Mittelfest: programma di sabato 23 luglio

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Densa di debutti, prime assolute e progetti speciali appositamente pensati per Mittelfest il cartellone di sabato 23 luglio, penultima giornata di questa 25 edizione del festival cividalese. Se al centro della programmazione spicca l’ultimo lavoro con il cant’attore Simone Cristicchi – protagonista alle 22.00 in Piazza Duomo del nuovo spettacolo diretto da Antonio Calenda – il cartellone sarà aperto già nella mattina (ore 11.30 da piazza Diacono) con il lavoro curato dalla Civica Accademia teatrale Nico Pepe per restituire gli esiti del progetto-laboratorio del SAFest, Il sapore della Terra, un percorso avviato assieme alle scuole di teatro di Polonia, Russia, Svizzera e Bulgaria. Nel loro viaggio con soste negli angoli “parlanti” di Cividale, allievi attori italiani e stranieri raccoglieranno il frutto del lavoro di una settimana.
Alle 17.00 (e non alle 18.00 come inizialmente annunciato) la Chiesa di San Francesco ospita un dialogo inedito, appositamente ideato per questa 25.ma edizione. Il dialogo d’arte tra Vittorio Sgarbi e don Alessio Geretti La polvere e il soffio. (Rappresentazione di Anima et di Corpo), trova un perfetto rimando nell’opera musicale scritta per il Giubileo del 1600, da Emilio de’ Cavalieri e eseguita ora dal Coro del FVG e dall’Ensemble Barocco dell’Orchestra San Marco. Un’indagine sinestetica tra colori e affetti, alla ricerca dei modi in cui musica e arti figurative si occupano dell’opposizione di Corpo e Anima. Polvere tratta del suolo e soffio divino che le dà vita.
Nel pomeriggio, alle 18.30 nello spazio del Parco del Convitto Nazionale, la compagnia Arearea debutta in prima con la sua nuova coreografia su Le Quattro Stagioni. Non proprio quelle di Vivaldi, ma quelle su cui ha messo mano il compositore tedesco Max Richter. Nello spettacolo convivono ambient music ed elettronica con il più popolare concerto della storia della musica. Areaea rielabora la sfida del “compositore di protesta” e dentro quella musica fa vibrare il linguaggio contemporaneo del corpo, per un nuovo progetto site specific.Sabato in scena Primavera ed Estate (coreografie rispettivamente di Roberto Cocconi e Marta Bevilacqua), mentre domenica sarà la volta di Autunno e Inverno.

A suggello della giornata, l’atteso debutto della nuova produzione teatrale firmata da Promomusic e il Teatro Stabile di Brescia, in collaborazione con Mittelfest 2016, che Simone Cristicchi dedica a David Lazzaretti, detto il “Cristo dell’Amiata”. Dopo il successo di Magazzino 18, una nuova indagine del cant’attore romano, sempre diretto dal regista Antonio Calenda, tra canzoni e narrazione, per recuperare l’ideale di giustizia sociale che attraversa la storia dell’utopista toscano. Ne Il secondo figlio di Dio –in prima assoluta alle 22.00 in piazza Duomo – si racconta la grande avventura di un mistico, un visionario di fine ottocento, capace di unire fede e comunità, religione e giustizia sociale. In cima a una montagna, davanti a una folla adorante di quattromila persone, un uomo si proclama reincarnazione di Gesù Cristo. È il luglio del 1878. L’inizio di una rivoluzione possibile, che avrebbe potuto cambiare il corso della Storia. Un melodramma civile sulla spiritualità che unisce canzoni e monologhi, come nello stile ormai consolidato dell’artista, che si avvale degli arrangiamenti di Valter Sivilotti, anche co-autore delle musiche, accompagnato in scena da un coro polifonico di 20 persone. Con lui sul palco anche 4 musicisti per uno spettacolo corale che Cristicchi e il regista Antonio Calenda hanno definito un vero e proprio musical civile.

Simone Cristicchi, Antonio Calenda e Valter Sivilotti incontreranno il pubblico e la stampa presente al festival nella mattinata di sabato alle 12.30 al Caffè San Marco.

Due gli appuntamenti attesi per la mattina di domenica, ultima giornata di festival. Oltre al concerto dei Conservatori alle 11.00 al Museo Archeologico Nazionale, atteso sempre alle 11.00 alla Chiesa di san Francesco l’incontro pubblico “FVG Terra autentica? Competere al tempo dell’economia mondo”. Nell’era del turismo esperienziale e del “piccolo è bello”, l’esplosione dei flussi globali di persone, merci e idee, pone oggi una continua attenzione sui territori, sul loro significato e in particolare sulle loro differenze e identità. La loro valorizzazione turistico-culturale divenuta esperienziale fa sempre più riferimento all’autenticità. E sono maggiormente percepiti come autentici quei territori dove la produzione agricola si è concentrata su prodotti intimamente legati ad una cultura; per questo la trasformazione, la vendita, l’offerta enogastronomica, oltre che l’accoglienza e l’ospitalità, sono il cardine di ogni paesaggio. Poiché il paesaggio non è legato solo alla bellezza dei luoghi ma alla storia e alle tradizioni di chi lo vive e lo trasforma. In quest’ottica DOP, IGP, DOC, DOCG… da entità astratte possono trasformarsi in espressione delle articolazioni di un territorio. In quest’ottica è al centro della discussione il significato stesso del termine paesaggio: patrimonio o capitale? Le politiche della Regione FVG con la nuova DOC unica regionale e il nuovo Piano Paesaggistico Regionale sono un’occasione fondamentale per costruire nuove mappe per trasformare la frammentazione in autenticità, ma al tempo stesso per superarla mettendo in atto un progetto di territorio attento delle vocazioni specifiche di ogni luogo e alle loro relazioni.
Come e con quali strumenti è possibile cogliere questa occasione? Ne parlano l’architetto Alessandro Verona, Franco Farinelli, Pesidente dell’ associazione geografi italiani, Maurizio Ionico della Ferrovia Udine-Cividale, Mauro Pascolini dell’Università di Udine, L. Carlo Palazzolo del Politecnico di Milano e l’Assessore regionale all’Agricoltura Cristiano Shaurli. Ingresso libero