“La peraule dal cûr”, per raccontare il friulano con il “cuore”

Le parole possono regalare grandi emozioni, cambiano nel tempo e saperle valorizzare e tramandare è importante. Dallo scambio tra nuove e vecchie generazioni, tra tradizione e innovazione è nato il concorso “La peraule dal cûr”, iniziativa promossa da Città Fiera con il patrocinio di ARLeF, per promuovere la cultura e la conoscenza della lingua friulana. Una prima edizione che ha raccolto una grande partecipazione di pubblico con contenuti molto sentiti e significativi. Sono stati presentari al pubblico i due vincitori della prima edizione e le menzioni speciali e contestualmente è stata inaugurata mostra dedicata (primo piano – area verde), curata con la collaborazione dei ragazzi dello IAL FVG, all’interno della quale sono state raccolte le “parole del cuore” selezionate dalla giuria del concorso. La mostra resterà aperta al pubblico gratuitamente per tutto il mese di aprile.

I ricordi sono stati i veri protagonisti del concorso, rappresentati attraverso le parole che il pubblico ha condiviso per partecipare all’iniziativa. I ricordi dei nonni, del papà, della maestra, dell’insegnante, del parroco, ricordi che continuano a vivere nel presente e raccontano come le tradizioni sono legate indissolubilmente ai valori. L’operosità, la tenacia, lo spirito di aiuto reciproco raccontano i friulani e chi li ha incontrati e sono descritti nelle frasi, nelle parole e nelle filastrocche inviate per partecipare a “La peraule dal cûr”.

La giuria ha decretato due vincitori: per la categoria “Peraule” Alessio Compagno, con “Cumbinìn”. Una parola dalla forza straordinaria che ci porta “oltre” il suo significato fin dentro al cuore dei friulani, alla loro generosità e concretezza. “Una parola che, in un modo o nell’altro, è la sintesi del Friuli e dei friulani: del loro modo di fare, del loro orgoglio, del loro ingegno, del loro amore per il lavoro, per la comunità e per il prossimo”, questa è parte della motivazione che Alessio Compagno ha condiviso per spiegare la scelta di “Cumbinìn”.

Vincitori per la categoria “Poesie inedite” con “Scolte” la Scuola dell’Infanzia Paritaria “D.B. Coradazzi” di Villa Santina, scelta dalla giuria per l’accostamento della lingua friulana alla lingua inglese. Una chiave di lettura internazionale che esprime l’importanza dell’attenzione e dell’ascolto profondo dell’altro. “Su una parete della nostra scuola si legge, scritto in grande in inglese, I care. È un’espressione impossibile da tradurre ma che ha un profondo valore: mi importa, mi sta a cuore. All’inizio dell’anno scolastico, abbiamo condiviso con i bambini questo pensiero, ci siamo detti che la nostra scuola deve essere come una casa, la casa di tutti. Durante il dialogo con i bambini, tra le tante idee, è emerso che per loro la voce che racchiude tutte le altre è “ascolta, ascolta gli altri”. La poesia SCOLTE è l’insieme di parole trascritte in un momento di confronto per capire il senso di questa parola. Sono parole uscite dalla bocca dei bambini, che vanno a comporre questa semplice ma significativa poesia, che tanto ci dice sulla profondità dei loro pensieri”. Con queste parole Sandra Goi, insegnante che ha seguito il progetto, ha raccontato la nascita e lo sviluppo dell’idea presentata in concorso.

Sono invece state undici le menzioni speciali a premiare con diverse motivazioni altrettanti partecipanti che, hanno saputo cogliere il senso dell’iniziativa, proponendo un contenuto che ha risvegliato ricordi, tradizioni ed emozioni come ad esempio “Bracecuel”, parola  portata dalla classe 4^ dalla Scuola primaria “J. Tomadini” di Rualis (Cividale del Friuli). “Questa parola è nel nostro cuore, perché bracecuel significa capire, includere, creare armonia e circondare di affetto. Ci mancano gli abbracci tra amici, compagni di classe e anche gli abbracci delle nostre maestre. Ma noi cerchiamo di rispettare le regole per il bene di tutti e speriamo di poterci abbracciare quando tutto sarà finito e potremo manifestare i nostri sentimenti sinceri senza paura”. Con queste parole i bambini hanno motivato la scelta della parola “Bracecuel”, riportandoci alla quotidianità vissuta ormai da due anni, ma con uno sguardo al futuro che, per i più piccoli, è sempre costellato di immagini di speranza.