“Gli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, convinti che nessuno sviluppo possa essere democratico, pacifico e sostenibile se non e fondato sulla cultura, vogliono contribuire ad affermare un nuovo paradigma della qualità della vita urbana attraverso idee e progetti incentrati sulla cultura della costruzione di qualità” (manifesto congresso nazionale architetti ppc – luglio 2018)
Il centro storico della città di Udine sta subendo negli ultimi anni un processo di abbandono dovuto a fattori economico-culturali conosciuti. Questa tendenza dev’essere invertita prima che diventi irreversibile; urge un cambiamento, un approccio virtuoso da considerare come alternativa alle espansioni incontrollate e all’ulteriore consumo di suolo. Il centro storico non è più da considerarsi un’area circoscritta e imbalsamata, avulsa dalle dinamiche abitative e commerciali proprie della “periferia” negli anni del boom economico, ma come luogo che misura l’identità e la storia collettiva di chi vive l’intera città.
Il problema va quindi affrontato in maniera concreta attraverso analisi sociali, demografiche ed etniche che diano una diagnosi sul suo stato di salute. L’attuale scenario che si prospetta per molte realtà, tra cui la nostra regione, è quello di un invecchiamento progressivo, la significativa riduzione di popolazione urbana, la fuga dai centri storici e dai centri abitati minori.
C’è la volontà condivisa di riportare le persone al centro del progetto, in gioco c’è la qualità della vita e il futuro delle nostre città e dei
nostri territori: lo spazio pubblico deve tornare ad essere protagonista come luogo dinamico di condivisione delle attività sociali e comunitarie, non deve essere spazio di risulta delle scelte economiche ed elettorali.
In particolare per la città di Udine un piano strategico, possibilmente incentrato sul centro storico, risulta indispensabile e improcrastinabile, per affrontare in maniera concreta il problema; un progetto che renda attuabili gli strumenti urbanistici finora adottati e che permetta una pianificazione del territorio lungimirante e una rigenerazione del tessuto urbano che parta dal cuore della città e che diventi volano della qualità della vita.
Per raggiungere questo virtuoso obiettivo, l’amministrazione è costretta ad assumersi il compito di farsi veicolo delle proposte, delle idee, dei suggerimenti dei portatori di interesse, che permetta alla nostra città di “rigenerarsi”. Le accese polemiche in merito alla pedonalizzazione di via Mercatovecchio pongono in chiara evidenza come sia necessario un progetto, multidisciplinare ed a lungo termine, non solo in merito alla mobilità del centro storico, ma in generale al ruolo che potrà assumere l’intera area centrale. È opinione comune ritenere che sia necessario garantire la massima “accessibilità” al centro storico, anche se appare improbabile che ciò possa essere garantito dall’uso diffuso delle automobili private.
E’ importante sottolineare soprattutto che l’accessibilità da sola, veicolare o pedonale, non garantisce che questa parte di città sia abitata, luogo della memoria collettiva, dinamica, multifunzionale, fruita, appetibile per le attività economiche e sociali, ecologicamente sostenibile.
L’ottavo Congresso Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, appena conclusosi, ha evidenziato la necessità che l’architettura e il paesaggio vengano considerati patrimonio comune, espressione della cultura, identità e storia collettiva cui riconoscere carattere di interesse pubblico primario, alla luce delle trasformazioni ambientali e sociali in atto. Udine nelle problematiche e nelle caratteristiche che la contraddistinguono, è analoga a molte delle città di cui gli architetti italiani hanno discusso in questi giorni. Il suo centro storico risulta una grande risorsa seppur contraddistinta da una grande fragilità.
Come Ordine degli Archetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Udine ci sentiamo parte in causa di tale processo e ci rendiamo disponibili a collaborare nell’articolazione di un piano strategico che punti a dare risultati a lungo termine, attraverso un intervento strutturale e non più straordinario e/o puntuale.