La Costa Concordia si muove! – diretta Live Streaming

Le operazioni andranno “avanti ad oltranza tutta la notte”. Lo ha detto il Capo della Protezione civile Franco Gabrielli in un aggiornamento sulle operazioni di rotazione della Concordia all’isola del Giglio.

Sono stati raggiunti i “13 gradi di rotazione” ha detto Franco Porcellacchia, responsabile delle operazioni di rimozione . La Concordia, secondo Sergio Girotto, responsabile della procedura per la Micoperi, sarà in piedi entro l’alba di domani. ”Ci aspettiamo ancora sei, sette ore di tiro – ha spiegato Girotto – poi inizierà l’allagamento dei cassoni. Potrebbe essere anche molto veloce, potrebbe durare anche un’ora, ma non credo che lo sarà”.
Girotto aveva affermato che la stima di “12 ore” per la durata delle manovre “resta confermata”.
Le sei piattaforme su cui poggerà la Costa Concordia una volta rimessa in verticale sono sorrette da 21 pali dal diametro di oltre un metro e mezzo e conficcati nella roccia granitica del fondale mediamente per nove metri. Le opere subacquee sono stati le prime, invisibili da fuori. “Per questo – ha spiegato l’ingegner Sergio Girotto – sembrava che il cantiere non facesse alcun passo in avanti”. Proprio la perforazione del fondale di granito è stata una delle fasi che ha creato le difficoltà più inattese, provocando qualche ritardo.
Il capo della Protezione civile Gabrielli aveva evidenziato, in giornata, che c’era “una significativa deformazione della fiancata”. “Noi abbiamo sempre immaginato, e lo hanno indicato i tecnici, che la nave è costruita per stare in asse e se si appoggia per un anno su una fiancata, la fiancata si deforma – aveva spiegato – peraltro la superficie aveva delle asperità”.
“Nell’intercapedine tra il fondale e la nave non sono stati al momento avvistati i corpi delle due vittime che ancora risultano ufficialmente dispersi”, aveva poi riferito il capo della Protezione civile. Delle 32 vittime del naufragio della Costa Concordia due corpi non sono stati ancora ritrovati. Al triste appello mancano Russel Rebello, il cameriere indiano che lavorava sulla Concordia e morì aiutando altri a salvarsi e Maria Grazia Trecarichi, passeggera siciliana che era al telefono prima di scomparire in mare.
Le operazioni per rimettere a galla la nave, naufragata il 13 gennaio 2012 all’isola del Giglio, sono iniziate alle 9, con un ritardo di circa tre ore a causa del maltempo.
Ventidue mezzi navali ed otto chiatte sono stati coinvolti in questi mesi nelle operazioni per rimettere in asse la nave. Tra i più grandi, il Micoperi 30, lungo quanto la Cattedrale di Notre Dame a Parigi, 122 metri, e il Lone (160,5 metri) quanto l’asse più piccolo dell’area del Colosseo.
Al cantiere lavorano più di 500 persone. Un amalgama di 26 nazionalità diverse, come precisa il sito d’informazione della Regione Toscana: 120 subacquei che hanno effettuato più di 15mila ore di immersione, 70 addetti ai lavori di saldatura e carpenteria, 60 tecnici e piloti dei mezzi comandati a distanza con cui sono state filmate oltre 28mila ore di riprese subacquee, 60 esperti di ‘salvage’, 50 ingegneri, 140 membri d’equipaggio a bordo dei mezzi navali e 10 biologi.
Per far ruotare la Costa Concordia sono utilizzate 56 catene, che passano sotto lo scavo e sono fissate al fianco sinistro del relitto. Ciascuna catena misura 58 metri e pesa 26 tonnellate: un solo anello 205 chili. Ventidue fanno perno sulle undici torri ancorate stabilmente al fondo marino e saranno tese grazie a martinetti idraulici. Trentasei martinetti si trovano anche su nove degli undici cassoni montati sul lato sinistro. Per favorire la rotazione sarà esercitata una forza pari a 23.800 tonnellate.
Si calcola che la Concordia, squarciata su un fianco per 70 metri, si sia riempita di 236mila metri cubi di acque interne. Ne potrebbero uscire al massimo 80mila: con tutta probabilità meno della metà. “Ma sono state prese tutte le precauzioni per ridurre al minimo il rischio di contaminazione e inquinamento”, rassicura Sargentini. Le acque sono state aspirate e ‘bonificate’ fino all’ultimo. Doppie panne di protezione si trovano attorno al relitto e lungo la costa.
Per realizzare le strutture del cantiere costruito in questi mesi attorno al relitto della Costa Concordia sono state impiegate più di 30mila tonnellate di acciaio, pari a quattro volte il peso della torre Eiffel a Parigi. Questo ha dato lavoro a 150 aziende italiane: Fincantieri in testa. I primi ordini sono partiti neppure due mesi dopo il naufragio.