PARI OPPORTUNITÀ: SERRACCHIANI, LA PARITÀ DI GENERE C'È MA NON SI VEDE

Trieste, 26 set – Purtroppo si è ancora lontani dalla meta: le
donne, in economia, nella politica, nelle istituzioni, in ambito
accademico, non occupano ancora il posto che i loro talenti, le
loro competenze e capacità indubbiamente meritano e giustamente
reclamano.

Tre donne, Jessica Grounds, esperta di strategie e leadership “al
femminile” (attualmente impegnata per l’elezione di Hillary
Clinton alle presidenziali Usa), la presidente del Friuli Venezia
Giulia Debora Serracchiani, l’assessore regionale alle Pari
Opportunità Loredana Panariti, accanto al rettore dell’ateneo di
Trieste, Maurizio Fermeglia (con una lunga esperienza
universitaria in Danimarca, dove la parità di genere è un
argomento “superato” ancora dagli anni ’80), non hanno dubbi: ben
venga la parità di genere, un riequilibrio tra i poteri maschili
e femminili per andare verso una società civile in cui si
lavorerà meglio.

Ospiti dell’Iniziativa Centro Europea di Trieste con il suo
segretario generale Giovanni Caracciolo di Vietri, e con la
collaborazione del dipartimento di Science politiche e sociali
dell’Università giuliana, diretto da Sara Tonolo, e del Vitale
Institute for geopolitical studies, con il presidente Roberto
Vitale, l’odierno dibattito dedicato a “Women in Politics” ha
dunque messo in chiaro che se di fatto non avrebbe grande senso
“definire” spazi per il genere femminile, d’altronde la
situazione di oggi forse richiede ancora quello che Serracchiani
ha chiamato “un aiutino”.

Ad esempio, ha osservato, proprio in Friuli Venezia Giulia non è
stata inserita nella legge elettorale regionale la parità di
genere e nel nostro Paese “ci si vede ancora dotare completamente
o compiutamente delle cornici giuridiche attorno alle quali
costruire le regole per l’ingresso delle donne in politica”.

L’Italia peraltro non si trova nelle posizioni di coda di una
presenza rosa nei posti politici che contano: da un’analisi
compiuta nelle 22 maggiori nazioni al mondo, ha indicato Jessica
Grounds, gli Usa infatti si collocano al 97.mo posto, mentre il
nostro Paese occupa la 42.ma posizione per scranni al femminile
nel rispettivi Parlamenti.

Proprio in questi 22 Paesi, ha aggiunto, il 22,8 per cento dei
Parlamenti è rappresentato da donne ed è “sempre donna” il 24 per
cento dei senior manager nel mondo del business e il 5 per cento
degli amministratori delegati nelle grandi aziende.

Fondamentale per la crescita delle donne nel percorso verso
posizioni di vertice resta però in Italia, ha indicato
l’assessore Panariti, il tema della maternità: pensare di avere
un figlio, o avere figli, resta infatti un elemento quasi
discriminante nel nostro mondo del lavoro, nonostante le leggi
esistenti. C’è quindi la necessità di un cambio culturale
importante.

Dal dibattito odierno, ai maschi giunge una lezione
“preoccupante”. Se già oggi infatti si deve riconoscere come la
donna sia molto più multitasking dell’uomo ed appaia più
focalizzata di esso sulla soluzione dei problemi, per quella che
sino a oggi era considerata la parte dominante della società i
tempi si stanno facendo fanno oltremodo difficili. Allorchè si
avvererà quanto ha predetto la presidente Serracchiani: “le donne
stanno imparando ad essere solidali tra loro, sin qui un limite
proprio delle donne, e anche dei giovani”.

Quando questo gap sarà superato, per il maschio resterà solo il
tempo della resa, incondizionata.
ARC/RM/EP

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