Legati agli alberi di Viale Venezia per salvarli

“Non uccideteci!”, “Non uccidete il patrimonio della città”. La firma è di leggendari eroi della saga di re Artù: Sir Lancillotto, Sir Tristano, Sir Ettore, Sir Parsifal, Sir Gaheris, Sir Galahad, Sir Gareth, Sir Bedivere, Sir Geraint, Sir Kay, Sir Lamorak. Sono questi i nomi che il Comitato spontaneo “Salviamo viale Venezia” ha voluto dare agli alberi la cui parola è confluita nella mobilitazione pacifica organizzata sabato pomeriggio in viale Venezia all’altezza dell’incrocio con via Ternova. Qui, infatti, dovrebbe sorgere la prima rotonda che il Comitato vuole bloccare sia attraverso manifestazioni pubbliche sia con diffide, revoche ed esposti. Ad attrarre la curiosità di passanti e automobilisti sono stati i rinati Cavalieri della Tavola Rotonda i cui nomi campeggiavano sui tronchi e sui manifestanti che li hanno voluto ‘impersonificare’. I manifestanti si sono legati per un’ora agli 11 alberi, quelli che, da progetto, il Comune vuole abbattere, nonostante siano sani e nonostante il viale sia storico e quindi tutelato. Non si tratta solo di una missione anti-rotonde, ma soprattutto di “una missione per salvaguardare il verde pubblico che appartiene a tutti noi, è compito civico tutelare l’ambiente a prescindere, soprattutto quando lo si vorrebbe sacrificare in nome e per conto di interessi privati commerciali”, ha affermato la cittadina Clara Moro che mesi fa aveva lanciato la proposta-provocazione dell’incatenamento e dell’azione civile di risarcimento danni per abuso di potere a danno del patrimonio verde pubblico costituzionalmente garantito. “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, recita l’articolo 9 della nostra Costituzione che sembra essere stata dimenticata da chi ci governa, scrive il Comitato in una nota. 

Le rivendicazioni proseguono anche sul fronte amministrativo e legale. Sono state inviate al Comune di Udine e alla Procura della Repubblica, infatti, la richiesta di perizia giurata sugli alberi e la diffida dal proseguire i lavori per realizzare la rotonda della discordia all’incrocio fra viale Venezia e via Ternova. Come preannunciato durante la prima affollata Assemblea pubblica di giovedì 23 gennaio, il Comitato ha fatto pervenire a Palazzo D’Aronco e alla Procura precise richieste: innanzitutto si chiede la perizia giurata davanti al Tribunale di Udine da parte del forestale Antonio De Mezzo, incaricato da soggetto privato per indagare lo stato delle piante, il quale sostiene, nella sua perizia di novembre 2019, la necessità di abbattere gli 11 alberi di alto fusto. Gl alberi però, e questo lo scrive lo stesso De Mezzo – fa notare il Comitato – “non sono malati, ma potrebbero diventarlo, essendo una specie soggetta ad un certo tipo di cancro!, come dire eliminiamo a monte tutto il verde!”, ma leggendo bene, “si scopre che l’unica colpa degli alberi è di interferire con il progetto”. 

In difformità a quanto prescritto dalla Sovrintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio FVG, con atto del 18 ottobre 2019, il perito di parte privata consiglia di “piantumare, in sostituzione, specie di minore dimensione a maturità”, quando invece la Sovrintendenza, oltre a ribadire la tutela, scrive che si devono sostituire gli alberi con altri delle stesse dimensioni, ma allora perché tagliarli spendendo denaro pubblico? Il Comitato, nella missiva inviata a Comune e Procura per i rilievi penali del caso, sottolineando il parere vincolante della Sovrintendenza, evidenzia che l’intervento ricade in area dichiarata di “notevole interesse pubblico” (DM 15.05.1956). Nella diffida il Comitato domanda la revoca delle tre delibere della giunta comunaleapprovate prima dall’amministrazione Honsell e poi dall’attuale amministrazione Fontanini sia sulla bozza di convenzione fra la società privata Lidl e il Comune sia sul progetto definitivo/esecutivo dei lavori approvato dalla giunta il 14 gennaio di quest’anno. La raccolta-firme prosegue compilando i moduli reperibili all’edicola all’incrocio con viale Firenze, al bar gelateria da Tato a Tata (v.le Venezia 261) e dal fruttivendolo all’angolo con via Nervesa.