Pasolini 100: a Casarsa della Delizia l’apertura di Casa Colussi

Il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini per il Centro Studi di Casarsa a lui intitolato è l’occasione per un rinnovato impegno a valorizzarne la figura e l’opera proprio nella terra dove ha vissuto la sua giovinezza, e dove già ha rivelato pienamente lo straordinario talento poetico che oggi il modo intero riconosce. Il Centro Studi Pasolini ha sede a Casa Colussi di Casarsa della Delizia (Pordenone), casa natale della madre di Pasolini, Susanna Colussi, dove fin dall’infanzia Pier Paolo era solito trascorrere le vacanze estive, e dove ha stabilmente abitato a partire dalla fine del 1942 fino al trasferimento a Roma nel 1950. Acquistata a metà degli anni Novanta dalla Provincia di Pordenone, dopo i necessari interventi di restauro è diventata la sede del Centro Studi. Da quel momento, le stanze che un tempo ospitavano i mobili e gli arredi dei discendenti di Domenico Colussi Batiston e Giulia Zacco sono diventate un suggestivo percorso espositivo che si snoda sui tre piani della casa.

Da molti anni il Centro Studi promuove ricerche, occasioni di studio, esposizioni, convegni, attività di formazione, rassegne, iniziative editoriali con l’obiettivo di ricostruire in maniera organica soprattutto l’esperienza di Pasolini in Friuli, fondamentale per la sua multiforme produzione artistica

Nell’anno del Centenario, il principale obiettivo è quello di portare a compimento un nuovo percorso museale, offrendo allo sguardo del visitatore, nel modo più opportuno e pedagogicamente efficace, il ricco patrimonio archivistico e bibliografico che nel tempo il Centro Studi ha raccolto.

Il percorso espositivo, che avrà un’evoluzione nell’arco dell’anno, si sviluppa principalmente al piano terra e al primo piano della Casa, distinto in sezioni che ricostruiscono come un racconto l’articolata vicenda biografica e culturale del Pasolini friulano. Il visitatore potrà compiere un emozionante itinerario fra gli arredi originali e la ricca la collezione di foto di famiglia e di scatti legati alla vita di Pasolini in Friuli, documenti originali, prime edizioni, edizioni rare, riviste in tiratura ridotta, lettere e scambi epistolari, carteggi originali e in copia fra Pasolini e vari esponenti del mondo letterario, civile e politico non solo friulano, manifesti, versi, prose, testi teatrali, disegni e dipinti di Pasolini e dei suoi amici pittori friulani.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Una prima sezione del percorso è dedicata alle radici familiari del poeta. Seguono le sezioni dedicate al sorprendente esordio poetico di Pasolini, che nel 1942 pubblica il suo primo libro di poesie, Poesie a Casarsa (del quale, esposte, si possono ammirare varie stesure), fino alla raccolta definitiva delle sue poesie friulane, «La meglio gioventù» (1954) e «La nuova gioventù”» (1974), riscrittura disamorata dei versi di vent’anni prima nell’ottica del Pasolini “corsaro”. Fra i documenti più emozionanti esposti vanno senz’altro citati i “Quaderni rossi”, il diario intimo sentimentale che Pasolini iniziò a scrivere nelle primavera del 1946, a penna, su cinque quaderni scolastici dalla copertina rossa (ora sbiaditi dal tempo e alcuni esemplari sono privi di copertina).

Nella sezione dedicata al teatro ci si rende conto di come l’interesse di Pasolini per questa disciplina artistica avesse radici lontane, testimoniata da varie fotografie esposte risalenti già al 1932. Una passione che non verrà mai meno nel tempo, come ci conferma nel percorso l’esistenza, fra i vari documenti, di alcuni manoscritti fra i quali la commedia «La Morteana”, di cui Casa Colussi espone la parte sopravvissuta e ritrovata.

Ampia documentazione viene data al Pasolini pedagogo e alla sua innata vocazione all’insegnamento, a partire dall’esperimento della scuola di Versuta, borgo vicino a Casarsa da dove i Pasolini erano sfollati nel ’44, forma inedita di educazione popolare, esperienza, umile e intensa (dalla quale si originò in breve la “Academiuta di lenga furlana”) che sembra precorrere quanto nel decennio successivo avrebbe realizzato don Lorenzo Milani a Barbiana.

Un’ulteriore sezione ripercorre l’attività politica di Pasolini: in mostra si vedono materiali originali di propaganda, manifesti realizzati spesso usando il dialetto, articoli di giornale, lettere, minute autografe, fotografie.

Alcune fotografie documentano infine il Pasolini appassionato di sport, del calcio in particolare (e certamente emoziona la vista della stanza di Pier Paolo con le pareti dipinte a strisce rosso-blu, i colori del Bologna), altre testimoniano la visita di Maria Callas a Casarsa, documentata da Elio Ciol e rimasta leggendaria nelle cronache del paese. Di grande impatto emotivo, infine, le foto dei funerali di Pasolini, che si tennero a Casarsa il 6 novembre 1975, con la commossa partecipazione di un’enorme comunità che si strinse allora attorno allo strazio della madre di Pier Paolo.

Una sala è infine dedicata alle  opere degli artisti e amici coevi di Pasolini, come Federico De Rocco, Giuseppe Zigaina, Virgilio Tramontin, Anzil e Renzo Tubaro.

LA COLLEZIONE “PASOLINI PITTORE A CASARSA” CON I QUADRI E I DISEGNI DI PASOLINI

Al ricco materiale cartaceo e fotografico che illustra queste vicende, Casa Colussi-Pasolini accompagna l’esposizione, nella stanza dell’Academiuta, della sua collezione di dipinti: il 5 marzo con il nuovo allestimento apre infatti anche “Pasolini pittore a Casarsa”, mostra permanente di quadri e i disegni di Pasolini (corredata da un prezioso libretto con la prefazione del critico d’arte Giancarlo Pauletto).

In totale sono 25, fra disegni a china e a tecnica mista e dipinti a tempera e a olio. E svelano un ulteriore aspetto della straordinaria versatilità artistica di Pier Paolo – il talento per la pittura – nato all’università (fu allievo del celebre critico d’arte Roberto Longhi) praticato prima negli anni giovanili e poi negli ultimi anni della maturità. Pittura che Pasolini amò visceralmente e cui si ispirò per le scenografie dei suoi film. Le 25 opere, che fanno parte del patrimonio del Centro Studi, sono state oggetto di un accurato intervento di pulizia e restauro effettuato dal laboratorio friulano di Valeria Pedroni e con il sostegno del bando specifico della Fondazione Friuli, delicata operazione che si è svolta fra il 2019 e il 2020 sotto la supervisione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio-Friuli Venezia Giulia. Si rivelano di particolare interesse, fra le opere stesse, i due grandi cartoni dipinti sui due versi – “Giovani con strumenti musicali”, “Pantera e Due giovani” – rintracciati fortunosamente nell’atelier dell’amico pittore sanvitese Federico De Rocco.

LA MOSTRA “I DISEGNI NELLA LAGUNA DI GRADO”, FRA I NOVE INEDITI RITROVATI ANCHE UN RITRATTO DI MARIA CALLAS DATATO 6 SETTEMBRE 1969

Casa Colussi ospiterà inoltre fino al 3 aprile la prima delle mostre temporanee del 2022 “I disegni nella laguna di Grado”, realizzati da Pasolini durante le riprese di “Medea”.Curata dalla storica dell’arte Francesca Agostinelli, la cui ricerca ha permesso il ritrovamento dei pezzi inediti, comprende 20 opere di Pasolini, 11 delle quali note e appartenenti alla collezione del pittore Giuseppe Zigaina, mentre 9 costituiscono appunto il nucleo di “disegni ritrovati” che implementano in modo rilevante quanto sinora conosciuto. Emersi in alcune collezioni private che fra Grado, Aquileia, Cervignano e San Giorgio di Nogaro testimoniano lo scambio intellettuale e umano avvenuto nel territorio. Furono infatti donati da Pasolini agli amici che lo aiutarono e lo sostennero mentre era impegnato nella lavorazione di Medea e durante le Settimane del cinema. Nel dettaglio si tratta di vedute della laguna, di reti e di lanterne utili a rischiarare le notti nell’isolotto di Mota Safon, ma è emerso anche un profilo inedito di Maria Callas che Pasolini intitola Ritratto di Maria e data 6 settembre 1969. Da allora è rimasto, come altri, nella casa dell’amico cui Pasolini stesso lo donò”. Fra i disegni inediti c’è anche un disegno di Ninetto Davoli, che dedica “a Paolo” I lumi affumicanti del Safon, riconducendo la situazione al clima particolare generato nell’isola di Grado in quel breve e intenso periodo

CREDITI

Il nuovo allestimento di Casa Colussi-Pasolini, curato da Patrizio De Mattio, è un progetto che si avvale della collaborazione del Gabinetto Vieusseux di Firenze, presso il cui Archivio contemporaneo è conservato il Fondo Pasolini,e in particolare della consulenza scientifica di Franco Zabagli, che a Pasolini ha dedicato numerosi saggi e studi, e che su committenza del Centro Studi ha curato nel 2019 la riedizione anastatica di Poesie a Casarsa corredata del volume Il primo libro di Pasolini.

VISITE GUIDATE

Da Casa Colussi, inoltre, il 6 marzo prenderanno il via le visite guidate (ogni domenica alle 15; nei mesi di luglio, agosto, novembre e dicembre alle 10) messe a punto da PromoTurismoFVG, in collaborazione con le guide turistiche della regione, seguendo l’itinerario che lega Pasolini ai luoghi più rappresentativi di Casarsa e dei dintorni.

Sui luoghi di Pasolini a Casarsa” comprende, oltre a Casa Colussi-Pasolini, la visita alla chiesetta di Santa Croce, con gli affreschi di Pomponio Amalteo, al cui interno si trova la lapide che ricorda l’invasione dei Turchi in Friuli nel 1499 e che ispirò il dramma teatrale “I Turcs tal Friùl”;  il piccolo borgo di Versuta, con la bella chiesa di Sant’Antonio Abate e un ciclo di affreschi che proprio Pasolini, aiutato dai ragazzi di Casarsa, cominciò a pulire e restaurare; la piccola frazione di San Giovanni di Casarsa, legata all’impegno politico del poeta, e, infine, la tomba del poeta, nel cimitero di Casarsa.