Le antenne del 5G si alzano a Pordenone e Gorizia con WindTre

Wind Tre operatore di telefonia mobile ha ufficializzato il 15 novembre l’avvio della rete 5G in alcune città.
Lo sforzo di WindTre per il 5G è molto consistente. In tutto, la compagnia renderà operativi a breve 20mila siti di trasmissione per le reti ed andrà ad investire 6 miliardi di euro nei prossimi anni per lo sviluppo e la manutenzione delle sue reti.

I primi capoluoghi e territori provinciali che saranno coperti dalla rete 5g di WindTre sono: Arezzo, Avellino, Belluno, Benevento, Bolzano, Brescia, Campobasso, Catania, Chieti, Firenze, Foggia, Frosinone, Genova, Isernia, Lecco, Matera, Nuoro, Palermo, Perugia, Pesaro Urbino, Pordenone, Potenza, Sassari, Savona, Siena, Sondrio, Taranto, Torino, Trento, Treviso, Verona e Vicenza. Ancona, Forlì, Gorizia, Latina, Ravenna, Trapani.
Entro la fine del prossimo anno saranno 70 i capoluoghi italiani raggiunti dal servizio.

Per usufruire del servizio di quinta generazione è necessario aver attiva un’offerta tariffaria mobile “5G” o “5G Ready”, uno smartphone 5G ed essere in un’area con copertura 5G.
Qui di seguito alcuni dispositivi 5G compatibili: iPhone 12 mini, iPhone 12, iPhone 12 Pro, iPhone 12 Pro Max, Huawei Mate 40 Pro, Huawei P40 Pro+, Huawei P40 Pro, Huawei P40, Xiaomi Mi 10T Pro, Xiaomi Mi 10T, Xiaomi Mi 10T Lite, Xiaomi Mi 10, Xiaomi Mi 10 Lite, Oppo Reno 4 Pro, Oppo Reno 4Z, Oppo Find X2 Neo e Motorola razr 5G.

Roberto Basso, Direttore, Direttore External Affairs & Sustainability di WindTre: “Per migliorare la competitività del sistema manifatturiero italiano, occorre allineare i limiti delle emissioni elettromagnetiche a quelli europei. Se non si procederà in questa direzione, le imprese italiane dovranno fare i conti con uno svantaggio occulto nei confronti delle aziende concorrenti di altri paesi. Il 5G è una tecnologia abilitante e contribuisce alla competitività del Paese. L’Italia è la seconda nazione manifatturiera d’Europa e quinta nel mondo, nonostante una situazione sfavorevole sul piano di alcuni costi, come l’approvvigionamento energetico. La sicurezza delle reti di quinta generazione va garantita nell’ambito di un quadro coerente con l’Unione Europea, e grazie al confronto aperto tra gli operatori ed il legislatore, da svolgere in modo leale e diretto”.