Inaugurato Palazzo Dorta in centro a Udine

Taglio del nastro nella mattinata di mercoledì 15 dicembre per Palazzo Dorta a Udine, che ha visto riaprire il suo storico portone affacciato sulla centralissima piazza Libertà. Presenti alla cerimonia il Sindaco Pietro Fontanini, l’arch. Giorgia Musina della Soprintendenza ai Beni Culturali, il presidente dell’ARLeF Eros Cisilino, l’architetto Enrico Franzolini, il geometra Luigi Toller e Roberto Tirelli, autore del libro “Palazzo Dorta. Luogo nobilissimo in Udine”, dedicato proprio alla storia del Palazzo e alle famiglie che nei secoli lo hanno abitato.

Lasciate che esprima un sincero e convinto ringraziamento ai privati che hanno ritrovato l’orgoglio e le motivazioni per investire a Udine: grazie, nel caso specifico, all’imprenditore Alessandro Salvatelli – ha dichiarato il Sindaco di Udine, Pietro Fontanini -. Prosegue l’opera di valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico della città. Udine è sempre più bella, promossa dalle graduatorie per qualità della vita, efficienza amministrativa e crescita sotto il profilo dell’attrattività turistica. Palazzo Dorta è uno dei gioielli della nostra città che ritrova il suo antico splendore”.

I lavori di restauro conservativo dell’edificio, realizzati su iniziativa dell’imprenditore Alessandro Salvatelli, sono durati quasi tre anni e hanno portato alla realizzazione di 6 unità immobiliari di pregio (cinque unità sono abitative e una uso ufficio), proposte in locazione in un contesto in grado di coniugare il fascino del passato al comfort delle più moderne tecnologie dell’abitare. Restaurato nel rispetto delle radici culturali della città di Udine e del Friuli, Palazzo Dorta si articola in altezza su quattro piani ed otto livelli ed è dotato dei servizi più moderni, come il garage privato nei due livelli inferiori e una moderna area fitness. Nell’area di ingresso sono invece posizionate le teche contenenti reperti archeologici risalenti a diverse epoche storiche, venuti alla luce proprio durante i lavori di restauro.

Gli scavi, coordinati dalla Soprintendenza regionale ai Beni Culturali, hanno infatti riportato alla luce opere che vanno dall’età preistorica a quella moderna: strutture murarie di epoca romana repubblicana, una capanna dell’età del bronzo, un pozzo in muratura di periodo rinascimentale e numerosi frammenti di ceramica che collocherebbero la struttura tra il 1300 e il 1200 a.C., ma anche monete e un vaso completamente integro che dimostrano l’importanza del palazzo in epoca medievale e rinascimentale.

“Palazzo Dorta è un gioiello architettonico incastonato nel più bel salotto di Udine, finalmente rinato grazie a un intervento di riqualificazione che coniuga rispetto dell’identità storica, design e moderne tecnologie dell’abitare – ha dichiarato l’imprenditore Alessandro Salvatelli -. Una realizzazione dedicata alla valorizzazione del centro cittadino, affinché Udine possa diventare sempre di più una città delle persone: una comunità con un’identità forte perché trova le sue radici nella storia e, al contempo, guarda al futuro”.

IL LIBRO “Palazzo Dorta. Luogo nobilissimo in Udine”, di Roberto Tirelli.

Le case, non meno delle persone, hanno una loro identità che viene da lontano, specialmente se la storia è passata, per secoli, sotto le loro finestre.

Palazzo Dorta, sulla salita al Castello, riassume in sé lo sviluppo urbano entro le prime cerchie murarie e l’evoluzione borghese di Udine per lo stretto rapporto con il Mercato (vecchio) e le istituzioni cittadine.

Dalla capanna primitiva all’odierno edificio tecnologicamente avanzato, frutto di un accurato restauro, si snoda il racconto di una pubblicazione ad esso dedicata, fra l’evocazione dei personaggi che l’hanno abitato e il richiamo alla memoria degli avvenimenti dei quali ha costituito lo scenario per la sua collocazione al centro della città e sulla piazza principale, monumento vivo fra i monumenti storici.

Oltre alle evidenze archeologiche emerse con i recenti lavori, la ricerca si è sviluppata a partire dalla stagione in cui in Udine è stata favorita, ai piedi del colle castellano, l’attività commerciale ed artigianale, con i relativi insediamenti abitativi. Grazie ai riferimenti reperibili negli atti notarili sono stati individuati i primi abitanti della casa sorta di fronte alla prima loggia comunale e non lungi dalla prima chiesa di San Giovanni.

E famiglia di notai è quella dei Tealdi, bergamaschi, i quali, dopo aver rappresentato la nascente borghesia, sono divenuti nobili e hanno rappresentato il Comune e il Monte di Pietà. Hanno edificato il primo palazzo, cedendo parte di esso in affitto a commercianti, farmacisti e artigiani, aggiungendone poi un altro sull’angolo a fronte con la nuova loggia.

All’estinguersi della famiglia Tealdi l’intreccio delle eredità ha portato nel palazzo, nella seconda metà del Settecento, gli ultimi esponenti della nobiltà friulana.

Al principio del XIX secolo, con il primato della borghesia liberale, Giuseppe Campiutti acquista tutto il complesso ed unisce i due palazzi. Il figlio Pietro ed il nipote Luciano, professionisti, ma anche letterati e musicisti, destineranno gran parte dei loro beni alla causa risorgimentale, specie durante gli avvenimenti del 1848-49 e il palazzo ne sarà coinvolto.

Nella seconda metà dell’Ottocento da Venezia arrivano in Udine gli svizzeri fratelli Dorta a gestire caffè ed “ofelleria” per divenirne proprietari. Originari dell’Engadina, cantone dei Grigioni, di religione evangelica, sono attivissimi ed avviano fiorenti attività economiche; diverrà celebre soprattutto il caffè all’angolo con la via Mercatovecchio, esclusivo e dall’arredamento artistico.

La fama del locale pubblico, però, toglie attenzione al palazzo sulla salita del Castello che, in gran parte, viene dato in affitto. Fra gli inquilini vi sono parecchi personaggi conosciuti della Udine di ieri: artisti, musicisti, imprenditori, politici, professionisti, giornalisti. I Dorta ne rimarranno proprietari, pur a loro volta con diverse vicende, sino agli anni Settanta del XX secolo.

Il volume dedicato al palazzo Dorta, a cura dello scrittore e giornalista Roberto Tirelli, racchiude un vasto patrimonio di ricordi che davvero permetterà di dire, a coloro che l’abiteranno di nuovo, di “vivere nella storia” ed agli udinesi di godere, oltre alla vista di un pregevole restauro, una piacevole e curiosa rievocazione di tempi lontani,  ma di straordinaria attualità.