Manovra Salvaitalia: rischio fuga imbarcazioni dai porti FVG

800px-lignano_portoUdine 14 dicembre 2011 -«La nautica friulana ha resistito con fatica enorme alla crisi e in gran parte ha tenuto grazie agli arrivi di ospiti stranieri, specie tedeschi e austriaci. La manovra del Governo, con l’aggravio dei costi di stazionamento, porterà all’esodo di queste imbarcazioni verso Slovenia e Croazia, con un danno per tutto il nostro indotto. Ci appelliamo dunque ai presidenti delle Cciaa friulane e al presidente Tondo, con cui vorremmo promuovere un incontro per affrontare la questione e proporre dei correttivi». Denis Puntin, presidente di Assonautica Udine, “costola” provinciale dell’associazione costituita in seno alla Camera di Commercio udinese, è preoccupato per i risvolti che le pensanti misure introdotte, a partire dalla “tassa di stazionamento”, potranno provocare anche su una realtà che in regione conta oltre 17 mila posti barca con 23 marina e che solo nel lignanese ne ha 5 mila, con 120 aziende nell’indotto e 1.200 posti di lavoro. Secondo previsioni dell’Osservatorio nautico nazionale, il gettito della tassa sarà pari a 285 milioni, con un impatto di circa 22 milioni per il Friuli Venezia Giulia e 19 per il Veneto. Se nel 2011 il 15% del traffico dei marina turistici è stato garantito da diportisti stranieri, secondo Assonautica è evidente che questi ora «saranno scoraggiati a rimanere sulle nostre coste. E un calo del traffico porterebbe pure ad annullare i presunti benefici della maggiore entrata, come dimostrato da analoghe misure adottate in passato». «Ci allineiamo alla posizione di Assonautica nazionale – aggiunge Puntin – e ringraziamo l’assessore Seganti e la Cciaa per il pronto interessamento. Siamo consapevoli che la nautica non può sottrarsi alla richiesta di sacrifici che si stanno chiedendo a tutti i cittadini, ma confidiamo in ritocchi alla normativa nel senso di un’equità che è stata finora trascurata». Facendo leva quanto meno sull’inserimento di un indice di vetustà delle imbarcazioni, inizialmente previsto dalla norma e poi non confermato, e in esenzioni che permettano alle imbarcazioni straniere di rimanere sulla costa friulana. «L’indotto della nautica, dall’industria all’artigianato, va a riflettersi su commercio, turismo e servizi, in pratica rappresenta uno specchio della capacità di crescita del nostro litorale e dell’entroterra. Non si può continuare a penalizzare un comparto che ha fatto della qualità, del Made in Italy, un punto di forza riconosciuto e ricercato anche dagli stranieri, che adesso rischiamo di veder fuggire in massa all’estero, comprendibilmente dove è più conveniente. Abbiamo già un grosso problema di navigabilità sulle acque interne, se ci aggiungiamo l’aggravio delle tasse tutto diventa davvero impossibile», conclude Puntin.

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