Open Dialogues e i muri da abbattere con spirito d’iniziativa e innovazione per aiutare i giovani a crescere

C’è un muro sempre più alto che i giovani devono superare per entrare a tutti gli effetti nell’età adulta e “responsabile”. Per uscire, cioè, dalla famiglia, trovare un lavoro e formare una famiglia a loro volta. E questa altezza è stata anche quantificata, in modo simbolico: nel 2006 il muro era alto 1 metro, nel 2011 1 metro e 32, oggi 1 metro e 41. Sempre più difficile da superare e sempre più alto se il giovane è anche una donna, di più ancora se una donna del Sud. A trasformare in questa metafora molto immediata una serie di indicatori economici e dati statistici è stato Luciano Monti, docente di politiche dell’Ue alla Luiss Guido Carli e Coordinatore Scientifico della Fondazione Bruno Visentini, intervenuto oggi (venerdì 3) in apertura del panel conclusivo della due-giorni organizzata dalla Camera di Commercio Pordenone-Udine con The European House – Ambrosetti, il sostegno della Fondazione Friuli e il patrocinio di Unioncamere, Regione Fvg e Comune di Udine. Ultimo panel che si è spostato dalla Sala Valduga nella Chiesa di San Francesco, per un side event speciale dedicato ai giovani, che infatti hanno partecipato numerosissimi. Con Monti, hanno portato le loro esperienze sul palco anche Cecilia Sala (giornalista de Il Foglio e vincitrice del premio “Penna d’Oro”) e Federica Tremolada (Managing Director Southern and Eastern Europe, Spotify) e Francesca Bardelli Nonino, responsabile comunicazione web della Nonino Distillatori.

«I giovani – ha aggiunto ancora Monti – non possono sognare se non vedono al di là del muro e ciò porta molti di loro a lasciare il Paese. Solo uno su tre vuole lavorare nella sua città. Uno su quattro vuole lasciare l’Europa o comunque l’Italia. La sorprendente notizia che hanno dato ai nostri sondaggi è che il 50% vuole lavorare in futuro come Partita Iva e lavoratore autonomo, il 15 % come imprenditore e il resto come dipendente». Essere protagonisti e responsabili, dunque, delle proprie passioni e del proprio lavoro, come ha raccontato Cecilia Sala, che è partita costruendo attraverso i social la sua professionalità di giornalista di esteri, mettendosi in gioco, viaggiando e raccontando con la competenza che la rende oggi una delle voci giornalistiche più giovani e autorevoli in materia e una delle “podcaster” più ascoltate su Spotify. Spotify che è anche la “casa” di Federica Tremolada, di cui è managing director per il Sud ed Est Europa, e che è riuscita a unire gli studi in economia alla passione per la musica, lavorando sempre nel campo dell’innovazione e delle tecnologie. E di «innovazione come semplificazione» ha parlato anche l’ospite friulana del panel, Francesca Bardelli Nonino, impegnata a «trovare i valore cuore dell’azienda per comunicarli con i tempi veloci di oggi. E soprattutto con il piacere e il divertimento di raccontare. Credo – ha evidenziato – che la genuina passione faccia la differenza. Non esistono prodotti vecchi, ma solo narrazioni noiose. Io ho voluto coinvolgere le persone che ci seguono nella quotidianità della vita aziendale e rompere la distanza tra l’azienda e il pubblico».