Laura Boldrini, Vajont dopo 50 anni ferita ancora aperta

Una ferita ”tuttora aperta” nella convinzione, che quel disastro, figlio di troppi errori umani, ”poteva essere evitato”. Alla vigilia del ricorrenza domani dei 50 anni dalla tragedia del Vajont, è stata la presidente della Camera Laura Boldrini a testimoniare le ombre che ancora oggi circondano la vicenda. ”Ricordare significa rendere omaggio alle vittime – ha sottolineato – ma anche far memoria del lavoro eccezionale e eroico di chi ha prestato i soccorsi”. Il presidente del Senato Pietro Grasso, che domattina sarà a Longarone per rappresentare lo Stato nelle cerimonie di commemorazione, è ancor più esplicito. “Il Vajont fu una strage che si poteva e si doveva evitare – ha detto -. Non è stata evitata perché sulla moralità, sul valore della vita, sulla legalità, è prevalsa la logica senza cuore degli ‘affari sono affari”’. Grasso deporrà una corona nel cimitero monumentale di Fortogna. Si tratterà del momento iniziale della giornata in ricordo del disastro che la sera del 9 ottobre 1963 causò la morte di quasi 2.000 persone. Alle 9.45 il presidente del Senato parteciperà poi alla commemorazione civile al Palazzetto dello Sport di Longarone. ”Siamo soddisfatti che il presidente del Senato – ha detto il sindaco di Longarone Roberto Padrin, lanciando il monito che ‘altri Vajont si potrebbero verificare in Italia a causa delle speculazioni’ – abbia voluto essere presente in un momento così importante dedicato al ricordo, alla memoria e al silenzio”. Le celebrazioni continueranno nella chiesa parrocchiale di Longarone con la messa alle 11 e alle 12 sul sacrato del campanile di Pirago – rimasto miracolosamente in piedi nella coltre di fango – dove sarà deposta una corona. Alle 15.15 nel Cimitero Monumentale di Fortogna, mons. Giuseppe Andrich, vescovo della Diocesi di Belluno-Feltre, concelebrerà con mons. Giuseppe Pellegrini, Vescovo della diocesi di Pordenone, la funzione religiosa. Celebrazioni sono previste anche negli altri paesi spazzati via dall’onda provocata dalla frana caduta nel bacino artificiale del Vajont. Castellavazzo ricorderà le vittime con due messe, la prima alle ore 9 nella Cappella Votiva a Podenzoi, la seconda alle ore 10.30 nella Chiesa Parrocchiale di Codissagno. Erto e Casso celebreranno due funzioni alle ore 9 nella Chiesa di S. Bartolomeo, apostolo di Erto, e alle ore 11.30 nella Chiesa di S. Antonio al Colomber, presso la diga. Nel cimitero di Erto alle 19.30 si svolgerà la liturgia a suffragio delle vittime. A Vajont la Santa Messa si celebrerà alle ore 19 nella Chiesa Parrocchiale. Nel pomeriggio, alle 14.15, a Ponte nelle Alpi, ci sarà una cerimonia commemorativa a Nuova Erto presso il monumento delle Vittime del Vajont. In serata la Madonna di Longarone, uno dei simboli del disastro, sarà portata dal cimitero monumentale di Fortogna alla chiesa parrocchiale dove dalle 21.45 alle 22.39 si svolgerà la veglia in ricordo delle vittime. La Madonna deturpata, con le mani strappate via dall’acqua in quella notte del 9 ottobre, era scesa lungo il Piave, insieme all’onda che si portò via i cadaveri dei suoi suoi paesani e li ‘accompagnò’ fino alla fine del loro viaggio terreno, lungo il fiume. La trovarono il 10 ottobre a Fossalta di Piave, nel veneziano. Il Comune di Belluno e il Comune di Longarone durante la veglia di suffragio delle vittime hanno invitato i cittadini della provincia ad accendere un lume in tutte le case per stringersi al dolore delle popolazioni colpite dalla catastrofe.