Le risposte di Pietro Fontanini e Vincenzo Martines alle domande del Patto per Udine


Il già candidato sindaco Andrea Valcic e il Patto per Udine avevano sottoposto ai due candidati sindaci al ballottaggio, Pietro Fontanini e Vincenzo Martines, cinque argomenti ritenuti qualificanti ed irrinunciabili per il futuro della città di Udine ed il benessere dei suoi cittadini.

Punto 1. Rigenerazione del centro cittadino.
Riteniamo assolutamente irrinunciabili:
– l’allargamento della zona pedonale a via Mercatovecchio, seppure con una soluzione per la pavimentazione diversa dalla pietra piacentina;
– l’avvio di un percorso progettuale verso la realizzazione di una prima linea di tram urbano, dalla stazione ferroviaria al polo universitario dei Rizzi, elemento fondante di una mobilità sostenibile per un processo di facilitazione della residenzialità in centro e di vitalità delle attività commerciali.

Punto 2. Uso della città.
Consideriamo necessaria una serie di forti azioni per favorire l’uso della bicicletta in città a cominciare dal completamento dell’anello ciclabile lungo la circonvallazione interna (ring).
Chiediamo un impegno immediato e politicamente forte per l’eliminazione a brevissimo termine dei cinque passaggi a livello dell’area est della città con successiva conversione del tratto ferroviario a parco cittadino e pista ciclabile da collegarsi alla rete Alpe Adria, quale porta di ingresso alla città per il cicloturismo.

Punto 3. Riuso della città.
L’individuazione di una sede idonea, in accordo con il competente ministero e la Regione Friuli-VG, per la realizzazione del “Museo nazionale della Protezione Civile” intitolato al generale degli alpini Rolando Parisotto, indicando prioritariamente la ex sede dei Vigili del Fuoco di via Cussignacco/piazzale Unità d’Italia, che dovrà essere riconvertita.
Chiediamo poi l’impegno dei candidati sindaco ad un cambio della destinazione d’uso della ex birreria Dormisch dall’uso commerciale a finalità sociali per la città, meglio se per i giovani.

Punto 4. Partecipazione.
Vogliamo una nuova relazione tra amministrazione e cittadini con una presenza di prossimità e supporto a cominciare dalla destinazione di adeguati spazi nei quartieri dove fornire una varietà di servizi al cittadino (anagrafe, servizi sociali, spazi di aggregazione).
Chiediamo inoltre nuovi strumenti di partecipazione: il referendum consultivo comunale, la progettazione dal basso attraverso un portale online, le consulte dei portatori di interesse, dai cittadini dei vari quartieri alle diverse attività produttive.

Punto 5. Una città per e nel Friuli e nell’Europa.
Si chiede l’impegno a far si che la sede RAI di Udine diventi una qualificata struttura per la produzione e diffusione di trasmissioni per le minoranze linguistiche regionali, ed in prospettiva il Centro di produzione europeo per le minoranze linguistiche.
Infine chiediamo l’impegno a dotare il Comune di Udine del piano linguistico per la lingua friulana in adempimento alla legge regionale 29/2007 e di incentivare la promozione e l’uso della lingua friulana in ogni ambito.
Dalle risposte che i due candidati riterranno di dare, gli elettori potranno meglio indirizzare la loro scelta verso il nuovo sindaco e di conseguenza verso un diverso futuro di città.

Pietro Fontanini

In risposta a quanto in oggetto vi comunico che per quanto riguarda tram e pedonalizzazione abbiamo alcune osservazioni:
– per tram vorremmo valutare se vi sia disponibilità economica per questa interessante realizzazione
– per la pedonalizzazione soprattutto di via Mercatovecchio vorremo prima di attuarla fare un referendum consultivo per far scegliere ai cittadini Udinesi

Per i restanti punti siamo d’accordo

Vincenzo Martines

Ringraziando per l’invio di questo documento, ritengo di rispondere ai fondamentali punti evidenziati dal Patto per Udine coerentemente con il programma con cui io e la mia coalizione ci siamo presentati agli udinesi, evidenziando quelli che mi appaiono gli elementi di sostanziale convergenza.

1. Rigenerazione del centro cittadino
– Concordo con quanto proposto dal Patto. E garantisco che uno dei primi atti della Giunta sarà la realizzazione della pedonalizzazione di Via Mercatovecchio, ancorché in attesa del parere del TAR. Come previsto nel nostro programma, infatti, la rivitalizzazione del centro storico passa attraverso interventi mirati a incentivare una nuova residenziali con la ricerca di strumenti innovativi e la realizzazione di una definitiva pedonalizzazione, con la ridefinizione della funzione delle piazze del centro (Duomo, XX Settembre, Venerio) e delle vie storiche (Mercatovecchio). Ulteriore azione finalizzata alla rigenerazione del centro di Udine, è la creazione del tavolo permanente composto da Comune, Università, categorie economiche e proprietari degli edifici al fine di calmierare i canoni, favorire la ricollocazione commerciale e la valorizzazione degli immobili del centro storico, riconsiderando il tema del “centro commerciale naturale” anche legato alla residenzialità. Riteniamo fondamentale poi un sostegno del commercio di prossimità attraverso la creazione di un sistema di contribuzione diretta e di sgravi fiscali.
– Concordo con l’esigenza di incentivazione della mobilità sostenibile e della percorribilità in tempi rapidi degli assi cittadini. Per questo, come previsto nel Programma, intendiamo partecipare immediatamente e attivamente al tavolo istituzionale della Regione, titolare della delega del Tpl (Trasporto pubblico locale), per assicurare ai cittadini del Comune di Udine e dell’UTI Friuli Centrale i maggiori servizi richiesti dal Piano Urbano della mobilità: collegamenti con i comuni limitrofi, maggiori frequenze dei bus in città, navette ecologiche a servizio del centro storico e nuovi percorsi. La possibilità di modificare il Tpl ci permetterà di pensare a linee degli autobus urbani che corrispondano alle nuove esigenze dei cittadini e dei quartieri, sia per quanto riguarda gli orari che per quello che concerne le linee. Nel quadro della sostenibilità vogliamo inoltre avviare la sperimentazione al pubblico del car sharing e in aggiunta a quanto già previsto nel Programma ci impegniamo a valutare proposte innovative di mobilità sostenibile, di collegamento con punti essenziali della città (Università, Ospedale) anche senza il coinvolgimento di sedime ferroviario. Puntiamo, inoltre, alla realizzazione di un piano insieme a Ssm Sistema Sosta Mobilità di installazione di punti di ricarica elettrica e relative pensiline – in aggiunta alle esistenti – per incentivare e sostenere l’uso di mezzi ecologici.

2. Uso della città
– Sono in totale accordo sull’incentivazione dell’uso della bicicletta, in sicurezza. Anche questo è un punto importante del nostro programma. Infatti, per quanto riguarda la mobilità, che vogliamo diventi il più sostenibile possibile, intendiamo rafforzare la rete dei percorsi ciclabili dando priorità alle direttrici che dai quartieri portano al centro incentivando l’uso della bicicletta per la mobilità quotidiana (casa-lavoro e casa-scuola) e per la fruizione dei beni ambientali. A questo fine volgiamo consolidare il sistema di bike sharing. Fondamentale, per noi, è giungere alla dismissione dei passaggi a livello e attivare il processo di riuso e riqualificazione dell’area liberata dal sedime ferroviario con progetto partecipato di mobilità pedonale e ciclabile. Pensiamo a un grande progetto ecologista e per una mobilità sostenibile: fare dell’area vasta del Friuli Centrale il luogo in cui si elabora e si realizza una reale cultura di tutela e valorizzazione del paesaggio, realizzare una rete intercomunale delle aree verdi in un unico grande percorso del benessere e della salute dal Parco del Torre fino al Parco del Cormor e attrezzare e completare le ciclovie per farne esclusivi percorsi con una specifica viabilità dedicata.

3. Riuso della città
Rigenerare significa pensare l’evoluzione di un tessuto urbano, edificato e non, attraverso una riqualificazione della città che tenga conto delle specifiche esigenze e peculiarità dei singoli quartieri.
Fondamentale è l’attivazione di un rapporto concreto tra pubblico e privato finalizzato al recupero e all’utilizzo degli spazi vuoti in città. Tra le aree interessate c’è anche l’ex Dormisch, scongiurando l’ipotesi che possa essere adibita semplicemente ad uso commerciale ma assuma una funzione coerente con la sua collocazione al margine del Centro Studi in una ottimale posizione per svolgere un ruolo di cerniera tra quest’ultimo ed il centro storico.
Riconoscendo il valore inestimabile dell’opera della Protezione Civile riteniamo che, rispetto all’individuazione di una sede da destinare ad un museo nazionale, abbiamo l’obbligo prioritariamente di garantire migliori spazi e mezzi operativi. Raggiunta la stabilità della sede, della centrale operativa, sarà possibile operare tutte le altre scelte.

4. Partecipazione
Un punto essenziale del nostro programma è dedicato proprio al tema della partecipazione. A differenza del passato recente, un forte dialogo diretto con i cittadini è la priorità richiesta agli amministratori e ai politici. Questo vale anche per Udine. Decidere insieme ai cittadini comporta un grande impegno di investimenti sul territorio, di formazione del personale e di informazione dei cittadini stessi che dialogano con l’amministrazione su progetti e servizi. E comporta prima di tutto la capacità del sindaco e degli amministratori di sapersi relazionare alla pari con i propri concittadini. Questi sono i punti fondamentali del nostro programma:
-istituzione dell’Assessorato alla partecipazione con il compito preciso di proporre modifiche allo Statuto del Comune per introdurre nuovi strumenti di democrazia partecipativa e rafforzare quelli presenti di democrazia diretta, anche creando assemblee permanenti e riunioni di giunta da tenersi presso i quartieri per condividere da subito questo percorso
-impegno dell’amministrazione comunale a calendarizzare sempre in consiglio i progetti presentati dai cittadini per codecidere la loro concreta attuazione e avviare percorsi partecipati relativamente a scelte e interventi di grande impatto sulla città
-ridefinizione del ruolo del delegato di quartiere attraverso una relazione stretta con la Giunta e la definizione di funzioni precise per un’interazione più efficace con le proposte del territorio
-investimenti sulle sedi dei quartieri (circoscrizioni e nuovi eventuali spazi da individuare e attrezzare) per farne centri di ascolto, aggregazione e servizio. Riutilizzo, ad esempio, dello spazio Ater nel quartiere Aurora
-rafforzamento e stabilizzazione del personale individuato per il funzionamento delle sedi di quartiere e per gli oneri derivanti dall’attivazione dei percorsi di partecipazione
-applicazione del “modello Udine” anche per le Unioni Territoriali Intercomunali. Costruzione di occasioni di decisioni partecipate su progetti che hanno dimensione superiore ai confini comunali. Il Municipio di Udine delega ai quartieri, con gli strumenti della partecipazione, lo studio di opere e interventi come avvenuto per esempio nella stesura del Piano paesaggistico regionale
5. Una città per e nel Friuli e nell’Europa
In uno scritto del 1947 dal titolo “Friuli autonomo”, Pier Paolo Pasolini descrisse il necessario passaggio “dall’essere” al “dover essere”, ragionando sui caratteri del “sentimento di friulanità” e disse che occorreva “instaurare una nuova mentalità capace di trasformare la preistoria in storia, la natura in coscienza”. Vocazione europea, capacità di innovazione, cultura, solidarietà ci dicono che Udine e il Friuli devono collocarsi nel futuro imminente con una mentalità che sa guardare sempre avanti e sa proporre la propria profonda “cultura di territorio”.
Coerentemente con questo assunto, così come anticipato dall’impegno del Comune nel sostenere l’importante manifestazione Suns Europe che si svolge ogni anno facendo di Udine la capitale europea delle minoranze linguistiche, garantisco l’impegno a farmi artefice di un’azione politica affinché la sede Rai di Udine diventi una qualificata struttura per la produzione di trasmissioni per le minoranze linguistiche regionali e, in prospettiva, il Centro di produzione europeo per le minoranze linguistiche; e, altresì, a dotare il Comune di Udine di un piano linguistico per la lingua friulana.
Partendo dal fondamentale presupposto di considerare Udine come una città dal respiro europeo, che si ritrova anche nel programma di Patto per Udine dove viene indicato il ruolo di innovazione e stimolo per l’intero territorio, da sempre gli udinesi, oltre a richiedere amministratori onesti, capaci e che sappiano tenere alto il prestigio che la loro città esprime, si sono dimostrati ambiziosi. Un’ambizione distante dalle idee di un centrodestra cittadino che unisce da una parte una visione di Udine passatista e ancorata a un tradizionalismo incapace di guardare al futuro e dall’altra un sovranismo nazionale che tende a omologare le specificità culturali e identitarie della nostra regione e, soprattutto, della nostra città.
Un’ambizione che è altrettanto inconciliabile con qualsiasi ipotesi di realizzazione di una macroregione del nordest, così come pare ventilarsi in questi giorni.