Legge Welfare: Tondo, la regione ha potestà primaria

tondo1La notizia è di ieri: il governo nazionale ha bocciato la legge sul welfare della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia. Si tratta del provvedimento che permetteva solo ai cittadini comunitari residente da almeno 36 mesi di accedere ai servizi socio assistenzialiIl presidente Tondo interventuo nell’aula del consiglio regionale ha affermato che: “La Giunta e la maggioranza in consiglio regionale hanno voluto una norma che tutelasse le esigenze di salute e protezione sociale dei cittadini del Friuli Venezia Giulia senza intenti escludenti. Secondo il governo questa norma escluderebbe alcune categorie di persone in modo non giustificato. Analizzeremo con attenzione le obiezioni del Governo, tenendo conto che la Regione ha potestà primaria su questa materia e che il settore è interamente finanziato con risorse prodotte dai cittadini del Friuli Venezia Giulia. Fatta
questa analisi, valuteremo in che modo rispondere”

Nel corso della giornata però si erano levate forti le voci del centro sinsitra e dei sindaci della regione: in primis il sindaco Honsell che ha rivendicato una paternità sul rigetto della legge evidenziando come lui stesso avesse già segnalato l’anticostituzionalità del provvedimento e avesse provveduto a scrivere una lettera al presidente del consiglio per sottolineare l’evidente irregolarità della normativa

Il presdiente dell’ANCI Pizzolitto ha segnalato che “Spiace, perché questo deprime la specialità del Fvg,  che ancora una volta sia dovuto intervenire il Governo nazionale, ma quelle norme erano davvero inaccettabili e quindi non possiamo che esprimere soddisfazione per essere usciti da una situazione che la stragrande maggioranza dei comuni aveva giudicato anche inapplicabile”.

Il capogruppo del PD in consiglio regionale, Gianfranco Moretton ha sottolineato che “Il Governo Berlusconi, di tanto in tanto, fa qualche azione giusta e l’impugnazione della Finanziaria regionale 2010 ne é la dimostrazione.

Infatti  la disposizione che pone forti discriminazioni sul godimento di determinate prestazioni sociali, in particolare per alcune categorie di cittadini, é stata impugnata dal Governo nazionale proprio perché viola la Costituzione.

E tutto ciò anche a conferma della validità della forte contrarietà che il gruppo del PD aveva manifestato in Consiglio regionale.

Ora vorremo che il presidente Tondo ritornasse subito in Aula per cancellare quella norma discriminante e per chiedere scusa a tutte quelle persone che, a causa del fortissimo condizionamento posto dalla Lega, hanno dovuto subire psicologicamente e concretamente gli effetti di quell’articolo.

Tondo dovrebbe scusarsi anche con tutti i cittadini della regione per aver mortificato lo spirito di accoglienza che sempre ha contraddistinto il popolo friulano e giuliano. Proprio all’indomani dal suo ritorno dal viaggio in India, fatto per manifestare concretamente solidarietà alle persone più deboli e povere che soffrono quotidianamente per una vita carica di stenti e sofferenze, dovrebbe sentire più pressante la necessità di un immediato intervento per rimediare a un grave torto perpetrato dalla sua maggioranza.

Se lo farà dimostrerà che la nostra regione è terra ospitale e accogliente che non discrimina. Se seguirà questa logica impostazione dimostrerà intelligenza e capacità di riconoscere errori madornali, ancorché fatti sotto la minaccia della Lega Nord.”

La consigliera del PD Menosso ha invece puntato l’indice contro la Lega Nord “Le forze che compongono la maggioranza regionale stanno facendo male al sistema sanitario regionale e a quello sociale, un po’ per imperizia, un po’ perché ostaggio dell’ideologia leghista.

Le illazioni del capogruppo della Lega, Danilo Narduzzi, su funzionari che remano contro – conclude l’esponente del Partito Democratico – non distolgano dalla verità. La Costituzione è una guida e un riferimento profondo per le coscienze dei cittadini e, nel caso della deriva propagandistica leghista, un limite invalicabile.

Il consigliere Lupieri, sempre del PD ha invece auspicato che la bocciatura di questa legge sia l’inizio della revisione di una serie di norme analoghe : L’impugnazione del Governo, a giudizio di Lupieri, costituisce un buon inizio per andare a rivedere anche le altre norme che hanno come requisito gli anni di residenza in Italia e in regione: il fondo di solidarietà per il quale sono richiesti tre anni di residenza e sono esplicitamente esclusi gli extracomunitari, la carta famiglia che prevede otto anni di residenza in Italia di cui almeno uno in regione, il fondo bebè che prevede dieci anni di residenza in Italia di cui almeno cinque in regione, l’assegnazione alloggi case ATER.

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