Oliviero Toscani annuncia il nuovo progetto, un altro “muro” a Berlino con le foto dei tedeschi di oggi

La fotografia è rimasta l’unico mezzo espressivo che, in silenzio, riesce a metterci in rapporto con la nostra coscienza». Lo ha spiegato il Maestro della fotografia Oliviero Toscani a Link Festival del Giornalismo, a Trieste, dove questa mattina è stato protagonista, nella Fincantieri Newsroom di piazza Unità, di un dialogo sui temi della sua ultima pubblicazione, “Caro Avedon” (Solferino) intervistato dalla giornalista Emma D’Aquino. E proprio in questa occasione Toscani ha annunciato il suo nuovo progetto: «Sto preparando un muro nuovo a  Berlino – ha annunciato – in vista del 2021, con 190 facce dei nuovi tedeschi, su pannelli di cemento alti 3 metri, per ricordare il muro ma con i ritratti di chi abita oggi la Germania, i nuovi tedeschi».  Un’opera che si preannuncia dunque di dimensioni colossali e ammantata della consueta carica trasgressiva che, da sempre, caratterizza il lavoro del grande fotografo: «ma d’altra parte – spiega Toscani – l’arte ha senso se è anche provocatoria». Nel suo libro “Caro Avedon” Toscani racconta il mondo visto dall’obiettivo della macchina fotografica, attraverso 25 lettere ad altrettanti numi tutelari dell’arte fotografica. dimostrando così che il mondo sembra credere alle immagini prima che alla realtà. «Come sapeva bene anche mio padre Fedele, il primo fotoreporter del Corriere della Sera».

Link festival del giornalismo chiude domani, domenica 4 ottobre, parlando di bellezza, di sostenibilità, di economia: un’indagine a più voci per capire “che mondo farà” ed esplorare ricette utili ad affrontare l’anno del covid. L’attrice Simona Marchini per la prima volta presenta a Trieste il suo progetto di “bellezza” per le giovani generazioni, si parlerà di “buonismo” e buonisti con Geppi Cucciari e Luca Bottura, ci si chiederà se “La nave va” con il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, il direttore di RaiNews 24 Andrea Vianello sfoglierà le pagine del suo “Ogni parola che sapevo” (Mondadori), diario drammatico ma anche ironico dell’esperienza affrontata dopo l’ictus del febbraio 2019.