Presentazione a palazzo Belgrado per l’evento conclusivo del progetto “Quando la memoria si fa esperienza” sostenuto dalla Provincia.

Video, foto e anche una coreografia per ricordare la Shoah.
Presentazione a palazzo Belgrado per l’evento conclusivo del progetto “Quando la memoria si fa esperienza” sostenuto dalla Provincia.
60 ragazzi hanno partecipato al viaggio sui luoghi dello sterminio nazista. 

C’è chi ha individuato e commentato alcune foto, chi ha realizzato video e filmati, chi ha optato per la musica e anche chi ha voluto ricordare la Shoah e trasmettere le emozioni provate visitando i luoghi dello sterminio nazista, a passo di danza proponendo un’inedita coreografia. Incluso in una piece teatrale proposta da ragazzi del Sello, il balletto è tra gli elaborati realizzati dai 60 ragazzi di 6 scuole superiori (Malignani, Sello, Marinoni di Udine, Isis della Bassa Friulana di Cervignano, Magrini Marchetti di Gemona e Manzini di San Daniele) presentati nel salone del Consiglio provinciale, a conclusione del progetto “Quando la memoria si fa esperienza” cofinanziato dalla Provincia di Udine e coordinato dal Malignani. Si tratta di una iniziativa mirata alla conoscenza dei fatti storici della seconda guerra mondiale e, in particolare, delle persecuzioni antisemite attraverso testimonianze di esperti, riflessioni sull’importanza della scrittura culminata con il viaggio sui luoghi della memoria: Auschwitz, il castello di Hartheim (vicino a Linz) sede del programma T4 (il programma di eutanasia dei disabili) e Mauthausen. Esperienza emotivamente molto coinvolgente per i ragazzi “che hanno toccato con mano e compreso in prima persona – hanno spiegato insegnanti e dirigenti coinvolti – la portata delle persecuzioni antisemite. La visita ai luoghi di sterminio li ha resi indubbiamente più coscienti di quanto accaduto, una conoscenza e una consapevolezza ben più profonda rispetto a quella che si matura studiando la storia in classe. Un’esperienza che li ha fatti sicuramente maturare come emerge dai lavori realizzati frutto delle sensazioni raccolte durante la visita ai campi di concentramento”. Non è sfuggita, ad esempio, ai ragazzi la presenza, accanto ai lager, di campi di calcio e piscine destinati ai soldati tedeschi ma anche alle comunità locali. “Come potevano le SS conciliare la vita normale con le atrocità dei campi di sterminio dove perseguitavano i loro simili?” si sono chiesti i ragazzi. Una normalità rispetto al massacro che si compieva oltre il filo spinato, che li ha profondamente turbati. Da qui l’invito agli studenti, memori proprio delle emozioni suscitate dalla visita, a riflettere sugli atteggiamenti da porre in essere di fronte alle tante ingiustizie cui si assiste nel quotidiano.

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