Manoscritti e rari: alla ricerca dei teatri udinesi perduti

C’è stato periodo di tempo un fin troppo lungo in cui Udine era divenuta la città senza teatri, la città che tutti li aveva estirpati dalle proprie vie, dalle proprie piazze, dalla propria storia. Pareva davvero che non fosse rimasta traccia di quella che comunque è stata un’epopea, forse non paragonabile a quella vissuta da grandi centri italiani, eppure altamente significativa per la vita sociale, politica, culturale di Udine e di buona parte del territorio friulano. Invece quella storia che pareva dimenticata, rimossa, persino nascosta con una tanto friulana quanto ingiustificabile pudicizia, si era diffusa ed era penetrata all’interno e nel cuore della città, delle sue vicende e dei suoi abitanti, in maniera intensa, ricca, viva. È quanto si propone di raccontare la prossima puntata del ciclo “Alla scoperta della Joppi”, il calendario di appuntamenti dedicati ai pezzi più pregiati delle antiche raccolte della biblioteca comunale: giovedì 23 febbraio alle 18 nella sala Corgnali la sezione Manoscritti e rari della Joppi presenta l’incontro “Alla ricerca dei teatri udinesi perduti. Viaggio tra documenti, tracce e memorie teatrali conservate alla Joppi”.

Per l’occasione Paolo Patui, introdotto da Francesca Tamburlini, guiderà alla scoperta nell’immenso scrigno della biblioteca civica di Udine in cui si possono ritrovare i segni, i carteggi, i contratti, i manifesti, la descrizione della vita teatrale che innervò Udine dalla metà del ‘700 e via via a crescere fino al doppio conflitto bellico, all’arrivo del cinema prima, della cattiva maestra televisione poi. Attori e attici, ma anche spettacoli circensi, fenomeni da baraccone, burattini, i primi tremolii dei fratelli Lumiere, e poi assemblee politiche, dibattiti, moti risorgimentali, riunioni scientifiche, fino a arrivare alle non trascurabili e frequenti manifestazioni delle locali compagnie filodrammatiche. Successi e tonfi, litigi e polemiche, modi di guardare la società e la storia diversi e in contrasto, eppure resi pubblici e quindi capaci di raggiungere direttamente i cittadini, si susseguivano in quei piccoli contenitori dell’universo che furono i teatri ottocenteschi. Non ultimi quelli di Udine, dal più aristocratico Sociale fino al più popolare e ruspante Cecchini, le cui tracce vitali sono conservate nella sezione Manoscritti e rari della biblioteca Joppi.

 

#eventi

C’è stato periodo di tempo un fin troppo lungo in cui Udine era divenuta la città senza teatri, la città che tutti li aveva estirpati dalle proprie vie, dalle proprie piazze, dalla propria storia. Pareva davvero che non fosse rimasta traccia di quella che comunque è stata un’epopea, forse non paragonabile a quella vissuta da grandi centri italiani, eppure altamente significativa per la vita sociale, politica, culturale di Udine e di buona parte del territorio friulano. Invece quella storia che pareva dimenticata, rimossa, persino nascosta con una tanto friulana quanto ingiustificabile pudicizia, si era diffusa ed era penetrata all’interno e nel cuore della città, delle sue vicende e dei suoi abitanti, in maniera intensa, ricca, viva. È quanto si propone di raccontare la prossima puntata del ciclo “Alla scoperta della Joppi”, il calendario di appuntamenti dedicati ai pezzi più pregiati delle antiche raccolte della biblioteca comunale: giovedì 23 febbraio alle 18 nella sala Corgnali la sezione Manoscritti e rari della Joppi presenta l’incontro “Alla ricerca dei teatri udinesi perduti. Viaggio tra documenti, tracce e memorie teatrali conservate alla Joppi”.

Per l’occasione Paolo Patui, introdotto da Francesca Tamburlini, guiderà alla scoperta nell’immenso scrigno della biblioteca civica di Udine in cui si possono ritrovare i segni, i carteggi, i contratti, i manifesti, la descrizione della vita teatrale che innervò Udine dalla metà del ‘700 e via via a crescere fino al doppio conflitto bellico, all’arrivo del cinema prima, della cattiva maestra televisione poi. Attori e attici, ma anche spettacoli circensi, fenomeni da baraccone, burattini, i primi tremolii dei fratelli Lumiere, e poi assemblee politiche, dibattiti, moti risorgimentali, riunioni scientifiche, fino a arrivare alle non trascurabili e frequenti manifestazioni delle locali compagnie filodrammatiche. Successi e tonfi, litigi e polemiche, modi di guardare la società e la storia diversi e in contrasto, eppure resi pubblici e quindi capaci di raggiungere direttamente i cittadini, si susseguivano in quei piccoli contenitori dell’universo che furono i teatri ottocenteschi. Non ultimi quelli di Udine, dal più aristocratico Sociale fino al più popolare e ruspante Cecchini, le cui tracce vitali sono conservate nella sezione Manoscritti e rari della biblioteca Joppi.

 

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