Grado Giallo. Conclusa l’edizione 2011

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Grado, 2 ottobre 2011 – Bilancio di successo per la IV edizione di “Grado Giallo”, il festival letterario dedicato ai generi del mistero e incentrato sul tema “Crimine e potere”, che si è chiuso oggi a Grado (Gorizia) con una giornata ricca di appuntamenti e anche di novità. “Abbiamo abbondantemente superato le tremila presenze registrate l’anno scorso” ha fatto sapere Flavia Moimas, della Direzione Ufficio Cultura del Comune di Grado, prima dell’annuncio ufficiale di un’importante novità comunicata sul palcoscenico dello Spazio Noir dal presidente del Comitato scientifico di Grado Giallo, Elvio Guagnini, dal sindaco di Grado Edoardo Maricchio e dal direttore editoriale delle Collane Edicola Mondadori, Franco Forte. E cioè l’istituzione del nuovo Premio letterario nazionale Grado Giallo Mondadori, la cui prima edizione si terrà in concomitanza con la rassegna del prossimo anno.
Il “matrimonio” tra Mondadori e il festival voluto e ideato dal Comune di Grado e dall’Università di Trieste è stato ufficializzato oggi, con molta soddisfazione del primo cittadino Maricchio che auspica “ulteriori ampliamenti del festival a livello nazionale e anche oltre”. “Il Premio Grado Giallo Mondadori – ha assicurato Franco Forte –, sarà divulgato e spinto da tutta la macchina Mondadori in sinergia con Grado Giallo”.
Il vincitore del nuovo premio nazionale, aperto a tutti gli autori di racconti e romanzi gialli, sarà selezionato da una ‘supergiuria’ composta da Mondadori e da Grado Giallo. Il racconto vincitore sarà pubblicato in appendice sul Giallo Mondadori che uscirà il prossimo anno in ottobre, in concomitanza con la quinta edizione del festival di Grado, durante la quale avverrà la cerimonia di premiazione.
Interessante il primo incontro di ieri mattina con i giallisti del Nordest Giancarlo Re (autore di “Emopoli”), Irene Pecikar (“Transilvania Love”), Mara Bomben (“Il viaggiatore nel vento”), Enzo Comelli (“Gialli per caso”), Antonello Dinapoli (“Il Mercoledì delle Ceneri”), coordinati da Tiziano Pizzamiglio. Dopo aver illustrato le loro ultime opere, gli autori hanno anche parlato dei lavori in cantiere: Re intende realizzare un libro che raccolga nuovi racconti d’autore sui “crimini del Nordest”; Pecikar sta lavorando a una storia d’amore tra due agenti di polizia; Bomben farà il seguito del “Viaggiatore nel futuro” e ha già pronta anche una raccolta di quindici racconti noir inediti; Dinapoli ha in mente una storia di zombie alla Barcolana di Trieste e Comelli sta preparando la seconda tranche di racconti, “Casi in giallo”. Poi l’incontro con l’autrice Cristiana Astori, traduttrice di “Dexter”, la celebre serie televisiva tratta dal romanzo di Jeff Lindsay, che con Mondadori ha pubblicato il romanzo “Tutto quel nero”, in uscita il 6 ottobre. “Per scaramanzia – ha detto Astori – non mi piace parlare delle opere in progress, ma posso anticipare che ho un progetto di racconto noir con dentro la tenera storia d’amore di un adolescente”. Carlo Flamigni, medico, docente, membro del Comitato Nazionale di Bioetica, ma anche romanziere di successo, ha presentato il suo ultimo romanzo, “Senso comune”, uscito nel 2011 per i tipi della Sellerio, che all’interno dello schema del giallo, affronta temi scottanti ed eticamente sensibili come la fine e l’inizio della vita, le terapie per la fertilità, la fecondazione assistita e il trattamenti per le malattie sessualmente trasmissibili. “La morale di senso comune è una morale universale – ha spiegato Flamigni –, che si forma dentro di noi, frutto dell’esperienza e dell’educazione. La sua caratteristica è che sta molto attenta ai vantaggi che derivano dalle convenienze – ha aggiunto -, quindi se si scoprisse che dagli embrioni può venire una cura per il cancro, faremmo in breve sparire gli embrioni dalle teche”. Foltissimo pubblico per Donato Carrisi, autore pluripremiato che ha presentato “Il Tribunale delle anime”, l’ultimo romanzo uscito per l’editore Longanesi, costruito sulla scorta della sua scoperta dello straordinario Archivio della Penitenzieria Apostolica Vaticana, organo della Chiesa sui crimini rivelati durante la confessione nel corso dei secoli, e con il quale gli agenti apostolici hanno avuto a che fare per oltre otto secoli. “Dai ‘cacciatori del buio’ – ha detto Carrisi –, addestrati a riconoscere le anomalie e a guardare il crimine da un punto di vista diverso, si apprende una vera e propria scienza criminologica, priva di approcci esoterici, utilissima per leggere la realtà e la cronaca in cui siamo immersi ogni giorno”. Una scienza utile anche per affrontare i tanti crimini che in Italia siamo abituati a pensare senza soluzione. “Vi assicuro – ha detto Carrisi – che i cacciatori del buio riescono a dare di tutto quel che accade una visione assolutamente chiara e genuina. Il primo passo – ha aggiunto – è riuscire a concepire noi stessi come parte di quella società che ha prodotto il crimine, imparando a riconoscere il nostro lato oscuro”.
Carrisi ha poi annunciato che il suo precedente successo editoriale, “Il suggeritore”, diventerà un film entro il 2013. “Lo sto producendo io negli Stati Uniti – ha affermato –, perché oggi il cinema italiano non è più capace di produrre film di genere”. Atteso e applaudito anche l’intervento del celebre giallista tedesco e triestino d’adozione Veit Heinichen che dopo aver presentato il romanzo “I peccati del corvo” di Sergio Miniussi ha fornito al pubblico alcune succose anticipazioni sul suo nuovo romanzo, “Nessuno da solo”, in uscita il 9 novembre prossimo sempre per l’editore E/o di Roma. “Un libro che ha molto a che fare con il tema di questo festival, cioè crimine e potere”, ha detto il padre delle indagini dell’ormai famoso commissario Proteo Laurenti nello scenario di Trieste. “E’ un romanzo che parla di tradimenti di ogni genere – ha aggiunto Heinichen -, a partire da quelli personali che si consumano in famiglia, fino a quelli che vengono perpetrati nei confronti delle verità della storia con la ‘s’ maiuscola”. In un libro che tratterà il tema della tendenza alla “correzione” della storia che diventa manipolazione dei fatti e falsificazione dell’informazione, Heinchen affronterà soprattutto la questione della “mezza verità”. “A fare problema non è tanto la bugia – ha spiegato – quanto appunto la mezza verità: una parte dei fatti viene censurata e soppressa, mentre la parte restante diventa la base della notizia che verrà veicolata domani”.
Il nuovo romanzo di Heinichen è ambientato tra Trieste e Grado, Udine e le Valli del Natisone. Protagonista sempre Laurenti, calato nel suo classico ambiente di indagini, ma con estensioni anche all’estero: “La storia – ha detto Heinichen – toccherà anche Londra e l’Etiopia-Abissinia”. Tra gli altri protagonisti della giornata conclusiva ci sono stati Massimo Marcotullio con Elena Agazzi e Fabrizio Canciani. Gran finale di festival alle ore 21 all’Auditorium Biagio Marin nel segno del “Giallo a Teatro” con la Premiazione del Concorso GradoGiallo per un testo teatrale, con gli interventi di Marco Giovanetti, Veit Heinichen, Paolo Quazzolo, Francesca Biancat e Andrea Pergolari. Infine “Delitti in palcoscenico”, con lo spettacolo “Killer” di Aldo Nicolaj presentato dal Teatro a leggio con l’Associazione Amici della Contrada.

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