Immigrazione in FVG: Torrenti “Comuni si adeguino, avanti con l’accoglienza diffusa”

torrentiUn immediato incontro di Regione Friuli Venezia Giulia e quattro Prefetture con l’Associazione dei Comuni (ANCI) del FVG per riaccelerare quel progetto di accoglienza diffusa di profughi che, ad oggi, ha visto la confermata disponibilità di soli 34 Enti locali in tutto il FVG.

In parallelo, come ha confermato oggi a Trieste l’assessore regionale alla Cultura e alla Solidarietà Gianni Torrenti al termine della riunione convocata dal commissario di Governo Francesca Adelaide Garufi assieme agli altri prefetti della regione, i questori e numerosi sindaci, un’interlocuzione con il prefetto Mario Morcone, al vertice del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno per l’Immigrazione, per una verifica puntuale di spazi demaniali, militari e civili, “comunque in condizioni non disastrate e quindi disponibili in un breve periodo di tempo”, per la creazione di “strutture di dimensione comunque limitata, comunque non superiori ad una cinquantina di posti” per fronteggiare un’emergenza di profughi, peraltro purtroppo ampiamente prevista anche in considerazione dell’arrivo di mesi più caldi e quindi dell’ovvio presunto arrivo di nuovi richiedenti asilo dalla sponda Sud del Mediterraneo.

La situazione Friuli Venezia Giulia peraltro è molto diversa da altre realtà regionali, con un costante arrivo di persone dai vicini confini, via terra, che tendono – è stato sottolineato – a rimanere sul territorio regionale per un periodo più lungo. Il prefetto Morcone, ha ricordato l’assessore Torrenti, è perfettamente al corrente di questa situazione, tant’è (come ha osservato il prefetto di Trieste) che dal novembre 2014 alla scorsa settimana nessun profugo giunto via mare è stato trasferito in Friuli Venezia Giulia.

Se, come hanno evidenziato i quattro questori, nessun problema si è sin qui registrato dal punto di vista dell’ordine pubblico, la situazione comunque preoccupa ed anche per questo motivo, anche per evitare che “il Governo – ha affermato Torrenti – non sia costretto a realizzare grandi strutture di accoglienza sul nostro territorio”, è necessaria una risposta maggiore da parte dei Comuni di tutte e quattro le aree provinciali della regione, per una capillarizzazione dell’accoglienza, “con una risposta numerica adeguata alle attuali esigenze che l’intero Paese deve affrontare, di fronte alle immani tragedie che stanno accadendo in tutto il Mediterraneo”.