Palmanova, “un esempio straordinario d’integrazione di profughi”

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Al Museo dell’Ara Pacis di Roma è stato presentato ieri “La fratellanza” del documentarista Marco Agostinelli. Un reportage di trentotto minuti che racconta di come “Palmanova sia un esempio straordinario d’integrazione di profughi provenienti dall’Afghanistan e dal Pakistan in Friuli Venezia Giulia”. Il critico d’arte e curatrice dell’evento Roberta Semeraro aggiunge, “attraverso immagini e interviste agli amministratori locali e ai volontari di varie associazioni, si comprende in che modo questa piccola comunità cittadina sia riuscita a integrare in un contesto di grande pregio storico-artistico rifugiati e migranti, realizzando qualcosa di unico del suo genere. Il filmato alterna inoltre le interviste ai ragazzi richiedenti asilo, con le immagini di una cena conviviale preparata da loro stessi nella sede della Protezione Civile di Ruda”.

La presentazione del reportage è avvenuta nell’ambito di un incontro sul tema dell’immigrazione e dei modelli di accoglienza messi in atto in alcune realtà italiane particolarmente avanzate, situazioni pilota ed esempi positivi a fronte di un problema che coinvolge non solo il nostro territorio nazionale ma l’intera Comunità Europea.

“Siamo davvero orgogliosi che Palmanova e il nostro territorio sia stata preso a modello per la gestione dei migranti. Assieme alla Croce Rossa Italiana e con il fondamentale contributo della Regione, abbiamo avuto la possibiltà di impiegare in lavori utili alla comunità (pulizie, imbiancature, potature e quant’altro) i ragazzi immigrati che hanno deciso di dare gratuitamente una mano alla comunità che li sta accogliendo” dichiara il Sindaco Francesco Martines.

Assieme al primo cittadino di Palmanova, al Museo dell’Ara Pacis di Roma erano presenti anche gli amministratori di Ruda, Campolongo-Tapogliano, Bagnaria Arsa e Torviscosa coinvolti attivamente nel progetto. A rappresentare la Regione Friuli Venezia Giulia l’assessore Gianni Torrenti che ha potuto illustrare a livello nazionale il modello regionale di accoglienza.

L’evento ha rappresentato l’esibizione conclusiva dell’istallazione “Mare Internum/Table of Silence” realizzata dall’artista Rossella Vasta per il Museo dell’Ara Pacis e dedicata al dramma dell’immigrazione.
Quest’opera si compone di due fondamentali elementi simbolici: una barca, realizzata a Lampedusa da Francesco Tuccio con legni sabbiati d’imbarcazioni naufragate, e i piatti-scultura della Tavola del Silenzio, che l’artista porta nel mondo promuovendo progetti umanitari e di sostenibilità, che si organizzano intorno ad una “tavola”: luogo neutrale d’incontro e di dialogo, dove il proprio silenzio favorisce l’ascolto dell’altro.

Il progetto italiano è stato curato dal critico d’arte Roberta Semeraro, che ha voluto realizzare quest’edizione italiana per sottolineare come “il passato debba essere il punto di partenza per riflettere su argomenti fondamentali come la pace”.

La Presidente della Regione FVG, Debora Serracchiani, ha sottolineato “come il modello di accoglienza diffusa sperimentato a Palmanova abbia consentito l’integrazione dei richiedenti asilo nel territorio, coniugando la doverosa accoglienza di chi fugge dalla guerra e dalle persecuzioni con il necessario rispetto delle nostre regole e delle nostre comunità. Il reportage che documenta gli aspetti principali di questo modello ha il pregio di rendere concreta una discussione sulla gestione dell’immigrazione che, troppo spesso, è dominata dall’ideologia. Le immagini della quotidianità nei paesi della Bassa friulana ci dimostrano che l’applicazione, con pratico buon senso, dei valori di umanità di cui è pervasa la nostra cultura è, ancora oggi, la via maestra”.

Il progetto, accolto dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali, ha ricevuto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo.

Rossella Vasta aveva già lavorato negli anni ’90 sul tema della barca come archetipo dell’Arca, presente nel nostro immaginario quale luogo della misericordia divina e come elemento di congiunzione tra le diverse civiltà e luoghi. Curatrice e artista si sono quindi recate a Lampedusa per commissionare la realizzazione della barca ai maestri d’ascia Francesco Tuccio e Giuseppe Balestreri , che l’hanno realizzata utilizzando inserti di legni sabbiati provenienti da imbarcazioni naufragate di migranti.

Gli argomenti sui quali si vuole stimolare una riflessione con “Mare Internum/Table of Silence” riguardano dunque il viaggio dei migranti verso il nostro Paese. Per questo motivo l’installazione artistica, dopo l’Ara Pacis, continuerà il suo viaggio verso Venezia per la Biennale dell’Arte, approdando infine a Ginevra nella sede della Croce Rossa, alla quale la curatrice e l’artista vorrebbero donarla, perché rimanga permanentemente esposta in un luogo neutrale dove tutti i giorni si svolgono attività di alto profilo umanitario. Il progetto tecnico dell’allestimento è dell’architetto Mauro Zucchetti.