Illeciti contro il reddito di cittadinanza. 49 denunce a Udine

I finanzieri del Comando Provinciale di Udine, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica,
hanno dato il via a un piano di interventi a contrasto delle frodi in materia di misure di sostegno al reddito. In tale
ambito, con la collaborazione della Casa Circondariale di via Spalato e in stretta sinergia con l’I.N.P.S., sono
stati individuati diversi nuclei familiari che hanno percepito il “Reddito di Cittadinanza” senza averne i requisiti.
Tale aiuto economico, introdotto nel 2019 a sostegno dei meno abbienti per contrastare la crisi economica,
prevede precisi requisiti per la sua concessione. Tra questi vi deve essere la mancanza di condanne negli ultimi
10 anni per talune gravi tipologie di reato a carico dei componenti del nucleo familiare beneficiario (inseriti nella
Dichiarazione Sostitutiva Unica, DSU). Gli stessi componenti non devono, inoltre, trovarsi in stato detentivo o
essere sottoposti a misura cautelare personale. Nei predetti casi, infatti, il valore della Scala di Equivalenza, vale
a dire il parametro che determina l’importo mensile spettante, deve essere ridotto, escludendo tali soggetti dal
nucleo familiare. Se, invece, la condanna riguarda il medesimo richiedente, il beneficio decade del tutto, restando
salva la possibilità per i rispettivi conviventi di presentare una nuova richiesta di sostegno al reddito, escludendo
la persona condannata dal relativo nucleo familiare.
Le indagini delle Fiamme Gialle hanno fatto emergere, finora, ben 49 persone, tutte già denunciate alla Procura
della Repubblica di Udine, che hanno percepito indebitamente il “Reddito di Cittadinanza” o perché condannate,
o in carcere, o sottoposte a misure alternative alla detenzione, oppure perché non avevano comunicato le
circostanze che avrebbero ridotto il valore del sostegno percepito. Il totale delle erogazioni irregolari finora
scoperte è di quasi 330.000 euro. Sono in corso le procedure di revoca da parte dell’I.N.P.S. che, al momento, ha
già provveduto a far decadere il beneficio non spettante nei confronti di 41 persone, per un importo totale
superiore a 270.000 euro.
Gli approfondimenti – tuttora in corso – sono stati condotti incrociando i dati della popolazione carceraria degli
ultimi anni con le banche dati dei percettori del sostegno, nonché con l’approfondita analisi delle DSU presentate
per l’erogazione del “RdC” e dei documenti forniti a supporto delle dichiarazioni, svolgendo inoltre mirate
verifiche anagrafiche presso i Comuni per accertare la reale composizione dei nuclei familiari.