Latterie friulane: Granarolo, piano difende produzione Friuli

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Difesa del latte friulano, valorizzazione della filiera zootecnica regionale e rafforzamento del mercato dei ‘duri’ con specifico focus sullo sviluppo del Montasio. Sono le prospettive del piano presentato da Granarolo che presuppone la fusione tra le due società cooperative Granlatte e Consorzio Latterie Friulane e che prevede il “mantenimento in Friuli di una struttura industriale e di un polo logistico-distributivo che consentirà di preservare le principali linee produttive dello stabilimento Campoformido e di garantire la equa remunerazione della materia prima conferita dai soci allevatori”. Lo riporta una nota di Granarolo. Il gruppo emiliano sottolinea “l’estrema criticità in cui versa attualmente Latterie Friulane e dell’andamento commerciale negativo” che induce un “necessario doloroso ridimensionamento dell’organico oggi impiegato a Campoformido, con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali attivabili d’intesa con i sindacati. Al momento “non ci sono piani alternativi e se non si trova una soluzione quanto prima guardando al futuro in prospettiva Latterie Friulane sarà messa in liquidazione. La fusione di Granlatte e Latterie Friulane potrà invece consentire ai produttori friulani di accedere a un mercato costituito dai 60.000 punti vendita serviti da Granarolo e di inserirsi in una strategia del Gruppo votata all’export, a beneficio della valorizzazione del Montasio”, segnala la Granarolo. La scelta dello “sciopero a oltranza danneggia i produttori di latte (ogni giorno di sciopero equivale a una perdita di circa 170.000 Euro per Latterie Friulane), spreca materia prima, danneggia mercato, marchi, prospettive di sviluppo e quindi i lavoratori”. Rispetto al piano, Granarolo si rende disponibile a “inserire gli attuali conferenti del Consorzio in Granlatte a garanzia di una maggiore sostenibilità per i produttori allevatori attraverso un maggiore sbocco del latte sul mercato e uno sviluppo della filiera a dare vita ad una società con sede in Friuli su cui conferire gli asset produttivi, così da garantire il mantenimento in regione dei flussi fiscali. A sostenere un piano sociale di supporto alla riorganizzazione (cigs) ma considera necessario il ripristino della normale attività produttiva e un confronto da parte sindacale che guardi a prospettive concrete e sostenibili”.