La musica protagonista all’Ircss Materno Infantile Burlo Garofolo

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Quattro diverse aree dell’Ospedale “Burlo Garofolo” trasformate in temporanee salette per concerti, decine di bambini, genitori, medici, ricercatori, infermieri e musicisti impegnati a suonare, cantare e ballare, hanno reso evidente il grande valore terapeutico e riabilitativo della musica. È il risultato, non scontato, della celebrazione all’Ircss Materno Infantile Burlo Garofolo della Festa della Musica 2019.

Oltre a far risuonare note e canti lungo i padiglioni del Burlo, musicisti, medici e ricercatori hanno spiegato ai presenti come ormai numerose ricerche scientifiche e mediche confermino l’importanza della musica per promuovere il benessere e la felicità e come la musica sia stabilmente utilizzata al Burlo per coadiuvare le terapie e le cure in molti campi diversi, nonché per agevolare uno sviluppo equilibrato e sereno dei bambini.

«Le attività di ricerca e cura del Burlo – ha chiarito il direttore scientifico dell’Irccs Materno Infantile Burlo Garofolo, Fabio Barbone – includono lo studio degli organi di senso e in particolare l’udito. Dare rilievo alla musica, che è un’espressione elevatissima di ciò che ci rende unicamente umani, ci consente di unire obiettivi scientifici e culturali che indicano quanta attenzione diamo allo sviluppo del bambino e al benessere della società».

A spiegare come l’utilizzo della musica sia fondamentale anche, e soprattutto, nella riabilitazione di bambini nati con deficit uditivi anche gravi è stata la dottoressa Eva Orzan, direttore della Struttura Complessa Otorinolaringoiatria e Audiologia: «L’utilizzo precoce di un apparecchio acustico o di un impianto cocleare – ha spiegato – accresce la possibilità che un bambino con sordità possa sentire e sviluppare un linguaggio. Il progetto “Minù” dell’Audiologia e Otorinolaringoiatria del Burlo Garofolo ha voluto andare oltre il solo recupero delle capacità uditive dimostrando che un’educazione musicale precocissima arricchisce anche le abilità cognitive coinvolte nell’elaborazione di informazioni sonore, come la memoria e l’attenzione, ma anche l’apprendimento neuro-motorio e la coordinazione tra il suono e il movimento».

Il maestro Giovanni Maniago, educatore musicale  e insegnante di scuola primaria, dal canto suo ha evidenziato come «per un musicista essere coinvolti in iniziative come quella odierna abbia un altissimo valore e sia bellissimo vedere come bambini, anche nati con deficit uditivi, abbiano una capacità altissimi di apprendere la musica e come questo agevoli molto la capacità di apprendimento del linguaggio, ma anche come rapportarsi con la musica permetta ai bambini di crescere avendo risorse e chance in più rispetto a chi non si rapporta con la musica fin da piccolo».

In un momento della festa dedicato principalmente alle donne in dolce attesa, il dottor Stefano Bembich, ricercatore della Neonatologia e Terapia intensiva neonatale, ha spiegato alle future mamme come la ricerca scientifica abbia dimostrato come la musica abbia effetti di stabilizzazione molto significativi per i bambini nati pretermine e che, quindi, «se i genitori se la sentono e seguendo i loro gusti musicali, può essere molto importante accompagnare la crescita dei bambini tenendo conto nella relazione genitore-bambino anche dell’aspetto musicale. Tipicamente le “ninne-nanne”, tranquille e ripetitive – ha aggiunto – hanno la capacità di tranquillizzare il bambino nato pretermine nei suoi parametri come la frequenza cardiaca, l’ossigenazione dei tessuti, nei cicli sonno veglia rendendo il sonno di maggior qualità e di accompagnarlo nella sua autonomia alimentare e nello sviluppo della capacità di suzione».

Nell’area giochi della clinica pediatrica, dapprima il duo Stefano Schiraldi e Erica Rossi ha proposto, come in ogni area del Burlo coinvolta dalla festa, le belle canzoni composte per accompagnare ogni momento della vita dei bambini, quindi, il dottor Aldo Skabar dirigente medico della Neuropsichiatria infantile, ha illustrato i risultati del progetto “Remus”, che coinvolgendo 48 bambini fra Trieste e Roma, selezionati in un gruppo di 225 bambini con disturbi della lettura (dislessia), ha dimostrato come: «Utilizzare metodi di istruzione musicale, come il metodo Kodaly, unitamente ai fondamentali esercizi di logopedia, ha una capacità più che doppia (75% dei casi contro il 36%) dei più comuni metodi grafici nel migliorare le capacità di lettura dei bambini. È una ricerca fondamentale – ha concluso Skabar – tant’è che da quando è stata conclusa ha dato vita a diverse pubblicazioni scientifiche che sono state citate oltre 100 volte nella letteratura scientifica internazionale».

Nell’ultima tappa del giro musicale attraverso il Burlo Garofalo, nell’atrio dell’ingresso principale dell’ospedale infantile, la dottoressa Giorgia Girotto, dirigente della Genetica Medica dell’Irccs triestino ha spiegato come la ricerca stia dimostrando con sempre maggiore evidenza come la genetica abbia un ruolo importante sia nello sviluppo del talento musicale, nella predilezione per alcuni generi musicali, ma anche nello sviluppo delle varie forme di perdita di udito. «Si stima che in tutto il mondo – ha affermato – più di 400 milioni di persone siano affette da difetti uditivi in varie età della vita, ma anche come fra queste persone ci siano e ci siano stati in passati alcuni geni della musica a partire da Beethoven per arrivare a Collins o Clapton.  Non tutte le forme di sordità derivano dalla genetica – ha aggiunto – perché anche gli aspetti ambientali hanno un ruolo fondamentale, ma sono oltre 100 i geni coinvolti nelle funzioni uditive e al Burlo cerchiamo di studiare la connessione fra genetica e difetti uditivi con l’obiettivo finale di sviluppare terapie che possano contribuire a ridurre o eliminare i problemi di udito».

In conclusione, la dottoressa Antonietta Robino, ricercatrice della Genetica Medica ha chiarito come i suoni e l’udito siano molto importanti anche nella percezione, nella valutazione e nella scelta del cibo. «Si pensi – ha spiegato – come, ad esempio, durante la masticazione il suono sia fondamentale nel valutare alcuni aspetti del cibo come la croccantezza e, conseguentemente, allo stato di conservazione. Tutti abbiamo sperimentato la differenza di suono fra un cracker preso da un pacchetto appena aperto e uno preso da un pacchetto aperto da alcuni giorni. La ricerca ha, poi, dimostrato che alcuni suoni possono influenzare le abitudini di consumo: ad esempio, come la musica a volume molto alto induca a consumare più cibi e bevande, o come la musica classica spinga ad acquistare vini di maggior pregio».