La bellissima superstar giapponese AYA UETO lunedì 24 aprile a Udine

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La sueprstar giapponese Aya Ueto in occasione del Far East Film Festival sarà a Udine per presentare il film “Hirugao – Love Affairs In The Afternoon”.
Comincia la propria carriera partecipando nel 1997 ad un concorso di bellezza. Pur non vincendo, la giovane viene notata e scelta per diversi spot pubblicitari che la rendono molto popolare. Nel 1999 entra a far parte del gruppo J-Pop Z-1 insieme a Mami Nejiki, Mai Fujiya, e Manami Nishiwaki. Le Z-1 pubblicano solo cinque singoli prima dello scioglimento, ma Aya ottiene un contratto con la Pony Canyon. Nel 2001 viene pubblicato il suo primo singolo Pureness che giunge fino alla quarta posizione dei singoli più venduti in Giappone. Seguiranno altri tredici singoli e sei album che consacreranno Aya Uedo come una delle cantanti giapponesi di maggior successo degli ultimi anni.

Nel maggio 1999 partecipa al film Killer of paraiso a cui seguono vari ruoli in sceneggiati televisivi e film cinematografici di relativa importanza, fra cui gli adattamenti televisivi dei popolari manga Jenny la tennista e Mimì e la nazionale di pallavolo. La popolarità come attrice arriva nel 2003 grazie al ruolo della protagonista nel film Azumi e nel suo sequel del 2005 Azumi 2.

Nel 2006 è presente ai Giochi Olimpici invernali di Torino come inviata della TV Giapponese.

Nel 2008 Aya Ueto è stata la testimonial di una serie esclusiva di telefoni cellulari, prodotti dalla Softbank in collaborazione con la Tiffany & Co., prodotti in soltanto dieci pezzi incastonati di diamanti e venduti al prezzo di più di 100,000,000 yen.

Nel 2012 è stata attrice nel premiatissimo film Thermae Romae

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Hirugao – Love Affairs In The Afternoon –
In Giappone quasi una coppia sposata su tre finisce per divorziare: il doppio rispetto agli anni Settanta. Uno dei motivi è heijitsu hirugao tsuma, una frase alla moda che indica le casalinghe che hanno tresche nel pomeriggio. Hirugao è anche il titolo giapponese di Bella di giorno, il classico di Luis Buñuel del 1967 nel quale una donna sposata (Cathe­rine Deneuve) durante il giorno fa la prostituta. Non che ci siano dati attendibili sulle casalinghe giapponesi che tradiscono, ma l’alto indice di gradimento che ha raccolto la serie drammatica della Fuji TV Hirugao – Love Affairs in the Afternoon (2014) sug­gerisce l’idea che un bel po’ di persone stia valutando la possibilità, almeno nella loro immaginazione, se non nei loro matrimoni. La serie, incentrata sulla giovane casalinga Sasamoto Sawa (Ueto Aya) che prende il sentiero dell’infedeltà sospinta da una casalinga fedifraga sempai (più vecchia di lei), ha ispirato il nuovo film di Nishitani Hiroshi dallo stesso titolo.
All’inizio del film Sawa non è solo divorziata, ma le è stato anche vietato dal giudice di vedere, parlare o comunicare in qualunque altro modo con l’ex amante Kitano Yuichiro (Saito Takumi). Questo entomologo un po’ secchione ha il bell’aspetto e le lunghe gam­be di un principe dei manga, ma nel frattempo è tornato dalla paziente moglie Noriko (Ito Ayumi).
Tre anni dopo la loro separazione, Sawa trova un lavoro part-time in un ristorante sul mare, gestito da un belloccio rude (Hirayama Hiroyuki) che ha per lei un interesse che non è solo professionale. Sawa però non riesce a dimenticare l’uomo che chiama ancora “professor Kitano” (Kitano sensei) e, quando lui arriva in città per tenere una conferenza, lei è tra il pubblico, sebbene se ne stia tutta raggomitolata in fondo alla sala. Non è difficile indovinare che cosa accadrà dopo: Sawa e Kitano si incontrano, e al diavolo il giudice.
Ma poiché siamo in Giappone, la loro relazione si riaccende più lentamente e con mag­giori esitazioni di come succederebbe altrove. Lungi dall’essere due sofisticati sibariti, Sawa e Kitano sono carini e ingenui, persino troppo. Sawa soprattutto dà l’impressione di essere una masochista, che sopporta la freddezza dei colleghi quando vengono a sape­re del suo passato, o gli abusi fisici e verbali di Noriko quando scopre che il marito sta conducendo una ricerca sulle lucciole con l’aiuto entusiastico di Sawa. Quando i due amanti dichiarano di essersi incontrati solo vicino al letto di un fiume, Noriko sospetta che si trattasse di un altro tipo di letto – e la tesissima tregua tra le due donne degenera rapidamente in una guerra unilaterale, con Sawa che batte velocemente in ritirata.
Ad ogni modo, per quanto Sawa possa apparire passiva e persino smidollata, è ostinata­mente fissata con il suo unico obiettivo: stare con Kitano, per sempre felici e contenti o no. E Kitano ha dei validi motivi per non rompere definitivamente con la moglie, cosa questa che in un contesto giapponese (o semplicemente umano) ha un suo perché – e conferma ulteriormente che è un bravo ragazzo.
Fin dai tempi dell’epoca feudale in cui fioriva il Kabuki – quando l’amore illecito era considerato dai samurai che governavano il Paese come un crimine punibile con la mor­te, e come tale veniva rappresentato sul palco – in Giappone gli adulteri della finzione affrontano tipicamente un triste destino o una tragica fine, anche quando le loro contro­parti nella vita reale trovano sempre più facile tradire, con un nuovo amante che spesso è solo a uno squillo di smartphone di distanza.
Da questo punto di vista, Sawa e Kitano sono degli inguaribili romantici della vecchia scuola, che condividono quieti momenti di idillio e attimi di vertiginosa felicità – ma mai un sms. E se siete romantici anche voi, simpatizzerete con la loro storia, anche se la cultura da cui nasce può essere misteriosa come gli insetti scintillanti e sfuggenti di Kitano.
Mark Schilling