propone una degustazione dell’Oro di Casa Ferigo e di aceto balsamico.
Azienda Agricola Treppo Domenico (Bar alla Vittoria): un bar con vini di produzione propria e un’accogliente sala dove il primo maggio alle 11 si potrà assistere alla degustazione, guidata dall’enologo Giovanni Munisso, dei vini prodotti dalle cantine del borgo. Inoltre, per tutta la giornata, assaggi dei prodotti di Friultrota, azienda di San Daniele fondata nel 1984 da Giuseppe Pighin con l’idea di valorizzare la materia prima servendosi di procedure di allevamento non tradizionali, con particolare riguardo alla qualità e alla salubrità del prodotto.
Sapori diVini (Enoteca da Alex): un’altra tra le prime frasche tipiche della zona, è stata la “Frasca di Ricardo”, dove il ricordo ci riporta all’allegria della fisarmonica, alla solidarietà e all’amicizia nata tra i suoi ospiti. Ora il nipote Alex continua questa tradizione, proponendo un nuovo tipo di locale, ma con gli stessi valori e sentimenti tramandati dal nonno. Per tutta la giornata, Sapori diVini proporrà degustazioni di salumi affumicati e culatello di “Salumi di Carnia”, azienda di Beorchia Renato (Ovaro).
Alle 16, l’enologo Giovanni Munisso, guiderà i visitatori in una degustazione di vini delle aziende di Borgo Clotz.
Ostarie Ongjarut: osteria tipica che segue la stagionalità: funghi, selvaggina, erbe, brovada e menù specifici, su richiesta. Massima ricercatezza nella scelta delle materie prime e una cucina casalinga sono gli elementi caratterizzanti. L’azienda agricola Tina sarà loro ospite il primo maggio e si potranno degustare tutti i prodotti derivati dall’oca: salame, petto d’oca eprosciutto.

 

I MASCARÂRS DI TARCINT
L’associazione è ufficialmente nata nel gennaio 2009, per iniziativa di un gruppo di appassionati dei tomàts, le maschere lignee caratteristiche del carnevale tarcentino. Riunisce attorno ad alcuni mascherai storici una nuova leva di appassionati di tutte le età, che si sono avvicinati più recentemente a questa pratica, partecipando ai corsi di intaglio organizzati negli ultimi anni. Lo scopo principale è quello di far conoscere e valorizzare le tradizioni locali legate al carnevale, con particolare riguardo agli “strîts”, le scenette satiriche note negli anni ’50 e riproposte con successo negli ultimi anni da alcuni gruppi come lo “Scumul” e il “Virus pegri”.
Nei paesi della riviera tarcentina, da Billerio a Zucchia, da Coia a Sammardenchia a Zomeais, un tempo il Carnevale ven iva vissuto intensamente. Pur senza le precise figure che caratterizzano la tradizione di molte località delle Alpi Orientali, un elemento particolare ha identificato il Carnevale locale: la maschera lignea, ovvero il Tomàt.
Non è facile indicare con precisione un inizio, tuttavia il periodo d’oro fu nel secolo scorso, tra le due guerre. Allora fiorirono anche gli “strîts”, scenette satiriche che venivano portate di borgo in borgo dai gruppi mascherati. Nei paesi della riviera molti si dedicavano all’intaglio delle maschere, quando la pausa del lavoro nei campi ne lasciava il tempo.
Più o meno rudimentali, colorate efficacemente o di legno naturale, con nasi rimovibili, con denti o peli di animale, i tomàts venivano in genere usati per un solo anno, per non far riconoscere chi li aveva indossati. Spesso poi venivano bruciati o dimenticati in qualche soffitta. E’ per questo che pochi esemplari sono giunti sino a noi, per merito di una essenziale ricerca compiuta negli anni ’50 – ’60 dai coniugi Ciceri e docume ntata nel volume “Il Carnevale in Friuli”, del 1968. Nonostante il rapidissimo cambiamento che ha frantumato negli ultimi decenni abitudini e tradizioni, nel tarcentino è sopravissuta la passione per l’intaglio delle maschere, ad opera di un piccolo numero di appassionati, che si sono tramandati sovente questa “abilità” di padre in figlio.
Ancora oggi alcuni sono attivi, presentando i loro lavori durante eventi locali ma anche nella provincia e al di fuori di essa. E sono anche riprese, rinnovate, le scenette satiriche – gli “strîts” – cui si può assistere, con un po’ di fortuna, ogni anno a Carnevale.
PRO LOCO GORGONZOLA
Gorgonzola è posta lungo l’antica strada roma na per Aquileia,  divenuta poi la Postale veneta. Sull’origine del nome esistono varie ipotesi quasi tutte verosimili , ma nessuna che si possa assumere come definitiva. I documenti certi sono, per ora , del 953 quando un Ambrogio notaio è detto chierico e custode della Chiesa di san Protaso in Gorgontiola;  va aggiunto il contratto rilevato dallo storico Giulini che, nel 970, parla di un chierico Adalberto della chiesa di san Gervaso e Protaso in Gorgontiola. Altri studi ed ipotesi parlano del nome Argentia (nome di una località romana a 14 miglia sulla strada da Milano verso Bergamo, sulla strada che portava i Pellegrini a Gerusalemme) che nei secoli divenne Gorgonzola. Un dato economico certo: tutte le campagne che stavano attorno alla città di Milano erano considerate il granaio della città anche perché questa zona era ricca di acqua e di risorgive; Gorgonzola rientrava nei fornitor i della città per i suoi ortaggi e per il suo foraggio. Gorgonzola era pure il capo della Pieve Ecclesiastica di una grande zona, arrivava fino a Segrate, ed era l’unica chiesa che aveva il diritto di battezzare, di sposare  e di cresimare tutte le persone che vivevano nella Pieve. Dal punto di vista civile occorre ricordare che Gorgonzola nel 1757, all’epoca di Maria Teresa, fu a capo di 22 comuni retti da due cancellieri; nel 1786 divenne capo del distretto XII; col Regno di Italia fu capoluogo del Cantone IV Distretto III di Monza, Dipartimento dell’Olona ed aveva sotto di sé ben 33 comuni. Con l’Unità di Italia era a capo del XIV Circondario di Milano e si estendeva da Basiano a Vignate.
Il gorgonzola Ã¨ un formaggio a pasta cruda di colore bianco paglierino, le cui screziature verdi sono dovute al processo di erborinatura, cioè alla formazione di muffe. Si presenta quindi cremoso e morbido con sapore particolare e caratteristico, leggermente piccante il tipo dolce, sapore più deciso e forte il tipo piccante la cui pasta risulta più erborinata, consistente e friabile. Per godere al massimo della cremosità del gorgonzola dolce, è bene toglierlo dal frigorifero almeno mezz’ora prima di consumarlo. Entrambi sono prodotti con latte pastorizzato proveniente da stalle situate nella zona di origine con aggiunta di fermenti lattici e muffe selezionate che conferiscono le caratteristiche venature. La stagionatura si protrae per almeno cinquanta giorni per il tipo dolce ed oltre ottanta giorni per il tipo piccante.
LIS PRIMULIS DI ZAMPIS
Lis Primulis di Zampis nascono nel 1984 con l’intento di trasmettere alle giovani generazioni la vera essenza della socialità, dell’amicizia, dell’ospitalità e della condivisione. Attraverso la musica, la danza, il canto e le tradizioni autentiche della nostra terra, centinaia di ragazzi e ragazze in questi anni sono stati tasselli importanti del gruppo, protagonisti indiscussi e ambasciatori di friulanità in Italia e nel Mondo. E’ membro dell’Unione Folclorica Italiana (U.F.I.), dell’associazione Gruppi Folcloristici Friulani (A.G.F.F.) e Unione Gruppi Friulani (U.G. F. fvg).
La ricerca svolta nel lontano 1989 dalla dottoressa Gina Morandini direttrice dell’Istituto Friulano Arti Tessili, ha reso particolare “Lis Primulis” facendo indossare ad ogni coppia gli abiti tradizionali di varie località: si è voluto così rappresentare la memoria storica di tutto il Friuli. In quasi trent’anni di attività, il gruppo è stato ambasciatore di friulanità in molteplici rassegne e festival, facendo conoscere il nome di Pagnacco in Francia, Austria, Germania, Olanda, Svizzera, Polonia, Repubblica Ceca, Spagna, Portogallo, Slovenia, Croazia, Grecia e in tutte le regioni d’Italia. Per il suo colorato, brioso, giovane e vivace repertorio, il gruppo è stato premiato nel 1998 con il Moret d’Aur.

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