Nel prossimo Dpcm possibile il divieto di sostare in piedi fuori da bar e locali e incentivo allo Smart working

Nel Dpcm che dovrebbe uscire il 15 ottobre si sta vagliando l’ipotesi di inserire una norma che vieti la sosta di fronte a bar, ristoranti e locali. Si potrà entrare nelle sale o restare fuori solamente nel caso ci si possa sedere al tavolo e si garantisca il distanziamento tra le persone. Se non c’è posto si deve andare via. Non si potrà restare in piedi all’aperto come accade in piazze e strade specialmente la sera. Questa norma vale anche per le persone che si ritrovano in parchi o altri luoghi, anche se isolati.

Rafforzare lo smart working, chiusure localizzate “chirurgiche e tempestive”, possibile stretta su trasporti e orari dei locali, stop agli eventi di massa e, in caso fosse necessario, ripristino del divieto di spostamento tra le Regioni. Con i casi Covid che superano quota cinquemila in un giorno, il governo lavora ad una serie di misure che dovrebbero confluire nel nuovo Dpcm del 15 ottobre per frenare la crescita dei contagi.

L’obiettivo primario del premier Giuseppe Conte e dell’esecutivo è sempre lo stesso, evitare un lockdown nazionale e “proteggere” i settori considerati prioritari: oltre ai servizi essenziali, la scuola e le attività produttive. La ricerca del punto di equilibrio tra la necessità di limitare il contagio – e quindi tutelare il diritto alla salute – e quella di avere il minor impatto sulla vita delle persone non è però semplice. “Ed è chiaro – ammette una fonte di governo – che un impatto ci sarà”.

Il dettaglio delle misure ancora non c’è ma si sta ragionando su un pacchetto di interventi. A partire da chiusure localizzate, zone rosse locali dove scatteranno dei lockdown più grandi o più piccoli a seconda dell’ampiezza dei cluster, con l’obiettivo di circoscrivere il virus.

Un’altra misura la annuncia il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e sarebbe un ritorno al passato: il divieto di spostamento tra le regioni. “In questo momento non può essere escluso nulla”

In queste ore nel governo si fanno poi strada altre ipotesi sempre nell’ottica di evitare chiusure di interi settori e interrompere le attività lavorative ma allo stesso tempo ridurre le possibilità di contagio. La prima è quella di rafforzare lo smart working facendo in modo che tutti coloro che possono lavorare da remoto evitino di raggiungere uffici e posti di lavoro.

Nel Dpcm potrebbe anche esserci uno stop agli eventi di massa. Lo ha chiesto il Cts e lo ha ribadito la cabina di monitoraggio del ministero della Salute nel bollettino settimanale. “E’ essenziale evitare eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati”. Significa limitazioni per spettacoli all’aperto, manifestazioni sportivi, fiere, appuntamenti che prevedono migliaia di persone ma anche feste e cerimonie private.

Su una possibile riduzione degli orari dei locali si sta ancora ragionando così come su una rimodulazione delle prescrizioni per le attività sportive, a partire dagli sport di contatto.

L’unica certezza è quella che ripete il ministro Boccia. Serve “massimo rigore”. E dunque, “se sarà necessario stringeremo ancora di più i bulloni, fermandoci alle cose necessarie: scuola, lavoro, ospedali