Monfalcone: bruciavano scarti di olive invece di biomasse, otto arresti

Centrale-2-300x225Truffa ecologica in tre mosse. Il NOE di Udine infatti ha scoperto che una banda di persone agiva in collaborazione per perpetrare ben tre truffe di cui due ai danni della centrale A2a e una, indotta allo stato. Sono così stati  eseguiti otto provvedimenti restrittivi su uno smaltimento illecito di rifiuti. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Trieste, Guido Patriarchi, su proposta del pm Giorgio Milillo della procura distrettuale antimafia, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello stato, ai danni del privato e falso ideologico e attivita’ organizzata al traffico illecito di rifiuti.

Prima Truffa: i dipendenti della A2a si facevano pagare per trattare come biomasse i resti della produzione di olio proveniente dalla Tunisia. La sansa che arrivava a Monfalcone infatti non poteva essere utilizzata in qualità di biomassa ma gli inquisiti sono sospettati di aver agito comunque correggendo probabilmente correggendo la combustione variando la quantità di carbone all’interno della centrale. Secondo gli inquirenti ricevevano denaro dai tunisini e truffavano la centrale che produceva energia con materiale non idoneo. La A2a è parte lesa mentre i dipendenti sono sotto inchiesta per aver ricevuto del denaro per chiudere un occhio sulla qualità delle biomasse in arrivo

Seconda truffa: la centrale di Monfalcone bruciava svariate tonnellate di segatura (valore di 1900 euro a tonnellata) ma in realtà la quantità di materiale che arrivava all’impianto di Monfalcone era molto inferiore a quella indicata. Ovvero per ogni camion che arrivava carico gli indagati segnavano 3 camion di segatura. Per dare la proporzione della grandezza del traffico va segnalato che un camion trasposta circa 20 tonnellate di segatura. La A2a è parte lesa mentre i dipendenti e l’azienda di Bergamo che forniva la segatura sono imputati

Terza truffa: lo stato riconosce dei “certificati verdi” a chi produce energia con sistemi che vengono definiti alternativi e poco inquinanti. I certificati verdi sono una forma di incentivo economico atto ad aumentare lo sviluppo delle energie alternative. La centrale A2a avrebbe quindi ricevuto dei certificati verdi per energia prodotta, a sua insaputa,  non secondo la norma e quindi questi incentivi sono di aftto truffati allo stato. Lo stato e la A2a sarebbero dunque parte lesa in questa vicenda

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