Mercoledì 22 Luglio 2020 – 243ª Seduta pubblica : Comunicato di seduta

Seduta
Ora inizio: 09:35

Il Presidente del Consiglio Conte, nel riferire sugli esiti del Consiglio europeo, ha affermato che l’intesa raggiunta è di portata storica. La crisi sistemica e simmetrica ha coinvolto tutti i Paesi, il piano orientato alla crescita e allo sviluppo sostenibile finanziato con titoli di debito interamente europei è una svolta rispetto alle politiche di austerità, disegna un’Europa più coesa e solidale, più politica, in linea con il suo progetto originario. È l’unico percorso per preservare l’integrità del mercato unico e la stabilità monetaria, nel quadro di una recessione senza precedenti che aggrava squilibri sociali e territoriali. L’interlocuzione sulla proposta della Commissione e sulla proposta franco-tedesca è stata complessa: il volume di 750 miliardi di euro è stato confermato, anche se è cambiata la proporzione tra prestiti e contributi a fondo perduto. Il Governo italiano ha lavorato non solo per la dignità del Paese ma anche per difendere le prerogative delle istituzioni europee, rispetto a tentativi di indebolirle. Ci sono stati momenti in cui la rigidità di posizioni sembrava insuperabile, ma è prevalso il senso di responsabilità, il confronto è proseguito con tenacia a oltranza fino all’alba di ieri; il risultato non appartiene al Governo e neppure alla maggioranza bensì all’Italia intera. Il Governo italiano ha mantenuto la riserva e ha chiesto di chiudere prima le partite contabili; nelle ultime ore ha ottenuto una riformulazione del freno d’emergenza: il Consiglio può chiedere una discussione e una sospensione di tre mesi, ma sono confermate le competenze della Commissione sull’attuazione dei piani di riforma e sono state sventate le manovre per compromettere i meccanismi decisionali e l’efficacia del pacchetto. La risposta europea è determinata e tempestiva, il 10 per cento delle risorse può essere anticipato nel 2021. L’Italia avrà 209 miliardi, i trasferimenti sono aumentati a 81 miliardi, i prestiti a 36 miliardi; le risorse dovranno essere impegnate fino al 2023, poi inizierà la restituzione. Rispetto al bilancio pluriennale 2021-2027 la posizione italiana è rimasta negativa ma è migliorata; aumenta a 38 miliardi la dotazione per la politica di coesione; è stato confermato l’impegno a introdurre nuove risorse proprie; il 40 per cento della spesa è vincolato alla transizione ecologica. Il Governo si impegna per un piano di riforma lungimirante che colga le opportunità.

Secondo il sen. Casini (Aut) il tema fondamentale non è il controllo europeo sulle riforme, bensì la novità della mutualizzazione del debito e il superamento di una logica intergovernativa. Occorre prendere atto dell’importanza dell’asse franco-tedesco, della divisione delle tradizionali famiglie politiche europee, del nuovo rapporto tra maggioranza e opposizione che chiede un coinvolgimento. Al Presidente del Consiglio, che ha dato prova di tenacia e resistenza, andrebbe delegata la decisione sul Mes al di fuori di posizioni ideologiche. La sen. Garnero Santanché (FdI), per ragioni patriottiche, ha appoggiato il Governo nella trattativa europea, anche se a parti invertite la maggioranza avrebbe tifato per Rutte; è però preoccupata perché i soldi arriveranno troppo tardi (forse nel secondo semestre del 2021), perché sono aumentati i prestiti rispetto ai contributi a fondo perduto, perché il freno d’emergenza e le condizionalità pongono un’ipoteca sulla sovranità, dalle pensioni alla sanità alla gestione dell’immigrazione. Il Governo, che non è stato capace di sospendere le tasse, dovrebbe evitare toni trionfalistici e smettere di parlare di una pioggia di miliardi. Il sen. Renzi (IV) ha evidenziato che il Presidente del Consiglio ha fatto l’interesse del Paese in un quadro europeo. La risposta europea è cambiata rispetto al 2012 e spiazza sovranisti e nazionalisti. Il Mes ha minori condizionalità del Recovery fund e le risorse sarebbero disponibili a settembre. Anziché nominare una task force il Governo dovrebbe affidare a un dibattito parlamentare la definizione di un ambizioso piano di riforme. Secondo la sen. Bonino (Misto) il Governo è stato costruttivo – in Europa occorrono persistenza, ragionevolezza, visione, non pugni sul tavolo – ma la posizione italiana sarebbe stata più forte se fosse stato già definito il piano di riforme e si accedesse al Mes. L’accordo raggiunto è importante, anche se la costruzione federale resta lontana, e il Paese non deve sprecare questa occasione. Il sen. Marcucci (PD) ha festeggiato l’esito non scontato del Consiglio e ha insistito sulla necessità di fare le riforme richieste; ha quindi invitato il Presidente del Consiglio ad attivare il Mes che ha una condizionalità sull’utilizzo dei fondi. Il sen. Pichetto Fratin (FI) ha apprezzato l’accordo per la dimensione economica, per la mutualizzazione del debito, per gli interessi favorevoli sui prestiti. Il Paese deve cogliere la sfida, non sprecare le risorse, mettere in campo politiche adeguate e interventi di modernizzazione (semplificazione, flessibilità del mercato del lavoro, riforma della giustizia). I controlli sull’impiego delle risorse non vanno temuti anche perché è nota la difficoltà di spesa dell’Italia. Secondo il sen. Salvini (L-SP) quanto ci sarà di buono nell’accordo andrà valutato nei prossimi mesi. Per ora l’Italia ha ottenuto un prestito, che arriverà nel 2021 e andrà speso secondo i criteri stabiliti della Commissione, mentre sono stati tagliati i fondi della politica agricola comune. La Lega propone di utilizzare le risorse per sostenere agricoltura e pesca, per tagliare le tasse (per la flat tax basterebbero13 miliardi), per aiutare la scuola e le Forze dell’ordine, per aumentare le borse di studio in medicina, per digitalizzare i tribunali e tagliare la burocrazia. La sen. Ricciardi (M5S) ha evidenziato che il risultato ottenuto è dovuto all’abilità del Presidente del Consiglio e al sostegno del Movimento 5 Stelle; è stato smascherato il calvinismo frugale di Paesi che beneficiano di paradisi fiscali, la condivisione del debito futuro per finanziare il piano di ripresa è un passo importante, l’Italia è beneficiaria della quota maggiore del Recovery fund che consente investimenti nella transizione ecologica e nella digitalizzazione. È il momento della responsabilità, non della propaganda, ma l’Italia deve mettere in atto anche un piano di autofinanziamento per ridurre la dipendenza dai mercati internazionali. La sen. De Petris (Misto-LeU), che in passato non ha risparmiato critiche all’Europa dell’austerità, ha sottolineato che, grazie alla credibilità del Governo e alla costruzione di alleanze che hanno sconfitto progetti regressivi, è stato raggiunto un traguardo importante, che restituisce fiducia e consente di modernizzare il Paese attraverso il Green New Deal e l’innovazione digitale. Alla discussione hanno partecipato anche i sen. Unterberger (Aut), Ciriani (FdI), Fedeli (PD), Cangini (FI), Bagnai (L-SP) e Perilli (M5S).

La Conferenza dei Capigruppo ha approvato il calendario dei lavori fino al 30 luglio. Domani è previsto il sindacato ispettivo. Mercoledì 29 si terrà la discussione congiunta del programma nazionale di riforma e dello scostamento dall’obiettivo strutturale. Giovedì 30 sarà discussa la proposta di negare l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’allora Ministro Salvini. Seguirà alle ore 15 il sindacato ispettivo. Le proposte di modifica del calendario sono state respinte: il sen. Romeo (L-SP) aveva chiesto di inserire in calendario una serie di ddl tra cui quello per le vittime degli errori giudiziari; i sen. Malan (FI) e Ciriani (FdI) avevano chiesto una discussione con il Presidente del Consiglio e una deliberazione sull’utilizzo delle risorse, prima della votazione dello scostamento.

L’Assemblea ha approvato con modifiche mozioni sull’occupazione giovanile, presentate dai Gruppi IV, FdI e FI.

Il Governo ha chiesto riformulazioni su tutte le mozioni come condizione per esprimere parere favorevole. La sen. Nisini (L-SP) non ha accettato le riformulazioni; hanno invece accolto le proposte di modifica i sen. Parente (IV), Maffoni (FdI) e Floris (FI).

La mozione 1-00254 (testo 3), illustrata dalla sen. Parente (IV), impegna il Governo: 1) a definire e approvare un grande piano industriale di investimenti in digitale e di transizione in economia verde, connesso a un piano per la formazione e la valorizzazione delle competenze dei giovani e l’occupazione giovanile; 2) a rafforzare l’azione di governo per il riassetto dei vari istituti connessi alla formazione e riqualificazione professionale, con una disciplina di sistema per un vero “sistema duale formazione-lavoro”; 3) a promuovere un piano per l’integrazione della “cultura digitale” quale insegnamento fondamentale presso tutti i cicli di istruzione superiore secondaria; 4) a promuovere misure di sostegno per gli studenti universitari; 5) ad assumere iniziative per incrementare e rafforzare gli istituti tecnici superiori; 6) a rafforzare gli ammortizzatori sociali espansivi che possano tenere insieme accompagnamento alla pensione, ricambio generazionale e piani di formazione; 7) a incrementare il fondo per il servizio civile e aprire una riflessione circa la sua obbligatorietà; 8) a promuovere uno specifico investimento sui giovani professionisti che scelgono di restare in Italia; 9) a rafforzare l’azione di governo per definire una normativa unitaria a partire dalla tutela del lavoro sulle piattaforme digitali; 10) a predisporre un grande progetto per l’imprenditorialità giovanile; 11) ad agevolare i percorsi parlamentari per una legge sulla parità salariale tra uomini e donne; 12) a promuovere l’incentivazione del lavoro dei giovani nell’ambito della ricerca accademica e applicata.

La mozione 1-00260 (testo 2), del sen. Ciriani (FdI) e altri, impegna il Governo: 1) a valutare l’opportunità di adottare misure volte a consentire la ripresa dell’attività produttiva delle imprese mantenendo intatta la forza lavoro, avendo particolare attenzione per quella giovanile, tra quelle maggiormente a rischio, prevedendo iniziative normative volte alla riduzione del carico fiscale sui datori di lavoro che abbiano scelto o scelgano di non ricorrere alla cassa integrazione guadagni o all’assegno ordinario nella misura dell’80 per cento del trattamento di integrazione salariale, che lo Stato avrebbe corrisposto complessivamente ai dipendenti dell’impresa beneficiaria, nel caso in cui quest’ultima avesse fatto ricorso generalizzato agli ammortizzatori sociali; 2) a valutare l’opportunità di inserire nella legge di bilancio proposte di sgravi contributivi a favore dei datori di lavoro privati che fino al 31 dicembre 2021 mantengono i livelli occupazionali dei giovani lavoratori, un incentivo sotto forma di esonero dal 40 per cento del versamento dei contributi previdenziali.

La mozione 1-00273 (testo 2), illustrata dalla sen. Toffanin (FI), impegna il Governo: 1) a valutare la possibilità nella prossima legge di bilancio di incentivare l’occupazione giovanile mediante un sistema di decontribuzione previdenziale integrale strutturale ed organica, non inferiore a 36 mesi, a favore dei datori di lavoro che assumono lavoratori sotto i 35 anni a tempo indeterminato, nonché a tempo determinato mediante il riconoscimento per tutta la durata del rapporto dello stesso esonero, estendendolo successivamente, qualora il contratto venga convertito a tempo indeterminato, agli ulteriori mesi fino ai 36 o maggiori complessivi previsti; 2) a sostenere l’introduzione di forme di detassazione in favore delle start-up innovative, anche mediante l’istituzione di un apposito fondo; 3) a sostenere provvedimenti per la semplificazione burocratico-amministrativa per l’avvio di nuove imprese da parte di under 30; 4) a valutare la possibilità, per studenti universitari in regola, di anticipare durante il corso di studi il periodo di praticantato propedeutico all’abilitazione professionale; 5) a prevedere misure per l’efficientamento del sistema universitario, aumentando le risorse della quota del Fondo per il finanziamento ordinario delle università destinata alla promozione e al sostegno dell’offerta di qualità; 6) a valutare la possibilità di prevedere contributi per giovani italiani di età inferiore a 25 o 28 anni, per la frequentazione, in un istituto ubicato in una regione differente rispetto a quella di residenza, di corsi altamente qualificanti nelle materie ambientali, dell’agro-alimentare, delle biotecnologie, dell’economia, delle nanotecnologie, dell’informatica, della meccatronica o della salute; 7) a rivedere profondamente il tema della staffetta generazionale; 8) ad adottare politiche per la conciliazione dei tempi vita/lavoro soprattutto per le donne; 11) ad incrementare i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento presso le aziende; 12) a valutare la possibilità di intervenire, con ulteriori provvedimenti normativi, per risolvere in via strutturale il problema del cosiddetto «imbuto formativo», affinché per ciascun laureato in medicina corrisponda un percorso formativo post laurea.

Sono stati invece respinti i punti 9) e 10) che prevedevano di incentivare la flessibilità contrattuale e ad eliminare l’obbligo della causale nei contratti a tempo determinato; di introdurre lo strumento del voucher soprattutto nei settori dell’agricoltura e del turismo.

È stata respinta la mozione 1-00268, della sen. Nisini (L-SP) e altri, che impegnava il Governo ad adottare un piano di intervento strutturato ed organico volto alla definizione di serie politiche attive per il lavoro, con il fine di incrementare l’offerta di lavoro, in modo particolare per i giovani, aumentare il tasso di occupazione giovanile, le entrate dell’erario in termini di contributi previdenziali, tralasciando le misure puramente assistenziali e puntando verso la valorizzazione delle risorse umane prodotte dal nostro Paese.

L’Assemblea ha approvato con modifiche mozioni sulla tutela del patrimonio artistico nazionale (v. testi 2 nell’allegato al resoconto stenografico)

La mozione 1-00258, illustrata dalla sen. Rauti (FdI), impegna il Governo: 1) a predisporre con urgenza un piano straordinario di interventi espressamente finalizzato alla messa in sicurezza, alla tutela e alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, storico, artistico e museale su tutto il territorio italiano; 2) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate a garantire un’adeguata ed efficace difesa del patrimonio culturale e paesaggistico, anche attraverso una riforma organica della disciplina sanzionatoria in materia; 3) a predisporre l’adozione di strumenti tecnologicamente avanzati per un’adeguata azione di sorveglianza per la salvaguardia del patrimonio culturale italiano e di contrasto dei reati contro di esso.

La mozione 1-00263, illustrata dalla sen. Montevecchi (M5S), impegna il Governo: 1) a definire i livelli essenziali delle prestazioni culturali assicurando il giusto equilibrio tra il diritto di accesso alla cultura e la tutela dei lavoratori, ai quali, proprio perché svolgono un servizio pubblico essenziale, devono essere garantite le tutele adeguate: giusta retribuzione, riconoscimento e giusto inquadramento professionale e contrattuale, sistema previdenziale e assistenziale che tenga conto delle tipicità; 2) a completare il piano per la fruizione del patrimonio culturale, anche al fine di renderlo fruibile a chi è in condizione di disabilità temporanea o permanente o con bisogni speciali; 3) ad adottare un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio italiano; 4) ad adottare tempestivamente le misure previste nella legge di bilancio per il 2020 in materia di recupero di beni immobili statali di interesse storico e culturale in stato di abbandono e riqualificazione delle aree industriali dismesse; 5) ad intervenire in progetti virtuosi di recupero dei centri storici, anche al fine di ripristinare un tessuto sociale residenziale; 6) ad adottare iniziative volte ad incentivare la conoscenza del patrimonio artistico italiano, delle arti e del paesaggio in tutte le scuole; 7) a intraprendere un percorso di completamento e revisione della riforma del settore dello spettacolo dal vivo, incluse le fondazioni lirico sinfoniche, con particolare riguardo alla danza e ai corpi di ballo; 8) a richiedere ulteriori stanziamenti europei a fondo perduto per il comparto culturale, ed a valorizzare, anche in campo internazionale, progetti con altri Paesi per la valorizzazione e conoscenza del nostro patrimonio di cultura immateriale.

La mozione 1-00264, illustrata dal sen. Verducci (PD), impegna il Governo: 1) a varare nel triennio 2020-2022 un efficace piano di assunzioni per compensare la vacanza organica del Ministero per i beni culturali; 2) a porre in essere misure straordinarie di reclutamento di personale che consentano di assicurare in maniera continuativa e strutturale l’effettività della sicurezza, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale; 3) a proseguire nell’attuazione dei piani di finanziamento volti alla messa in sicurezza, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale in corso e a implementarne di nuovi; 4) ad avviare un processo di regolamentazione del volontariato nel settore dei beni culturali, garantendo il rispetto dei ruoli tra professionisti e volontari e la tutela degli organici lavorativi del settore, nonché della qualità dei servizi culturali offerti; 5) a porre in essere azioni volte a definire livelli essenziali delle prestazioni e misure per la tutela e il riconoscimento della specificità professionale dei lavoratori dello spettacolo, a partire dai titolari di contratti intermittenti; 6) a valorizzare le piccole e medie imprese della cultura, rafforzando le misure a sostegno delle produzioni indipendenti; 7) a prevedere un percorso per l’istituzione di distretti culturali, con il fine di valorizzare i territori da un punto di vista storico, culturale, paesaggistico e naturale e costituire un sistema definito di relazioni per la valorizzazione di tutte le risorse culturali, materiali o immateriali; 8) a promuovere iniziative per il recupero del patrimonio edilizio per scopi artistico-culturali, volte in particolare allo sviluppo delle attività culturali e artistiche e al recupero del patrimonio immobiliare presente nei territori comunali in disuso, alla riqualificazione e alla destinazione del patrimonio edilizio con finalità di riutilizzo per scopi artistico-culturali e di rivitalizzazione delle città, promuovendo l’attrattività, la fruibilità e la qualità ambientale ed architettonica; 9) a valorizzare le significative risorse europee stanziate in campo di arti performative e di valorizzazione culturale ai fini dello sviluppo civile, culturale ed economico del Paese incrociandole con il sostegno, il recupero, la fruizione del diffuso patrimonio culturale.

La mozione 1-00266, illustrata dalla sen. Borgonzoni (L-SP), impegna il Governo: 1) ad individuare ulteriori risorse per finanziare un piano straordinario di interventi finalizzati alla manutenzione programmata per la messa in sicurezza, la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, storico, artistico e museale su tutto il territorio italiano e per favorirne una fruizione COVID-free; 2) a predisporre un Piano strategico nazionale di valorizzazione del patrimonio UNESCO italiano con un nuovo modello di governance e di sviluppo ecosostenibile, tale da coinvolgere industrie culturali e turistiche quali attori partecipi per la ripresa economica, avvalendosi di tutti gli strumenti e i supporti possibili, come ad esempio l’ICOMOS (organizzazione internazionale non governativa che ha principalmente lo scopo di promuovere la teoria, la metodologia e le tecnologie applicate alla conservazione, alla protezione e alla valorizzazione dei monumenti e dei siti di interesse culturale); 3) a ratificare, in tempi brevi, la Convenzione di Nicosia del 2017, volta a prevenire e combattere il traffico illecito e la distruzione di beni culturali;4) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate a garantire un’adeguata ed efficace difesa del patrimonio culturale e paesaggistico, attraverso una riforma organica della disciplina sanzionatoria in materia, ricondotta all’interno del Codice penale; 5) ad implementare la cooperazione scientifica per la sperimentazione di avanzate tecnologie aerospaziali e sensoristiche, nell’ambito delle politiche di “Space Economy”, in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana, Agenzia Spaziale Europea, Enti di ricerca applicata delle Università e delle industrie di settore, per lo sviluppo di una piattaforma “AWARE” unica e modulare per l’intero territorio nazionale, anche con il coinvolgimento in processi formativi del personale del Ministero per i beni culturali, oltre a prevedere un reclutamento di nuove figure professionali specializzate, anche attraverso specifiche risorse economiche da assegnare al Ministero.

La mozione 1-00269, illustrata dal sen. Aimi (FI), impegna il Governo: 1) a reperire, nell’arco del proprio mandato, le risorse necessarie ad allineare la spesa pubblica destinata alla “cultura” alla media europea in rapporto al PIL degli Stati membri; 2) a recepire nell’ordinamento nazionale i principi stabiliti dalla Convenzione dell’Aia per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, con particolare attenzione all’articolo 639 del Codice penale in materia di deturpamento e imbrattamento di cose altrui; 3) a promuovere, con il sostegno della Commissione Nazionale UNESCO e dell’Ufficio Regionale UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa con sede a Venezia, la convocazione di un’assise sui beni culturali materiali ed immateriali denominata “Stati generali della Cultura e dell’Identità nazionale”, come occasione di riflessione sul rapporto tra passato, presente e futuro.

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