Grande Guerra: Torrenti, Università Castrense fu esempio unico

Roma, 8 nov – La storia dell’Università castrense di San
Giorgio di Nogaro, a cento anni dalla sua esperienza, è stata
celebrata oggi a Roma con l’inaugurazione della mostra “Una
storia nella grande guerra: la scuola medica da campo Università
Castrense di San Giorgio di Nogaro”.

“La scuola sangiorgina fu unica in Italia e segnò un’esperienza
di insegnamento e di evoluzione della medicina moderna che
divenne punto di riferimento per l’epoca”, ha affermato
l’assessore alla Cultura del Friuli Venezia Giulia, Gianni
Torrenti, durante la cerimonia inaugurale presso il museo
centrale del Risorgimento, complesso monumentale del Vittoriano
dove resterà aperta la mostra fotografica che ripercorre la
nascita e la storia dell’istituto universitario

All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, anche il
sottosegretario al ministero dei Beni culturali e del Turismo,
Antimo Cesaro, il vice presidente del Consiglio regionale, Paride
Cargnelutti, e il sindaco di San Giorgio di Nogaro, Pietro Del
Frate.

L’esposizione si articola in una serie di pannelli fotografici e
multimediali che raccontano la nascita della scuola nel febbraio
1916. Il contesto militare, con il fronte orientale aperto al
continuo succedersi di battaglie lungo l’Isonzo e logoranti
periodi di resistenza in trincea, aveva posto la prioritaria
necessità di allestire nelle retrovie ospedali da campo in grado
di accogliere il flusso ininterrotto di soldati feriti.
Allo stesso tempo molti giovani universitari delle facoltà di
medicina di tutta Italia erano stati chiamati al fronte costretti
a interrompere gli studi.

La carenza di medici e l’esigenza di affrontare tipologie di
ferite, lacerazioni, malattie infettive e mentali mai affrontate
fino ad allora spinse un ufficiale medico del Corpo militare
della Croce Rossa, il tenente colonnello Giuseppe Tusini, con il
sostegno della Duchessa Elena d’Aosta, Ispettrice nazionale delle
infermiere volontarie, ad istituire a San Giorgio di Nogaro i
“Corsi di medicina e chirurgia” per gli studenti del 5° e 6° anno
di medicina che si trovavano sotto le armi. Tra il 1916 e il 1917
la scuola medica da campo (da cui il nome castrense) divenne una
vera e propria università nazionale, fino ad assumere il titolo
di sezione distaccata dell’Università di Padova.

Qui, le particolari circostanze, che riunivano in un unico posto
i corsi accademici con una pratica clinica dettata dall’urgenza
bellica, determinarono una formazione medica all’avanguardia che
interessò quasi 1200 studenti provenienti da tutte le Università
del Regno e mobilitati lungo tutta la linea del fronte.

Tra loro emersero alcune future figure di spicco della medicina e
della ricerca medica italiana: una storia nella storia che viene
riscoperta oggi con la mostra curata dalla biblioteca sangiorgina
di Villa Dora, che restituisce il valore di questa esperienza e
lo affaccia ad una rinnovata attenzione nazionale.
ARC/SSA/fc

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